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Fino a che punto convergono i linguaggi dell’arte, dell’architettura, del design e dell’artigianato? Quali sono i punti di contatto e di divergenza tra conoscenze, tecniche, saperi e materiali? Se ne parlerà giovedì, 10 gennaio, alle 19.30, all’Hangar Bicocca, per L’architettura è artigianato?, incontro con Michele De Lucchi, a latere “the last days in Galliate”, mostra di Leonor Antunes, a cura di Roberta Tenconi e visitabile fino al 13 gennaio 2019.
De Lucchi, che ha fatto parte di alcuni tra i principali gruppi dell’architettura radicale, come Cavart, Alchimia e Memphis, e tra le altre cose è stato responsabile del design di Olivetti dal 1988 al 2002, racconterà la sua ultima ricerca: le Earth Stations – Many Hands, edifici progettati per essere costruiti dalle popolazioni di diverse parti del mondo, utilizzando tecniche artigianali identitarie di una determinata cultura.
Per De Lucchi, che nel 2018 ha diretto la rivista Domus, le Earth Stations – Many Hands sono oggetti architettonici fatti a mano, capaci di «portare la sensibilità del saper fare artigiano che altrimenti rischia di perdere la sfida con la produzione industriale».