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Classe 1956, Marco Longo frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia Albertina di Belle Arti nel capoluogo piemontese, approfondendo successivamente una ricerca sulle tecniche incisorie alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia, ma Torino rimarrà per sempre il luogo principale della sua produzione. Nei suoi lavori, strade, paesaggi e ambienti urbani sono ritratti con la pittura a olio come se fossero istantanee sfocate, fotografie di una realtà monocromatica, stabile su toni grigi e azzurri piovosi. Intere periferie e scenari metropolitani scivolano via nei riflessi dell’acqua, uniche finestre attraverso le quali si può scorge l’orizzonte e il cielo, mentre l’atmosfera surreale e ovattata impedisce al sole di insinuarsi in qualsiasi modo. Le automobili in corsa sono, invece, l’unica testimonianza della presenza umana, apparentemente invisibile, che invece vive silenziosamente ai margini della città. La sua personale lettura della realtà e il racconto del quotidiano si materializzano in visioni lontane, create attraverso una ricerca attenta, dove niente è affidato al caso, in cui lo studio di colori, materiali e forme rendono Longo un convinto assertore dell’artigianalità e del recupero della manualità del lavoro artistico.