Sta mietendo vittime illustri la controversa scelta del Salone di Libro di Torino di ospitare lo stand di Altaforte Edizioni, casa editrice che ha pubblicato Io sono Matteo Salvini: intervista allo specchio, a cura di Chiara Giannini. Il collettivo Wu Ming, lo storico Carlo Ginzburg e il fumettista Zerocalcare hanno annullato la loro partecipazione, seguendo così le dimissioni dello scrittore e giornalista Christian Raimo, collaboratore del direttore del festival, Nicola Lagioia. Per qualcuno che ripete cose davanti allo specchio, altri che avrebbero potuto parlare di argomenti ben più interessanti se ne vanno. Peccato.
Chi non molla è invece Michela Murgia, che insieme ad altri scrittori come Chiara Valerio, Helena Janeczek e Teresa Ciabatti, sta preparando una lettera aperta: «L’assenza, in casi come questo, non ci sembra la risposta culturalmente più efficace. Per questo motivo non lasceremo ai fascisti lo spazio fisico e simbolico del più importante appuntamento editoriale d’Italia».
Altaforte – che prima di questa storia era praticamente sconosciuta ai più – si dichiara «un marchio editoriale di riferimento pensato per rispondere a chi chiede chiavi di lettura alternative rispetto alle interpretazioni omologate». Vicina al movimento neofascista CasaPound, la casa editrice può vantare firme del calibro di Augusto Sinagra, candidato di CasaPound alle elezioni politiche del 2018 ed ex avvocato di Licio Gelli e di Jorge Antonio Olivera, pluriomicida, torturatore e fedelissimo del dittatore Jorge Rafael Videla. Insomma, proprio quella che si potrebbe definire una allegra «comunità ideale di esploratori del sapere», come si legge sempre sul sito di Altaforte.
In alto: WuMing