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Tracce di rosso sul bianco. L’identità femminile raccontata da 68 artiste in un libro |

di - 28 Novembre 2018
Nascita, pubertà, maternità o scelta di non essere madre, menopausa, sessualità, violenza e femminicidio. Questi alcuni dei temi, molti dei quali considerati ancora dei tabù in Occidente come nel resto del mondo, affrontati dalle 68 artiste che hanno collaborato a “Il sangue delle donne. Tracce di rosso sul panno bianco”, il libro realizzato con il sostegno della Fondazione Pasquale Battista nell’ambito del progetto artistico ideato e curato da Manuela De Leonardis.
A Ilaria Abbiento, Manal AlDowayan, Adele Angelone, Elizabeth Aro, Wafa Bahai, Alessandra Baldoni, Carolle Bénitah, Takoua Ben Mohamed, Saša Bezjak, Tomaso Binga, Rosina Byrne, Giovanna Caimmi, Primarosa Cesarini Sforza, Rupa Chordia-Samdaria, Sara Ciuffetta, Lea Contestabile, Karmen Corak, Mila Dau, Vlasta Delimar, Kristien De Neve, Maria Diana, Isabella Ducrot, Nilüfer Ergin, Cristiana Fasano, Maimuna Feroze-Nana, Simona Filippini, Emita Frigato, Pilar, Barbara e Stella Marina Gallas, Silvia Giambrone, Felicity Griffin Clark, Maïmouna Guerresi, Susan Harbage Page, Sasha Huber, Susan Kammerer, Fariba Karimi, Eglė Kuckaitė, Hanako Kumazawa, Silvia Levenson, Wenwen (Vivienne) Liu, Lôw (Estabrak Al Ansari, Raiya Al Rawahi, Tara Al Dughaither), Barbara Luisi, Anja Luithle, Victoria Manganiello, Florencia Martinez, Patrizia Molinari, Elly Nagaoka, Ana Maria Negară, Yasuko Oki, Novella Oliana, Sonya Orfalian, Lina Pallotta, Sara Palmieri, Chiara Pellegrin, Sofia Rocchetti, Elisa Roggio, Anna Romanello, Paola Romoli Venturi, Virginia Ryan, Cinzia Sarto, Ivana Spinelli, Silvia Stucky, Ketty Tagliatti, Judy Tuwaletstiwa, Laura VdB Facchini, Maria Angeles Vila, Nicole Voltan, Ruchika Wason Singh e Deborah Willis, sono stati affidati vecchi “panni di lino” che, fino alla metà del Novecento, venivano usati dalle donne durante il ciclo mestruale.
Il legame concettuale e fisico tra il sangue delle donne e il panno è strettissimo così, partendo da questa consapevolezza, ciascuna artista ha affrontato con il proprio linguaggio i diversi aspetti del femminile, usando la “pezza” come portavoce di riflessioni che vanno al di là dei confini di genere. Storie anonime, conosciute o di ordinaria quotidianità, raccontate in prima persona, metabolizzate e rielaborate ricorrendo alla metafora, al potere dell’ironia, alla citazione letteraria o pittorica, alla dimensione della poesia. Oltre al testo critico della curatrice, il libro contiene Ciclo, opera di Mirella Bentivoglio, i testi di Annalisa Zito, Rossella Alessandrucci, Federica Formato, Alberto Massarelli, Arianna Di Genova, Stefano Barchiesi, Maria Cristina Gasperini, Rita Boini e Niky D’Attoma, un contributo critico di Jerica Ziherl, Denis Volk e una poesia di Valerie Fermariello, mentre la copertina viene da Per una espressione nuova di Suzanne Santoro, pubblicata nel 1972.

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