Negli ultimi mesi abbiamo visto come la diffusione della pandemia da Covid-19 abbia coinciso con la chiusura dei grandi eventi internazionali nel calendario dell’arte contemporanea. Un lungo lockdown che, nel migliore dei casi, ha portato al trasferimento degli appuntamenti dal mondo “reale” alle piattaforme virtuali. L’ultima è stata Liste Art Fair Basel, la cui edizione 2020 ha traslocato online, con tanto di anteprima vip web e piccola intrusione in città. E poco prima è toccato a Frieze London cedere le armi, rimandando tutti al 2021 e facendo tremare le fiere di questo autunno. Ma, in questo clima di incertezza, c’è anche chi resiste, come Art Paris 2020, che conferma la sua 22 edizione – originariamente prevista già ad aprile e poi reinventata sulla rete – e dà appuntamento al Grand Palais, dal 10 al 13 settembre.
«Questa edizione della fiera, che può essere considerata come un atto di resistenza, riflette il nostro desiderio di supportare le gallerie e mostrare il lavoro loro e degli artisti, in un momento in cui ce n’è bisogno», hanno dichiarato gli organizzatori. Si tratterà dunque di una edizione che, in qualche modo, segnerà il passo, visto che è la prima fiera d’arte contemporanea post Covid ed è accesissima la curiosità, per capire come adattare un formato da “grande evento” alle più stringenti misure di sicurezza. Consapevoli della propria responsabilità, gli organizzatori non hanno lasciato nulla al caso. La decisione di aprire Art Paris è stata presa solo dopo aver consultato tutte le 147 gallerie ospiti, oltre che i vari collezionisti. Il 95% degli intervistati, su 5mila persone contattate, ha confermato la propria presenza al Grand Palais.
Ma soprattutto, l’ok è arrivato anche dal Governo e dalla comunità scientifica, che hanno dato parere favorevole anche agli altri eventi che si terranno nello storico padiglione espositivo in muratura e vetro, costruito in occasione dell’Esposizione Universale del 1900. Lo spazio monumentale potrà aiutare a evitare eccessivi assembramenti ma il layout espositivo di Art Paris è stato radicalmente modificato, con corridoi più ampi e un numero minore di espositori. Saranno inoltre incrementate le misure di sicurezza, introducendo un limite massimo di visitatori, la cui temperatura sarà misurata all’ingresso.
Se l’anno scorso erano 150, adesso le gallerie presenti saranno 112, provenienti da Germania, Austria, Belgio, Bulgaria, Spagna, Grecia, Italia, Olanda, Portogallo e Svizzera ma anche da Corea, Canada, Costa d’Avorio e Perù. Il 36% dei partecipanti è al suo debutto: tra questi si segnalano anche gallerie blue chip, come Perrotin, Yvon Lambert, Jeanne Bucher Jaeger e Karsten Greve in collaborazione con Caroline Smulders. Tra le Italiane, SPARC – Spazio Arte Contemporanea, di Venezia, e Wunderkammern, di Roma e Milano. Inoltre, Art Paris 2020 comprenderà 21 mostre monografiche ed è prevista anche una sezione dedicata alle gallerie emergenti.
L’effervescente scena dell’arte francese sarà al cento di “Common and Uncommon Stories”, a cura di Gaël Charbau. La mostra esporrà le opere di circa 90 artisti, molti dei quali nati negli anni ’80 ma senza dimenticare i nomi storici, come Roland Flexner, Sophie Calle, Hervé Télémaque.
Intanto, sul sito di Art Paris sono visibili ancora le online viewing room, dedicati ai singoli booth delle gallerie.
La prossima edizione di Art Paris si svolgerà dal 7 all’11 aprile 2021 e sarà la prima fiera a usare il nuovo Grand Palais al Champ-de-Mars, una struttura effimera progettata da Jean-Michel Wilmotte, che ospiterà gli eventi più importanti di Parigi fino alla riapertura del Grand Palais, per le Olimpiadi estive del 2024.
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