Arte Fiera 2020: Pittura XXI e Fotografia le sezioni che colpiscono al primo sguardo

di - 23 Gennaio 2020

La 44ma edizione di Arte Fiera a Bologna, quest’anno, si è spostata nei padiglioni 15 e 18, negli spazi dove si svolgeva diversi anni fa. Un “trasferimento” annunciato che però stamattina, 23 gennaio 2020, nelle prime ore di apertura, ha colto di sorpresa diversi vip e addetti ai lavori, costretti ad affidarsi alle navette da piazza della Costituzione oppure a compiere un lungo percorso a piedi costeggiando i padiglioni 21 e 22 che, anche se provvisto di red carpet, non è risultato proprio agevole e di immediata comprensione.

La fiera si apre con l’area dedicata al Moderno e ottimo spazio è stato dato anche all’editoria (finalmente!): ogni rivista e casa editrice presente ad Arte Fiera ha il suo bel booth. Un punto in più, rispetto alle altre fiere italiane, che spesso trattano gli “informatori” dell’arte in maniera piuttosto approssimativa, con spazi risicati e ricavati in angoli poco frequentati.

Due sezioni speciali ad Arte Fiera: la pittura

Curata da Davide Ferri, la sezione “Pittura XXI” è una vera chicca, che troverete appena entrati al Padiglione 15. Due corridoi per 19 gallerie che espongono un totale di trenta artisti mid-career scelti accuratamente, proprio come una mostra. «Si tratta della prima sezione che una fiera italiana e internazionale dedica esplicitamente alla pittura – ci dice il curatore -, si tratta di una serie di presentazioni concordate insieme al direttore Simone Menegoi e ai galleristi. Abbiamo deciso di lavorare in maniera abbastanza decisa proprio sui mid-career per proporre una “adultità” della pittura. Nella selezione ci sono importanti artisti europei ed è stato premiato il lavoro di gallerie che negli anni hanno promosso la pittura. Questa sezione vuole rispondere all’entusiasmo e alla componente di rischio che attualmente c’è nella proliferazione di questo medium e anche se non si tratta ovviamente di una vera e propria mostra, si tratta anche di riflettere un po’ sull’inevitabilità della pittura, interpretata in maniera porosa dagli artisti che in realtà fuggono le categorie di astratto e figurativo, ma compongono universi che sembrano retrocedere alle avanguardie, o si rifanno a meta-rappresentazioni».

Da non perdere lo stand di The Gallery Apart, con le opere (dittici e trittici) di Alessandro Scarabello, per un range di prezzi che vanno dai 2500 euro ai 16mila; Peter Linde Busk con le sue piccole tele dalla palette decisamente colorata, realizzate con pastello, acrilico e olio, che ricordano l’umanità raccontata dal gruppo CoBrA o dall’Art Brut (7500 euro) è protagonista con le figure di Matteo Fato da Monitor, mentre da Boccanera di Trento, che torna a Bologna dopo alcuni anni, ampio spazio si è dato al giovane Andrea Fontanari e alle sue grandi tele colorate, in dialogo con i più piccoli dipinti di Nebojša Despotović. Belli gli stand di Francesca Antonini, con un solo show di Guglielmo Castelli, di 1/9 unosunove di Roma, con Jonathan VanDyke mentre CAR DRDE condivide lo stand con A+B di Brescia e insieme portano le rarefatte pitture di Markus Saile e Damien Meade.

Boccanera Gallery con le opere di Andrea Fontanari

La fotografia curata da FANTOM

Al lato opposto del Padiglione 15 c’è la fotografia e l’immagine in movimento. Un’altra bella sezione, stavolta curata da FANTOM (Selva Barni e Massimo Torriggiani) che, sullo stesso principio di Pittura XXI, propone un best of decisamente d’autore tra alcune delle gallerie italiane più forti nel settore.

Umberto di Marino, con uno stand preciso che ospita lavori di Francesco Jodice, Sergio Vega e Pedro Neves Marques, ci tiene a rimarcare che non solo i curatori, ma anche i collezionisti, hanno ormai bisogno di vedere una partecipazione del gallerista a livello di pensiero: inutile appendere tre opere pensando di aver finito il lavoro, è necessario, anche in uno stand fieristico, un progetto di curatela forte. Per la prima volta partecipano a Bologna AA29 project di Milano, con un toccante lavoro di Tiziana Pers Art History Vucciria, realizzato a Palermo nel 2018. L’entusiasmo qui è nell’aria, così come Francesca Guerrizio, fondatrice della milanese Ottozoo ci parla di un feeling positivo con le idee di rinnovamento del team Menegoi-Bartoli. Qui troverete le splendide fotografie di Paul Kooiker, realizzate con lo smartphone e trattate in una modalità che vi farà tornare indietro di ben più di qualche decade nella storia.

Da Viasaterna il solo show di Alessandro Calabrese e le sue rimodulazioni, mentre Gallleriapiù punta su Matteo Cremonesi, come potete leggere nella nostra intervista. Decisamente interessante anche lo stand di Traffic Gallery di Bergamo, con le ricerche sulle identità e le implicazioni sociali della cultura dei giovani punk (fuorilegge) in Russia e dell’Hip Hop in Senegal, firmate da Mattia Zoppellaro. Un ritorno a Bologna anche per Pinksummer con uno stand sia nella sezione pittura (con Jorge Queiroz) che con Luca Trevisani in fotografia, dopo una vecchia partecipazione ad Arte Fiera con Luca Vitone, ai tempi della direzione Spadoni-Verzotti.

Chi l’ha detto che per fare un buon lavoro bisogna mostrare i muscoli o fare sforzi senza precedenti? Queste due piccole sezioni, con qualche dovuto futuro accorgimento, sono l’esempio evidente di come possa essere ripensato il concept di una fiera. Per riuscire ad attirare specialmente l’attenzione che, come ben sappiamo, è la prima cosa che viene a mancare dopo più di qualche passo, un po’ di stand e tanti saluti…

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