Bologna accogliente, curiosa, golosa, Bologna colta, vogliosa, lungimirante, Bologna coraggiosa, bella, gaudente si fa invadere dall’arte in ogni sua espressione, nei luoghi deputati e no. Bologna e l’Emilia Romagna tutta, hanno consapevolmente scelto arte e cultura come sistema di vita e fonte di economia. Bologna, la città leader incontrastata per decenni del mercato delle arti visive che aveva subito una flessione quasi fisiologica nell’interesse collettivo, ha presentato un’Arte Fiera rutilante, ritrovando così la sua centralità nel panorama ormai vasto delle fiere d’arte in Italia. Si sono infatti via via affiancate Torino, Milano, Padova, Verona, ognuna con un proprio specifico e altre ancora.
Il movimento poi che ne è conseguito ha dato lo spunto ad altre realtà fieristiche specializzate, come quelle di fotografia o di design o dell’innovazione. In questi stessi giorni è aperta HOMI a Milano che, non paga, a marzo propone il MIART e ad aprile rilancia il suo Salone del Mobile.
Arte Fiera, dicevamo, ritrova a Bologna lo smalto che la contraddistinse per anni. Ha ritrovato vitalità e freschezza, due doti che ha sapientemente affiancato a un messaggio di un’affidabile solidità mercantile tra il nostro momento contemporaneo e il Novecento. Il segreto sta nella direzione di Simone Menegoi che con Gloria Bartoli ha fatto emergere qualità ed eleganza dando un netto taglio “all’arte” del sensazionalismo che è lontana dai canoni di armonia e bellezza che sono nel DNA dell’Italia.
Si esce corroborati e fiduciosi dalla visita dei padiglioni. Ottimo l’impianto generale del progetto espositivo, al cui interno si collocano le tessere di questo gigantesco puzzle, fatto di colori, di marmi, di bronzo, pietra, fildiferro, legno, video, fotografia e qualsiasi cosa, seguendo la tesi di Angela Vettese, sia metabolizzata dalla sensibilità dell’artista. Solo al Mambo, una sezione presenta un video che è l’urlo di un incubo il cui messaggio ė comunque necessario.
Torniamo in Fiera, dove i diversi protagonisti pur mantenendo ciascuno la propria forte identità, accolgono tutti insieme un pubblico affezionato fatto di visitatori attenti e preparati, ma anche semplicemente di curiosi e di giovani, tanti giovani. Un segnale davvero importante, che arriva in tutta la città che offre un divertimento istruttivo dall’archeologia all’arte contemporanea.
Un sapiente gioco di squadra tra Galleristi, Editori, Artisti, Collezionisti, Istituzioni, ha dato luogo a un’offerta così ricca che scegliere è stato difficile. Premi, talk, mostre personali e collettive, performance, installazioni site specific e progetti targati Arte Fiera e Istituzioni come “L’Opera aperta” giunta alla seconda edizione.
Protagonista l’Emilia Romagna che si scopre possedere un’identità museale che insiste sul territorio e in cui il territorio si rispecchia. L’idea vincente è il network che ne risulta creando sistema di questa consapevolezza a tutto tondo. Eva Brioschi la responsabile del progetto, ha creato un estratto che rimbalza l’attenzione suoi luoghi di provenienza giocando sulla tematica dell’indefinitezza dell’opera d’arte.
Al volo, citiamo ancora il premio Rotary giunto alla IX edizione per diffondere la cultura dell’arte, e poi A collection, di Chiara Casarin e di Giovanni Bonotto, Artouro d’Argento da anni per aver fatto dell’arte sistema di vita e di lavoro, la sezione focus sulle ricerche artistiche del primo novecento, Oplà performing activities, la sezione Pittura XXI a cura di Davide Ferri che sottolinea la vivacità della pittura tornata a pieno titolo alla ribalta, e DUMbo che ci riserverà altre sorprese.
Mentre il nostro momento artistico contemporaneo e il novecento si parlano negli spazi della fiera, in città il dialogo coinvolge l’archeologia negli spazi di palazzo d’Accursio, dove son visibili gli scavi cui fa da contrappunto, al museo archeologico, una grande mostra sugli Etruschi che tenta di svelarne le misteriose origini. Oltre a una serie di altri appuntamenti, tra cui il percorso in città Libera per Volare che mette in evidenza alcuni palazzi grazie al fil rouge del contemporaneo e che rimbalza felicemente il messaggio lanciato anni fa da Artour-o il MUST, e ancora gli abiti-scultura di Sissi a Palazzo Bentivoglio e tanto altro ancora. Tutti i musei cittadini si offrono ai visitatori gratuitamente e Art City è una continua scoperta.
Arte Fiera si conferma, allora, come l’occasione per mettere in moto il volano che coinvolge ogni angolo di Bologna. Di punto in bianco, davvero improvvisamente, dato che la segnaletica è inesistente, volutamente, forse, per giocare con il pubblico, di fronte a cui si spalancano scenari, mostre, installazioni, video, invitandolo a mettersi in gioco con tutti quelli che amano ritrovarsi in questa meravigliosa città che, con questo appuntamento, tocca il polso al mercato dell’arte ma non perde di vista la cultura.
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