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Arte in Nuvola a Roma chiude in bellezza: intervista ad Alessandro Nicosia
Fiere e manifestazioni
di redazione
150 espositori in 7mila metri quadrati a firma d’archistar, questi sono i numeri che già sapevamo. E poi ci sono quelli da tirare alla fine, a porte chiuse, che fanno contare 24mila visitatori, di cui 400 collezionisti italiani e stranieri. Insomma, buoni auspici per questa prima edizione di Arte in Nuvola, la nuova fiera internazionale di arte moderna e contemporanea, andata in scena dal 18 al 21 novembre sotto la benevola Nuvola di Massimiliano Fuksas. Ideata e diretta da Alessandro Nicosia, con la direzione artistica di Adriana Polveroni in collaborazione con Valentina Ciarallo, la fiera è nata sotto auspici di dinamicità, con molti progetti speciali a caratterizzare il percorso, e si è sviluppata sfidando una sorte non esattamente propizia, viste le difficoltà, soprattutto nei mesi passati, legate all’evoluzione della pandemia.
Abbiamo già scritto dei premi e riportato le opinioni dei galleristi ma cosa ne pensano gli organizzatori? Abbiamo fatto alcune domande a caldo ad Alessandro Nicosia, per capire come è andata e cosa si può migliorare. In attesa del prossimo appuntamento.
Come è andata Arte in Nuvola? L’intervista ad Alessandro Nicosia, a bocce ferme
Diciamolo: erano in molti alla finestra che avevano pronosticato l’insuccesso di questa iniziativa. La storia di una Roma ostica che già altre volte era stata tomba di fiere e manifestazioni culturali aleggiava sopra la nuvola.
«Invece Roma ha dimostrato che se gli concedi cuore e professionalità te li restituisce centuplicati. Nonostante un sole che suggeriva altre mete sono oltre 25.000 le persone che da giovedì hanno visitato la kermesse».
La partenza di giovedì è stata tiepida. Un po’ in controtendenza con le altre fiere. Come te lo spieghi?
«Roma non è come le altre città. Roma ti stupisce quando non te lo aspetti! Le file di sabato e di domenica sono la migliore risposta».
Venerdì mattina ho sentito alcune voci che già si allenavano all’arte del lamento. “C’è poca gente”. “Si vende poco”. “Aveva ragione chi non è venuto”. Poi qualcosa è cambiato, proprio all’ultima ripresa! Domenica a pranzo i più sorridevano e raccontavano di super vendite e dell’enorme flusso di gente. Ora sei più tranquillo?
«Diciamo che preparerò con maggiore serenità l’edizione dell’anno prossimo che si svolgerà dal 16 al 20 novembre! I gufi hanno perso».
Dopo questo successo tutti gli attendisti vorranno salire sul carro al prossimo giro.
«Non è certo una pratica nuova. Ognuno fa le sue scelte. Di certo devo ringraziare tutti quelli che hanno creduto in questa iniziativa sin dalla prima ora e dirgli che avranno sempre un posto d’onore in questa meravigliosa nuvola».
Parlare solo dei successi dopo un po’ diventa noioso. Dicci cosa non ha funzionato. O cosa non ti è piaciuto.
«Sono dispiaciuto per la mancanza di gallerie estere ma dopo due spostamenti di data forzati e questa incertezza sulla pandemia era difficile gestire l’internazionale. Abbiamo ricevuto già moltissime richieste in questo senso e posso già garantire che l’anno prossimo il parterre di gallerie internazionali avrà una quota importante».
L’estero quest’anno è stato però rappresentato dall’ampio spazio dedicato a Israele. Continuerà questa sana abitudine?
«Assolutamente! Già due Paesi si sono candidati per il prossimo anno. Non sarà facile scegliere».
Novità e buoni propositi per il futuro?
«Di sicuro amplieremo le attività collaterali sia dentro che fuori la Nuvola. Tutta la città di Roma dovrebbe beneficiare del successo della manifestazione e collaborare alla nascita di iniziative parallele».
A tale proposito ho visto in giro per la fiera tantissime famiglie che portavano con loro i più piccoli. Posso suggerire di pensare a qualcosa anche per loro?
«Accolgo il suggerimento e dò la mia parola a exibart che studieremo il modo migliore per creare uno spazio che sia ludico e divertente allo stesso tempo».