ArtissimaXYZ, Artissima Junior, Fondamenta…da ormai diversi mesi Artissima ha scelto di programmarsi anche online, con diverse sezioni, per far fronte a questo terribile anno di annullamenti e dispersioni. Sembrava però, fino a pochi giorni fa, che la fiera di Torino resistesse anche nel 2020 e che l’Oval avrebbe aperto le porte, ma data la situazione di stallo e la chiusura di molti Paesi, tra quarantene e tamponi all’ingresso, e quello che sembra essere il nuovo picco di contagi, ha fatto sì che anche la fiera di Torino abbia scelto di non essere in presenza, nonostante il lavoro fatto per realizzare una fiera “covid-conscius” e nonostante la presenza di oltre 40 gallerie internazionali confermate già a fine estate.
“Le vendite delle opere non si possono programmare, è ovvio, ma è necessario poter garantire ai galleristi un pubblico di qualità – spiega la direttrice, Ilaria Bonacossa – se anche questo viene a mancare è inutile pensare a una fiera”.
Il tema di Artissima 2020, che quest’anno conta del supporto del nuovo partner Intesa Sanpaolo, è “Stasi Frenetica”, ovvero quella condizione che identifica una politica che continua a fare affermazioni ma non riesce a legiferare a riguardo. Una condizione esistenziale che si è fatta concreta oggi, dove l’umanità globale (o quasi) è chiusa in una modalità di lavoro serrata e circolare.
La vera novità, però, è che la fiera avrà – nonostante tutto – una parte fisica che si svolgerà su tre musei appartenenti al circuito di Fondazione Torino Musei: MAO, GAM e Palazzo Madama.
Con un distillato delle opere che si sarebbero presentato in fiera, una novantina di gallerie (di cui quasi la metà straniere) arriveranno idealmente a Torino con delle condizioni agevolate: costi bassi (ovvero le attività commerciali sosterranno solo i costi di spedizione delle opere) mentre la direttrice Bonacossa si occuperà della selezione dei lavori e dell’allestimento.
“Si tratta di una fiera di natura utopica, un esperimento che farà tutti contenti e tutti arrabbiati per come saranno disposte i lavori”, ironizza la direttrice. La seconda news è che Artissima 2020 durerà un mese: le opere in vendita della fiera saranno esposte nei tre musei fino al prossimo 9 gennaio.
“Volevamo mantenere i giorni di opening per non perdere la vitalità dell’art week torinese, ma chi vorrà potrà farsi un giro anche dopo, o ritornare” è il messaggio della direzione. Per fare affari, invece bisognerà passare sulla piattaforma digitale, dove ci si potrà confrontare con i galleristi. Il catalogo digitale della fiera (che Artissima realizza dal 2017) stavolta avrà anche i prezzi, mentre come vi avevamo già annunciato le tre sezioni curate della fiera “Back to the Future” e “Present Future” e “Disegni” saranno solo in digitale (con 10 opere per ogni sezione) sulla piattaforma Artissima XYZ: una canale transmediale con podcast, interviste, documenti storici e materiali d’archivio, anch’esso navigabile dal 5 novembre al 9 dicembre. Resta confermato il Fondo acquisizioni da parte di Fondazione CRT, e – per ora – anche la metà dei premi che hanno contraddistinto gli ultimi anni della manifestazione. Quel che c’è da fare, adesso, è organizzare questo “Fanta-allestimento”, a partire dalla prossima settimana.
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