Rinnovamento, gallerie che ritornano e progetti speciali non solo in fiera ma anche coinvolgendo la città e le aziende. A tu per tu con Stefano Raimondi, direttore della prossima edizione di ArtVerona, la 17ma, presentata poche ore fa ai Chiostri di Sant’Eustorgio, a Milano, e che si terrà dal 14 al 16 ottobre 2022.
Quali sono le novità per questa 17ma edizione di ArtVerona?
Questa edizione, che tornerà ad avere la preview il giovedì sera, segna il mio terzo anno come Direttore Artistico di ArtVerona, un arco temporale in cui con tutto il team abbiamo lavorato in modo compatto per raggiungere l’obiettivo di posizionare ArtVerona come fiera di riferimento per il sistema dell’arte italiano. Per farlo abbiamo introdotto numerose novità: nei padiglioni, nel programma di accoglienza dei collezionisti, in città e nella comunicazione. #Italiansystem, l’hashtag che racchiude la manifestazione, apre quest’anno le porte a mirate contaminazioni internazionali, mostrando un sistema artistico fluido e in grado di creare collaborazioni. Così per la prima volta Visiting Curator invita quattro importanti curatori come Chrissie Iles del Whitney Museum di New York o Nadim Samman del KW Institute di Berlino, ad approfondire le proposte mostrate in fiera. Nella nuova sezione Curated by, gallerie e curatori nazionali e internazionali collaborano nella realizzazione degli stand mostrando all’interno di una fiera quella che è una pratica sempre più comune in galleria e con sfaccettature di volta in volta diverse. Nella sezione Introduction in cui gallerie storiche introducono in fiera altrettante gallerie emergenti, accanto a nomi storici dell’arte italiana come Massimo Minini, Continua, Monica De Cardenas, De’ Foscherari compaiono advisor internazionali come Peres Project di Berlino e Christine König di Vienna. La sezione PAGES, completamente rinnovata, crea un dialogo tra case editrici di sei paesi europei e sei artisti italiani. Il nuovo progetto CAMERA – Collezioni video presenta una selezione di opere provenienti da importanti collezioni video italiane e internazionali. Tra le novità anche HABITAT che attraverso la ricerca di quattro maestri dell’arte italiana – Marina Apollonio, Luciano Fabro, Ugo La Pietra, Nanda Vigo – e la collaborazione con archivi e musei, permette al visitatore di immergersi in meravigliose opere-ambienti che ridefiniscono la tradizionale esperienza dell’opera. Infine, ma sarà la prima cosa che accoglierà il visitatore in fiera, Stefano Arienti è l’artista scelto per realizzare il grande red carpet, un’opera di 500 metri quadrati prodotta con materiale completamente riciclato grazie alla preziosa collaborazione con l’azienda Aquafil.
Ci racconti quali nuove gallerie sei riuscito a coinvolgere nel progetto e su quali punti di forza della fiera stai puntando?
Sono convinto che una fiera debba mostrare il lavoro di gallerie solide, con cui si è creato nel tempo un rapporto di fiducia, capaci di essere presenti anno dopo anno e di essere un punto di riferimento e di incontro per i collezionisti. Ovviamente tenendo una porta ben aperta alle nuove proposte, sostenendo il ricambio, la sperimentazione e l’innovazione ma senza inseguire troppo le mode del momento, quello che sembra “cool” ma che magari dopo un anno si perde. L’idea è quella di tenere circa l’80% delle gallerie delle edizioni precedenti e di continuare il percorso di crescita qualitativa attraverso nuovi inserimenti. Quest’anno, per fare solo alcuni esempi, parteciperanno per la prima volta o torneranno nella Main section gallerie come Osart, Prometeo, Norma Mangione, Renata Fabbri, Noire, Benappi e nelle sezioni di ricerca UNA, Societé Interlude, Gallleria Più, The Address, ArtNoble, PACT. Siamo davvero molto soddisfatti della qualità degli espositori e credo che il merito sia soprattutto del passaparola positivo tra gli operatori che si è generato dopo la passata edizione.
Come sarà strutturato, quest’anno, il programma culturale in città?
Negli ultimi tempi a Verona si sta assistendo a una vera e propria fioritura di luoghi e dialoghi con l’arte contemporanea e questo è merito dall’attività svolta negli anni dalle istituzioni pubbliche e dalla fiera stessa. La città si presenta ricchissima di appuntamenti e pienamente desiderosa di fare sistema nei giorni di ArtVerona. Ci sarà l’inaugurazione di un importante progetto promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura ai Musei Civici, un programma di performance che si concentra sul lavoro di due artiste internazionali: Annamaria Ajmone e Claudia Pagès Rabal, l’apertura per la prima volta durante ArtVerona dell’imperdibile Casa Museo Palazzo Maffei, la possibilità di visitare la collezione AGIVERONA esposta al polo universitario di Santa Marta e il nuovo display della Collezione De Iorio, ospitata nel Centro Diagnostico Tecnomed di ZAI e nell’adiacente spazio espositivo. Inoltre, inaugurerà in occasione di ArtVerona Spazio Vitale, un nuovo centro dedicato esclusivamente all’arte digitale e ci sarà la possibilità di visitare gli importanti eventi promossi da Cariverona, da sempre attenta alla valorizzazione culturale del territorio.
Che cosa deve fare una fiera, oggi, per essere realmente attrattiva nel panorama quasi sterminato delle fiere mondiali?
Ci sarebbe molto da dire ma riassumerei così: per i visitatori deve essere di qualità, innovativa e appassionante, per le gallerie deve essere ugualmente di qualità, ben organizzata e proficua nelle vendite e negli incontri.
Verona si è caratterizzata in questi anni per la sua “italianità”: come reagisce a questa caratteristica il parterre di collezionisti?
Direi che è stato uno dei motivi del suo successo. È fondamentale avere una manifestazione con un’identità così ben strutturata, in una città e in un territorio importante e conosciuto. ArtVerona è una fiera accogliente dove si possono trovare ricerche emergenti e opere storiche, in un contesto che mette in primo piano le relazioni e gli incontri.
Ci dai qualche numero di questa 17ma edizione?
Ci saranno 135 gallerie, 650 stanze riservate ai collezionisti invitati dalle gallerie, 20.000 prenotazioni aggiuntive nei ristoranti della città e mi auguro una grande quantità di entusiasmo.
Hai costruito un team molto variegato: pensi che il lavoro di squadra possa contribuire a costruire una manifestazione più viva e meno “ingessata”
Penso che sia molto stimolante introdurre dei punti di vista diversi, confrontarsi con persone che stimo per le loro competenze e capacità di fare. ArtVerona può contare su un team organizzativo e curatoriale molto ambizioso ed eterogeneo per competenze e interessi, e soprattutto può contare su un grande impegno di VeronaFiere, sia in termini di investimento che di risorse umane. Credo che questo trovi un riscontro quasi istintivo nelle proposte e progettualità che anno dopo anno definiscono la fiera.
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