La FIAC – Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea lancia ufficialmente l’Art Week di Parigi, con l’apertura della sua 46ma edizione al Grand Palais, dal 17 al 20 ottobre 2019. Sono presenti 197 gallerie di Arte Moderna e Contemporanea, provenienti da 29 Paesi, tra cui due new entry quali Costa d’Avorio e Iran, centinaia di artisti presentati in collettive, personali e duo show, editoria e design moderno e contemporaneo. Tra gli stand si incrociano grandi collezionisti, curatori e direttori di gallerie pubbliche, oltre a tanti appassionati, sono infatti oltre 75mila i visitatori attesi fino al 20 ottobre.
Voci di corridoio annunciano un inizio promettente, con diverse vendite già concluse, in questa edizione che propone molta pittura di medio e grande formato, da Soulages presso la Perrotin, a Gérard Garouste dalla parigina Templon. Parecchia fotografia – un anticipo a Paris Photo – che vede Sophie Calle con la serie The Last image presso Paula Cooper, o Emeka Ogboh da Imane Farès. Buona scultura con Tony Cragg presso la Tucci Russo, Tatiana Trouvé da Kamel Mennour, Jaume Plensa presso la Lelong. E un tocco di video, con Ça va aller di Elaine Sturtevant presso Air de Paris o Koki Tanaka con Vulnerable Histories da Vitamin Creative Space. Da non dimenticare la ceramica, che ritroviamo qua e là, come presso la Manifattura di Sèvres che produce opere in porcellana di alta qualità e oggetti d’arte.
Molti gli artisti mid-career, come Kader Attia presso la Nagel Draxler ma anche una bella scena emergente, vedi Zsófia Keresztes presso la Gianni Manhattan nel settore Lafayette – un’artista che abbiamo incontrato nell’ultima Biennale di Lione – o Gina Fischli e il suo universo delirante presso la londinese Soft Opening.
Un giudizio a caldo – dopo un primo tour attraverso Fiac 2019 – premia Artists on the French Riviera della Gagosian, che esplora la vita artistica del ventesimo secolo sulla Costa Azzurra. Uno spazio immersivo con i colori del mediterraneo, che restituisce gli interni della mitica villa Santo Sospir di Cocteau, con le sue figure a tempera di divinità mitologiche greche, per la bella scenografia firmata da Cécile Degos. Lo spazio è impreziosito da rarità, come Faune (1956, ceramica dipinta e smaltata) e Couple (1963, opera in ceramica incorniciata e dipinta) di Picasso, oltre che da creazioni di Calder, Giacometti, Klein, Léger, Matisse, tra gli altri.
Curato fino al minimo dettaglio, il doppio spazio occupato dalla Perrotin che apre un dialogo spontaneo tra artisti diversi, vedi la scultura di Laurent Grasso e il suo The Helmet of Minerva (2019) o Blue calcite Eroded Head of Hygie (2019) di Daniel Arsham, ma anche i rossi e i blu di Hans Hartung con quelli di Georges Mathieu. Sulla stessa scia la Max Hetzler presenta, tra l’altro, due tele dominate dal bianco e dal nero di Adam Pendleton, Untitled (Were are not), e opere di Toby Ziegler con Self-Harm, entrambe del 2019. Bella la proposta della Cardi di Milano che presenta Blanks e Over–Painting di Mimmo Rotella, due serie degli anni ottanta che dialogano con Bas–Meudon (1991, 280×475 cm) di Jacques Villeglé presso la parigina Vallois. Ma anche gli artisti intramontabili della Tornabuoni Art, l’eclettismo di Galleria Continua o l’anticonformismo di Air de Paris.
Breve panoramica sulle italiane con due new entry, quali la bresciana Apalazzo e Laveronica di Modica, oltre a Kaufmann Repetto, Raffaella Cortese, Francesca Minini, Alfonso Artiaco, Massimo De Carlo, Massimo Minini e P420.
Insomma, una bella edizione che non ha perso lo smalto e la voglia di rinnovarsi. E questo rendez-vous imperdibile si svolge anche in diversi luoghi della capitale, dove possiamo incrociare un gonfiabile a pois a forma di zucca che rimanda inevitabilmente al linguaggio visivo di Yayoi Kusama. Presentata dalla galleria Victoria Miro, l’artista giapponese ha concepito per FIAC Hors les Murs 2019 un’enorme zucca gialla a pois neri di 10 metri di alteza e altrettanti di diametro, che si erge sulla Place Vendôme, accanto alla colonna omonima, fino al 21 ottobre. Life of the Pumpkin Recites, All About the Biggest Love for the People (2019), è la più grande scultura gonfiabile mai realizzata fino a oggi da Kusama.
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