Sarà Melanie Bonajo l’artista che rappresenterà i Paesi Bassi alla Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia del 2021. Ma chi andrà ai Giardini per vedere il progetto dell’artista nata nel 1978, a Heerlen, non troverà il tradizionale Padiglione Olanda, costruito da Gerrit Thomas Rietveld. O meglio, come scrivevamo, lo troverà “occupato” dall’Estonia, visto che, per questa 59ma edizione, il Mondriaan Fund, l’ente che si occupa dei vari aspetti legati alla partecipazione alla manifestazione di Venezia, ha annunciato un radicale cambiamento di prospettiva. E di spazi. Dove potremo vedere allora l’opera di Melanie Bonajo? Tra le varie opzioni a disposizione, l’artista e il team curatoriale hanno scelto di entrare nella Chiesetta della Misericordia, una chiesa sconsacrata del XIII secolo a Cannaregio.
Anche la procedura per determinare la scelta dell’artista è stata diversa. Nelle passate edizioni il progetto era scelto in seguito a una open call e l’anno scorso vinse il progetto presentato da Benno Tempel, che proponeva una collettiva con Remy Jungerman, Iris Kensmil e Stanley Brouwn. Ma la vedova di Brouwn si oppose alla scelta, visto che, secondo lei, il marito era contrario alle mostre collettive. La mostra fu organizzata ugualmente, solo con le opere di Jungerman e Kensmil ma la scelta di portare avanti comunque il progetto anche se monco fece discutere non poco in Olanda. Questa volta, invece, una giuria internazionale ha provveduto a stilare una shortlist di possibili candidati e, alla fine, è stata scelta Melanie Bonajo, che preferisce farsi chiamare semplicemente Mel, per evitare identificazioni di genere.
La sua nomina per la Biennale di Venezia è una sorta di rivincita, visto che già per l’edizione del 2017 fu inserita nella shortlist dei progetti finalisti, insieme a Renzo Martens, Jennifer Tee, Erik van Lieshout e Wendelien van Oldenborgh che, alla fine, fu scelta per il Padiglione.
Per la 59ma Biennale di Venezia, Bonajo produrrà un nuovo film, che verrà presentato insieme a un’ampia installazione. «A Venezia, Bonajo prenderà in carico il corpo umano e lo trascinerà via dagli artigli del capitalismo. Mel ti assorbirà in The New Intimacy Movement. Ti sfida a riconoscere ed esplorare di nuovo il corpo come mezzo di connessione, intimità, contatto e sicurezza. Sarai coinvolto in avventure che stimolano tutti i sensi: sentire è una forma di intelligenza, pensare attraverso il tatto», ha spiegato il team curatoriale.
Melanie Bonajo ha studiato alla Gerrit Rietveld Academy e alla Rijksakademie di Amsterdam e in Olanda è un’artista molto considerata. La sua ricerca è incentrata sulle connessioni tra sfera privata, progressi tecnologici, stereotipi di gender, ecologia e alienazione. Attraverso documentari sperimentali e con un certo senso dello humor, Bonajo racconta i comportamenti di gruppi di individui e di intere comunità che si riconoscono ai margini della società, tra esclusione culturale e illegalità. Oltre al film, Bonajo lavora anche con i linguaggi della performance e della musica. Le sue opere sono state presentate al Palais de Tokyo di Parigi, allo Stedelijk Museum di Amsterdam e alla Tate Modern di Londra.
In aprile, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Bonajo dovrebbe presentare una sua installazione, Night Soil – Fake Paradise, sull’uso dell’ayahuasca per creare stati alternativi di coscienza e per determinare nuove categorie politiche e personali. Sperando che questa emergenza Coronavirus passi presto.
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