Dopo Frieze New York, salta anche Tefaf: l’ennesimo appuntamento, nel desolante calendario 2020 dell’arte contemporanea, a risentire degli effetti dell’emergenza Coronavirus. Ma per fortuna, Tefaf New York è stata solo posticipata: apertura ufficiale il 31 ottobre 2020, con preview il 30, e visitabile fino al 4 novembre, nella sede di Park Avenue. L’evento era stato programmato originariamente dall’8 all’11 maggio, in coincidenza con Frieze che, però, è stata proprio annullata.
Un effetto domino, contando che le nuove date autunnali sono normalmente occupate dalla fiera gemella, Tefaf New York Fall, tradizionalmente dedicata all’antiquariato e all’arte dall’antichità al Dopoguerra, che è stata cancellata. Purtroppo, in una emergenza del genere, è inevitabile dover fare delle scelte, per quanto dolorose possano rivelarsi. Il sacrificio di Tefaf Fall a favore della fiera d’arte contemporanea e design, che presenta numerose gallerie blue chip come David Zwirner e Hauser & Wirth, è probabilmente indicativo del maggior successo di quest’ultimo evento.
Tuttavia, una portavoce di Tefaf ha dichiarato a The Art Newspaper che la fiera autunnale tornerà nel 2021: «Questa è una situazione senza precedenti e l’emergenza coronavirus è l’unica ragione per cui la fiera autunnale in programma non avrà luogo quest’anno. Speriamo ovviamente di continuare l’anno prossimo come previsto. Verranno rimborsate tutte le iscrizioni di Tefaf Fall 2020».
«Alla luce della pandemia e delle restrizioni sugli spostamenti recentemente introdotte, stiamo affrontando una situazione unica, mai verificatasi prima e che è nuova per tutti. Se da un lato non possiamo incontrarci, in questi giorni, è belle vedere come tutta la comunità dell’arte resista unita. Vogliamo ringraziare tutti gli espositori, i visitatori, gli sponsor e i partner per la loro comprensione e il loro supporto. Adesso è il momento in cui dobbiamo pensare alla sicurezza e alla salute di tutti», ha dichiarato Sofie Scheerlinck, Managing Director di Tefaf.
Ricordiamo, però, che Tefaf Maastricht aveva aperto come da programma solo poche settimane fa, il 7 marzo – quando era già evidente che la situazione, in Europa, era drammatica – per chiudere con alcuni giorni di anticipo, l’11 invece del 15, per un caso di coronavirus registrato tra uno degli espositori, che però non aveva mostrato alcun sintomo durante la fiera.
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