L’associazione culturale Flashback, fondata da Ginevra Pucci e Stefania Poddighe nel 2012, taglia il nastro dei dieci anni di attività, scanditi da altrettante edizioni della fiera omonima che, dedicata all’arte “tutta” contemporanea, ha portato a Torino 350 espositori e un numero non calcolabile di opere, organizzando, tra l’altro, 85 talk, 20 grandi mostre, 50 performance musicali, 73 laboratori. Dando vita a un progetto parallelo, letteralmente en plein air, arrivato a sua volta a otto edizioni.
Ideato dall’artista Alessandro Bulgini, “Opera Viva, il Manifesto” torna quest’anno con una nuova curatela, affidata a Jón Gnarr, che oltre a essere un visionario artista e attore, scrittore e drammaturgo, è stato anche sindaco di Reykjavík. Sei gli artisti islandesi invitati a reinterpretare lo spazio pubblico di 6×3 metri che campeggia in Barriera di Milano, ad accompagnare il percorso di avvicinamento alla nuova edizione di Flashback, che si terrà a novembre 2022 e di cui sono già aperte le iscrizioni (per richiedere la domanda di partecipazione scrivere a exhibitors@flashback.to.it).
«Siamo molto soddisfatte del lavoro svolto in questi anni e abbiamo in serbo molte sorprese che verranno svelate nel corso dei prossimi mesi. La ricorrenza del decennale sarà l’occasione per consolidare l’identità di un progetto culturale nato sotto l’imperativo “L’arte è tutta contemporanea” di cui Flashback Art Fair è una delle componenti», hanno dichiarato Pucci e Poddighe. «Il nostro obbiettivo è presentarci alla città di Torino e al mondo dell’arte come un soggetto capace di creare e promuovere cultura in modo sempre vivificante e inclusivo».
Per dare il via ai festeggiamenti, l’associazione Flashback ha scelto un nuovo tema e una nuova immagine, che prendono ispirazione dall’opera di Bulgini, “Opera Viva – He.art”, incentrata sulla prossimità, linguistica ma anche poeticamente “biologica”, tra l’organo muscolare che costituisce il motore centrale dell’apparato circolatorio, il cuore, e l’espressione dell’ingegno e della creatività umana per eccellenza, l’arte. Aggiornata anche la veste del sito ma le novità vanno anche al di là del web e arrivano in strada.
Primo appuntamento, il 18 maggio alle 18:30 in Piazza Bottesini, a Torino, con la prima tappa di “Opera Viva, il Manifesto”. «La scelta di un nuovo curatore per “Opera Viva, il Manifesto” nasce dalla volontà di lavorare a un’edizione che insista sull’importanza di fornire soluzioni alternative alla nostra incapacità di risolvere i conflitti e che sottolinei l’importanza del ruolo degli artisti nella società», ha raccontato Alessandro Bulgini, l’ideatore del progetto che, quest’anno, appunto, sarà curato da Jón Gnarr.
Creativo a 360°, autodefinitosi anarco-surrealista, Gnarr nel 2009 ha sentito la necessità di mettersi a disposizione degli altri creando un nuovo partito politico, Besti flokkurinn, Il Partito Migliore, nel quale ha coinvolto tantissimi artisti islandesi nella convinzione che solo l’arte possa, in determinate occasioni, fornire un reale spunto per il cambiamento. Sorprendentemente, la lista di Jón Gnarr ha vinto le elezioni comunali di Reykjavík e dal 2010 al 2014 Gnarr è stato Sindaco della capitale dell’Islanda.
Sulla base di queste premesse, per “Opera Viva, il Manifesto” Gnarr ha coinvolto di altri sei artisti islandesi, per lavorare in maniera corale e fornire una visione pluralistica e unica al tempo stesso. Il primo artista con il quale parte il progetto è Hugleikur Dagsson, fumettista islandese dall’umorismo urticante, conosciuto in Italia per il libro “Cazzo Ridi?”, contro il perbenismo e il politically correct. Il manifesto di Dagsson non ha bisogno di ulteriori parole a commento perché possiede una chiarezza e immediatezza schiaccianti con il suo fondo giallo, i suoi tratti semplici e le sue tre parole: “What Just Happened?”.
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