Giro in fiera: ecco gli stand di Art Paris 2025

di - 4 Aprile 2025

Art Paris, la rinomata fiera d’arte moderna e contemporanea, ha inaugurato la ventisettesima edizione al Grand Palais con 170 gallerie provenienti da 25 Paesi, ben 990 artisti (di cui il 40% donne), 26 mostre personali e il 40% di nuovi espositori. Appuntamento imprescindibile per collezionisti, galleristi e appassionati d’arte, la fiera attende, fino a domenica 6 aprile, oltre 70mila visitatori.

Tra le novità di quest’anno, spicca un settore interamente dedicato al design francese contemporaneo e alle arti decorative, curato da Jean Paul Bath e Sandy Saad. I balconi nord del Grand Palais ospitano 18 espositori — tra designer, architetti d’interni e galleristi — che presentano creazioni capaci di fondere arte e design in modo innovativo. Tra queste, spiccano l’iconica Biblioteca asimmetrica di Charlotte Perriand (1958-1960), presso la galleria Jousse Entreprise, e Magie de miroir (1980), il suggestivo specchio in resina dipinta di Niki de Saint Phalle, presentato dalla galleria Jean-François Cazeau. Altra grande novità è il Prix Her Art, un premio da 30mila euro lanciato da Marie Claire in collaborazione con la maison Boucheron, destinato a una delle dodici artiste selezionate tra le gallerie partecipanti. La galleria Jeanne Bucher Jaeger presenta opere della serie Matière-Lumière (2024) di Evi Keller, tra le artiste in lizza. La sua ricerca esplora il concetto cosmico della trasformazione della materia attraverso la luce, articolandosi in un repertorio che include sculture, pitture, fotografie, suoni e performance. Tutte le sue creazioni degli ultimi vent’anni sono riunite sotto un unico titolo: Materia-Luce. Curata da Guillaume Piens, la fiera pone l’accento sulla pittura figurativa in Francia, anche grazie al Prix BNP Paribas Banque Privée da 40mila euro, a sostegno della scena artistica francese.

Art Paris 2025 © Marc Domage

La sezione Immortelle, curata da Amélie Adamo e Numa Hambursin, riflette il ritorno della figurazione nell’arte contemporanea, mentre il progetto Hors limites, a cura di Simon Lamunière, è dedicato alla creazione oltre le convenzioni. La sezione Promesses accoglie invece giovani gallerie e creazioni emergenti. La scena contemporanea si esprime qui in tutta la sua varietà e vitalità: sin dall’ingresso, il pubblico è accolto da due imponenti sculture in acciaio zincato di Sophie Ryder: Girl With Knees Up (2019, 6,096 x 2,90 x 4,71 m) e Sitting Minotaur (2020, 6,7 x 5,48 x 5,79 m), opere monumentali dell’artista franco-britannica rappresentata dalla galleria Gowen di Ginevra. Le sue figure ibride, a metà tra uomo e animale, sono una perfetta metafora della fusione tra realtà e immaginazione. Sotto la navata e lungo i balconi del magnifico palazzo parigino, si snoda un programma ambizioso arricchito da piattaforme tematiche, mostre, premi e conferenze.

Art Paris 2025 © Marc Domage

Il settore principale accoglie opere di prestigio di gallerie come Mennour, Semiose, Lelong, Loevenbruck, Meessen, Nathalie Obadia, Templon e l’italiana Continua. La galleria Christian Berst propone la mostra Art brut au féminin, curata da Annette Messager, che riunisce le opere eccezionali di dodici artiste outsider, tra cui Aloïse Corbaz(1886-1964). L’artista svizzera, autrice di oltre duemila disegni, ha creato gran parte delle sue opere in ambito manicomiale. I suoi lavori fanno oggi parte di collezioni prestigiose come l’American Folk Art Museum, il Musée National d’Art Moderne (Pompidou) e la Collection de l’Art Brut. Nel 2024 le è stata dedicata una sala all’Arsenale durante la Biennale di Venezia, nella mostra Stranieri ovunque, curata da Adriano Pedrosa. La galleria Martel, con sedi a Parigi e Bruxelles, presenta Alex Barbier (1950-2019, Francia), Brecht Evens (1986, Belgio) e Lorenzo Mattotti (1954, Italia); di quest’ultimo sono state vendute tutte le opere poche ore dopo l’apertura, tra i 15mila e i 23mila euro. Particolarmente interessante la serie di Brecht Evens, star del fumetto europeo, realizzata per decorare 40 m² della stazione metropolitana Aulnay-sous-Bois. Il suo linguaggio, ispirato alla storia dell’arte, utilizza inchiostri colorati e una stratificazione ricchissima di dettagli: le opere del 2024 sono state vendute tra 5mila e 10mila euro.

Artist: Gillian Brett. Photo credit: Tanguy Beurdeley. Courtesy: C+N Gallery CANEPANERI

All’interno della fiera, si dipana un turbine di gallerie internazionali che offre una panoramica eclettica del panorama contemporaneo. L’Italia si distingue con una presenza forte, tra gallerie storiche e realtà emergenti. Secci espone opere di Michelangelo Pistoletto (Il telefono, serigrafia su acciaio inox lucidato, 1970, 70 x 100 cm – 50mila euro), di Chicco Da Silva (tra 60mila e 70mila euro) e di Mario Schifano (Senza titolo – Futurismo Rivisitato, 1974 – 150mila euro). Di Giò Pomodoro, invece, sono presentate opere tra i 60mila e i 110mila euro. La C+N Gallery CANEPANERI (Milano e Genova) incanta invece con le opere di Gillian Brett, vendute tra 5mila e 15mila euro, in cui materiali industriali e tecnologia si incontrano in un dialogo tra natura e artificio. La Galleria Anna Marra di Roma presenta Andrés Anza, Veronica Botticelli, Khadija Jayi, Mirko Leuzzi e Turiya Magadlela, con opere vendute nella stessa fascia. Mucciaccia Gallery propone un solo show di Emma Talbot (opere tra 5mila e 30mila euro), mentre Spazio Nuovo presenta Giuseppe Lo Schiavo, Bastien Pourtout ed Edouard Taufenbach.

Art Paris 2025 © Marc Domage

Nel settore Promesses troviamo la bolognese LABS Contemporary Art, con opere di Giulia Marchi ed Elisabeth Scherffig. Di rilievo anche la Afronova Gallery di Johannesburg, che presenta la serie Individual Beings Relocated IV (2017) di Dimakatso Mathopa (1995): una potente indagine sulla mobilità forzata e l’identità. Presso la Chiguer Art Contemporain di Montreal, un solo show di Pitseolak Qimirpik, intagliatore inuit di Kinngait (Cape Dorset, Canada), propone disegni e sculture in serpentinite e legno di caribù, ispirati all’immaginario sciamanico e alle tradizioni familiari, apprese osservando il padre Kellypalik Qimirpik. Infine, la presenza internazionale si arricchisce con gallerie come Sabrina Amrani (Madrid), Beck & Eggeling e Pasquer (Düsseldorf, Colonia, Parigi), Senda (Barcellona), Tang Contemporary (Pechino), Waddington Custot (Londra), Wilde (Ginevra) e la W&K – Wienerroither & Kohlbacher (Vienna, New York).

Il mercato dell’arte trova in Art Paris una piattaforma privilegiata, che si distingue per accessibilità, spirito di scoperta, diversità espressiva, e un’attenzione costante verso le gallerie emergenti e le proposte più audaci. Uno dei tratti distintivi della fiera resta la valorizzazione della creazione francese, offrendo un palcoscenico d’eccezione ad artisti e gallerie nazionali. Anche in questa edizione, Art Paris riesce a creare un’atmosfera autentica, capace di coinvolgere un pubblico eterogeneo — dai collezionisti esperti ai curatori in cerca di nuove proposte, fino agli appassionati desiderosi di lasciarsi sorprendere. L’effetto della fiera si estende ben oltre i suoi confini, irradiandosi in gallerie, istituzioni, spazi indipendenti e nei grandi poli culturali. Un fermento che, senza dubbio, continuerà a risuonare nel tempo, lasciando un’impronta profonda su artisti, collezionisti e amanti dell’arte.

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