26 giugno 2024

Ha aperto Can Art: ecco come la fiera del contemporaneo sta cambiando Ibiza

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Il fondatore della fiera, giunta alla terza edizione, e il curatore raccontano a exibart i principali avvenimenti della settimana dell’arte sull’isola bianca

Giugno è un mese particolarmente propizio per i “nomadi” dell’arte contemporanea: si inizia con Art Basel, per proseguire a Hydra con l’opening alla Deste Foundation questo anno con la mostra di George Condo The Mad and The Lonely, fino a spostarsi questa settimana ad Ibiza per CAN Art Fair Ibiza 2024 con la sua terza edizione, dal 26 al 30 giugno 2024 presso FECOEV. Una fiera che è riuscita ad inquadrarsi in una filosofia che guida l’esplorazione dei confini di ciò che è attuale e innovativo.

La fiera mantiene le promesse con la partecipazione di trenta gallerie internazionali, tra le quali per il primo anno Galleria Continua, decretandosi uno spazio dedicato alla scoperta, all’integrazione e alla celebrazione delle espressioni artistiche più fresche e all’avanguardia, dove l’arte emerge come una forza in costante reinvenzione.

ph. Maria Santos

Questa edizione è caratterizzata, secondo il direttore e fondatore Sergio Sancho dalla convergenza dei vari linguaggi d’arte, che negli ultimi anni si sono concentrati maggiormente nella pittura e nella figurazione. Quest’anno l’inserimento di nuove gallerie ha arricchito la fiera con proposte diverse, che dialogano con le scelte apportate nel passato. Inoltre, racconta Sancho a exibart, il lancio del programma di arte pubblica e l’aumento dell’impegno nel programma OFF incentrato su un’attenta selezione di artisti delle Baleari, arricchiscono l’esperienza dei visitatori.

In effetti è proprio il programma parallelo che rende unica la visita a fiera perché si estende a tutta l’isola e arriva alla Baleari, coinvolgendo le migliori gallerie, gli spazi non-profit e i musei.

Can Art 2024, Ballon Rouge, © Sayana Cairo
Can Art 2024, Enari Gallery, ©Sayana Cairo
Can Art 2024, LAMB Gallery © Sayana Cairo

Sancho spiega che ha avviato il progetto tre anni fa, l’aumento delle proposte sull’isola è stato esponenziale: «Gallerie come Gathering sono arrivate per stabilirsi e arricchire la scena culturale. Il MACE ha un programma incredibile e una collezione permanente per conoscere il passato culturale dell’isola. Ovviamente la scena delle Baleari è stata e continua ad essere qualcosa di molto interessante da seguire. Tra i temi trattati figurano proposte dal contenuto improntato alla preoccupazione per il territorio, alla scarsità d’acqua o ai problemi del turismo.»

Il curatore di CAN Ibiza Sasha Bogojev spiega quanto la fiera stia integrando ed ampliando le corde dell’isola, ma anche quelle del sistema dell’arte proponendo un hub nuovo e stimolante. Chiediamo a Bogojev cosa caratterizzi questa edizione: «Quest’anno ci sono tante nuove gallerie che non hanno mai esposto prima, con una maggiore varietà di stili/tipi di opere esposte e dal nostro primo programma di arte pubblica. Con una gamma più ampia di gallerie provenienti da nuove nazioni, abbiamo avuto una panoramica del tipo di opere che sta prendendo forma negli studi, dal Giappone all’Australia, all’Europa, agli Stati Uniti e al Canada. Il programma pubblico sta consentendo al CAN di avvicinare ancora di più l’arte al pubblico e di aumentare il continuo fermento della città di Ibiza. Tutto ciò rende la fiera più comprensiva, presentando di tutto, dai dipinti di tutti i generi, alle sculture con mezzi diversi, alla fotografia e all’installazione.»

ph. Maria Santos

In questa selezione di gallerie si fanno notare, oltre alla già citata Galleria Continua di San Gimignano, Enary Gallery di Amsterdam, AKIINOUE di Tokyo, la milanese Cassina Projects, L21 di Mallorca, The Hole di New York, Ross-Sutton Gallery di New York e PLUS-ONE Gallery di Anversa. Il public program incarna lo spirito inclusivo dell’isola con una serie di imperdibili mostre e l’inserimento del programma d’arte pubblica, con l’opera di Roby Dwi Antono, noto per realizzare immagini fantastiche fondendole all’estetica classica del Rinascimento, attingendo ai temi di eroismo, cultura pop e all’umorismo macabro per illuminare le contraddizioni dell’esperienza umana. L’opera è a Vara del Rey alle Isole Baleari, in collaborazione con Volery Gallery e MadFaber rimarrà in mostra fino al nove settembre.

ph. Maria Santos

Al Faro de Ses Coves Blanques Alejandro Javayolas e Bartomeu Sastre presentano il progetto Espais Incomplets, che fa interagire mondi astratti e realtà tangibili che si scontrano, fondendosi in un’esperienza artistica unica. Attraverso mezzi e approcci radicalmente diversi, questi artisti esplorano i confini della percezione e la relazione tra forma e sostanza, conducendo lo spettatore in un viaggio introspettivo e riflessivo nel significato dell’arte in un mondo in continua evoluzione. Javaloyas e Sastre ci accompagnano in un viaggio emotivo e concettuale dove l’astratto e il tangibile si intrecciano in una danza ipnotica di forme, colori e significati. Questa mostra non solo ci stupisce con la bellezza visiva, ma ci sfida anche a ripensare il nostro ruolo di osservatori attivi e partecipanti nel vasto quadro della vita.

L’isola bianca non è più solo un tempio della musica e del divertimento, è ormai affermata anche come una tappa fissa per l’arte contemporanea.

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