Dal 22 al 28 settembre gli spazi del Teatro Carcano di Milano ospiteranno la XII edizione di Video Sound Art Festival dal titolo “The life of things and the invisible qualities of objects”.
«Video Sound Art Festival, il festival d’arte contemporanea attivo a Milano dal 2010, dopo il percorso espositivo realizzato per Palazzo Grassi a Venezia presso il Teatrino di Tadao Ando, torna in città per presentare la XII edizione. Dai sotterranei alla galleria, lo storico teatro milanese, inaugurato nel 1803, darà spazio alle installazioni complesse con particolare attenzione al linguaggio delle immagini in movimento», hanno spiegato gli organizzatori.
Il Festival è sostenuto da Fondazione Cariplo, Mondriaan Fund e dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, con il patrocinio di Milano è Viva.
«Video Sound Art Festival, a cura di Laura Lamonea, dal 2011 promuove la creazione artistica riflettendo sulle trasformazioni del linguaggio installativo. Nel corso delle edizioni è stata dedicata sempre più attenzione alla costruzione di percorsi espositivi in contesti abitati dalla comunità, lontani dai circuiti distributivi ordinari dell’arte contemporanea – scuole pubbliche, sotterranei, impianti sportivi, sedi scientifiche, sale teatrali. Ciascun progetto è preceduto da uno studio delle caratteristiche sociali e storiche dei luoghi presi in considerazione con il duplice intento di mettere in connessione le installazioni con la sede (il suo utilizzo, le pareti, i soffitti..) e di testare l’adattamento dell’arte all’interno della società. L’incontro tra lo staff del festival, gli artisti, i curatori e le istituzioni ospitanti prevede un costante confronto. La curatela non consiste più solo nel prendersi cura degli oggetti artistici – video, installazione, fotografia, pittura, scultura. Si tratta di abbracciare le diverse visioni del mondo mettendo in condivisione il concetto di autorialità», si legge nel comunicato stampa.
«La XII edizione di Video Sound Art Festival si concentra sulla vita delle cose, sulle possibilità inesplorate che ogni oggetto custodisce in relazione alla storia, all’identità e alle relazioni sociali.
Tutto il mondo arcaico è popolato da oggetti dotati di forza vitale e l’impulso alla raccolta si configura nei secoli come il tentativo di riassumere all’interno delle stanze delle meraviglie l’immagine dell’universo, rispondendo al desiderio di risolvere enigmi.
Non essendo mai neutrali, gli oggetti all’improvviso possono diventare estranei e perdere la loro funzione. Come parlano? Come funzionano al di fuori del loro contesto?
Il percorso espositivo si snoda all’interno del teatro con installazioni, video ed elementi scultorei con l’obiettivo di creare un incontro con i fruitori e riscrivere le connessioni invisibili che esistono tra gli oggetti e la materia che li costituisce.
Il Festival è orgoglioso di annunciare la partecipazione di importanti artisti di fama internazionale quali: Mika Rottenberg, Daniel De Paula, del progetto editoriale MacGuffin, Jo Bannon e Candoco Dance Company.
Il percorso espositivo ha inizio nei sotterranei del teatro, uno spazio normalmente inaccessibile al pubblico che ospita la nuova installazione dell’artista Daniel De Paula, realizzata in collaborazione alla Galleria Francesca Minini di Milano. L’installazione complessa è composta dall’opera videocirculação e da elementi scultorei e sonori. circulação presenta una serie di filmati dati in concessione all’artista da società che effettuano ispezioni infrastrutturali per multinazionali attive nell’estrazione di risorse naturali e nelle telecomunicazioni. Attraverso strategie come la negoziazione con istituzioni pubbliche e private e l’appropriazione di oggetti e materiali che popolano la nostra quotidianità, le opere di De Paula riflettono sulle dinamiche di potere e su come esse plasmano luoghi e relazioni.
Nella galleria della sala centrale, il Festival presenta il video Cosmic generator di Mika Rottenberg, rappresentata dalla galleria Hauser & Wirth di New York. Partendo da video girati in diversi negozi di Calexico (California), Mexicali (Messico) e Yiwu (Cina), l’artista intende ricreare la vita immaginaria di un oggetto, dalla sua produzione in fabbrica al momento della vendita. Un sistema di tunnel stabilisce una connessione tra vari luoghi e attori, suggerendo una riflessione su come a certi oggetti sia permesso di circolare liberamente nel mondo, mentre per altri la distanza di pochi metri risulta lunga e complessa.
Ospiti della dodicesima edizione numerose artiste donne quali Oli Bonzanigo, con una nuova installazione site-specific nel cortile del teatro, Caterina Morigi, con la serie di elementi scultorei Making Special e Letizia Cariello (Letia), con un’installazione complessa composta dall’opera video Con te e dalla scultura in tessuto L’ombra mia mi ha fatto paura. La ricerca di Letizia Cariello è tesa a ricostruire connessioni e relazioni tra materia e spazi. Dagli alberi alle teiere, dalle tazze alle fotografie, il suo segno attraversa gli oggetti quotidiani per materializzare il tempo in una forma percepibile.
Per indagare la tematica in ambito editoriale, il Festival coinvolge il prestigioso progetto olandese MacGuffin, una piattaforma di ricerca sul design che esplora la vita delle cose ordinarie. Ogni numero è dedicato a un singolo oggetto, utilizzato come punto di partenza per esplorare gli aspetti storici, sociali e politici che rappresenta. L’approccio fortemente interdisciplinare è in grado di approfondire e declinare le principali teorie filosofiche, sociali e politiche del nostro tempo a supporto di una visione aperta ed egualitaria. In occasione del lancio del nuovo numero dedicato alla catena, il palcoscenico ospita un’installazione e una serie di podcast», hanno anticipato gli organizzatori.
Public Program
«Ad arricchire la mostra sono in programma interventi performativi ed uno screening program di video danza con una selezione di titoli nazionali ed internazionali volta a risvegliare l’espressione del linguaggio fisico in relazione alle cose che ci circondano».
Potete trovare le informazioni e il calendario degli eventi qui.
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