Il calendario mondiale dell’arte continua a perdere pezzi: la 34ma edizione della Biennale di Sao Paulo è stata definitivamente posticipata al 2021, dopo la proroga iniziale di settembre 2020. Ad annunciare la notizia, gli organizzatori della più importante manifestazione artistica dell’America Latina, in una conferenza su Zoom durante la quale è stato spiegato che la decisione è stata presa a causa delle restrizioni di viaggio che riguardano il Brasile, oltre che per la cancellazione delle gite scolastiche ai musei. Intitolata “Though it’s dark, still I sing”, “Anche se è buio, canto ancora”, la Bienal de Sao Paulo si svolgerà dal 4 settembre al 5 dicembre 2021.
Nella stessa occasione, è stata annunciata anche la modifica permanente della programmazione delle prossime edizioni, che si terranno negli anni dispari. Quindi la prossima Biennale, la 35ma edizione, avrà luogo nel 2023.
In effetti, si tratterà di una biennale prolungata su due anni, visto che questa 34ma edizione aveva già parzialmente aperto a febbraio, con una mostra personale di Ximena Garrido-Lecca e un progetto di Neo Muyanga. Inoltre, erano in programma anche progetti itineranti, tra cui una mostra di Deana Lawson che avrebbe dovuto essere esposta alla Kunsthalle di Basilea nel 2020. In ogni caso, l’elenco degli artisti partecipanti doveva essere annunciato lo scorso aprile ma è stato ritardato dalla pandemia.
«Sin dall’inizio, la biennale è stata concepita da un punto di vista curatoriale come un progetto che espande i suoi limiti convenzionali sia nel tempo che per lo spazio», ha commentato, durante la conferenza su Zoom, Jacopo Crivelli Visconti, chief curator della manifestazione, insieme a Paulo Miyada, Carla Zaccagnini, Francesco Stocchi e Ruth Estévez. «Queste nuove date sono una sfida per noi, per proseguire ciò che, fin dall’inizio, avevamo posto come parametri e concetti essenziali della mostra».
«Stavamo già pensando di affrontare idee di resistenza, di spostamento, di produzione di arte e cultura quando si è rinchiusi in una prigione o in un ambiente domestico. La maggior parte delle cose a cui stavamo già lavorando sembrano essere più rilevanti oggi», ha spiegato Visconti, che ha anche confermato che tutte le commissioni già annunciate sarebbero state ancora prodotte.
José Olympio Pereira, presidente della Fundacao Bienal de Sao Paulo e uno dei collezionisti d’arte più influenti al mondo, ha dichiarato che il bilancio della biennale non è stato ancora influenzato dalla pandemia, poiché una parte significativa dei suoi fondi non era ancora stata spesa, prima del lockdown.
Intanto, in Brasile la situazione rimane più che critica e, nelle ultime 24 ore, i numeri sono aumentati. 1.448.753 i contagi, su 2.649.302 totali in America Latina, 60.632 i decessi, su 118.604 in tutto il Continente. La città più colpita del Paese è San Paolo, la più grande, ricca e popolosa del Brasile, con oltre 281mila casi, secondo i dati pubblicati dal New York Times. Nella megalopoli da più di 12 milioni di abitanti, negli scorsi giorni si è svolta una massiccia campagna di test condotti su un campione di residenti scelti a caso e, secondo alcune opinioni, potrebbe essere stato infettato il 9,5% degli abitanti, ovvero circa 1,2 milioni di cittadini.
In questa situazione drammatica, Bolsonaro non si smentisce. Un giudice federale ha annullato l’ordine che imponeva al presidente di indossare la mascherina in pubblico. Il capo dello Stato potrà quindi circolare liberamente a volto scoperto senza il rischio di essere multato.
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