«Il flusso sostiene i nostri corpi e li collega ad altri corpi, ad altri mondi oltre il nostro io umano». Così, con una citazione di Astrida Neimanis, docente e ricercatrice in Posthuman Feminist Phenomenology, la Biennale di Shangai presenta la sua tredicesima edizione, che aprirà ufficialmente il 10 aprile 2021 ma che si svilupperà su un tempo lungo, scandito in diverse fasi di preparazione, con un po’ di Italia. Il curatore Andrés Jaque – architetto, scrittore e vincitore, nel 2014, del Leone d’Argento alla 14ma Biennale d’Architettura di Venezia – potrà contare su un team curatoriale composto da YOU Mi, Marina Otero Verzier, Filipa Ramos e Lucia Pietroiusti, anche lei vincitrice in Laguna, con il Padiglione della Lituania, e attualmente curatrice del programma espositivo legato ai temi ambientali della Serpentine Gallery di Londra. A novembre 2019, inoltre, Lucia Pietroiusti era stata segnalata tra le prime 100 persone più influenti nel mondo dell’arte, nella classifica stilata da ArtReview, insieme ad altre sei personalità italiane.
Per la prima volta, la Biennale fondata nel 1996 opererà su un progetto di otto mesi, tra novembre 2020 e giugno 2021, in evoluzione lungo tre distinte fasi, concepite come un crescendo collettivo, insieme ad artisti, attivisti e istituzioni. Intitolata “Bodies of Water”, la 13ma Biennale di Shanghai promuoverà l’immaginazione di nuovi processi di alleanza planetaria, basandosi sull’idea di collettività trans specie. La Biennale inviterà gli artisti a pensare al di là delle narrazioni centrate sull’umanità e sulla nazione, mettendo in dialogo i corpi e gli ambienti, tra arte, tecnologia, scienze sociali e spiritualità. «Al di là dei confini della carne e della terra, il progetto curatoriale considera la respirazione, la trasfusione e la decomposizione come dei modi in cui i corpi esistono insieme», ha affermato Andrés Jaque.
«La preparazione della 13ma Biennale di Shanghai ha avuto luogo durante i periodi incerti di una crisi sanitaria. “Bodies of Water” si presenta in forme fluide per accogliere la realtà in continua evoluzione, trovando al contempo modi per confrontarsi con i metodi convenzionali di allestimento. Questa mostra è assolutamente sperimentale: di fronte alle mutevoli condizioni globali, le pratiche curatoriali continueranno a esplorare le possibilità di auto-rinnovamento», ha dichiarato Fei Dawei, presidente di PSA – Power Station of Art, il museo d’arte contemporanea di Shangai ricavato in una ex centrale elettrica sul fiume Huangpu, che organizza e ospita la Biennale dal 2012.
Per la prima volta, la Biennale di Shanghai opererà come un progetto di otto mesi, che si svolgerà in tre fasi. Dal 10 al 14 novembre 2020, nella hall del PSA e negli spazi lungo il fiume Yangtze, oltre che online, si terrà una grande assemblea performativa, che riunirà tutti i partecipanti al progetto. Dal 15 novembre 2020 al 9 aprile 2021, il progetto si amplierà, dalla sede del PSA all’esterno, concentrandosi sulle dinamiche urbane. Infine, dal 10 aprile al 27 giugno 2021, l’apertura ufficiale della Biennale, con una mostra tra gli spazi del PSA e altri luoghi di Shangai.
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