Wopart 2019, la fiera dedicata all’arte su carta e ospitata nell’austera sede del Centro Esposizioni di Lugano, ha aperto le porte ufficialmente ieri sera e sarà visitabile fino al 22 settembre, con molte novità tutte da scoprire e da sperimentare sul campo.
Nata nel 2016, la fiera-vetrina svizzera di opere su carta per eccellenza, è arrivata alla quarta edizione e, dopo una fervente attività e costanti miglioramenti, attualmente gode di prestigio internazionale. Il Centro Esposizioni vanta 7mila metri quadrati di spazi espositivi e, in questa occasione, ospiteranno oltre 100 espositori e 70 gallerie, divisi in tre sezioni. Main Course, suddivisa in Modern Contemporary per le gallerie che espongono opere del Novecento ai oggi, e Old Master, per i maestri del passato. Interessanti con qualche sorpresa sono le sezioni Emergent, per espositori giovani, e Dialogues, che mescola tendenze e tesse incroci tra generazioni.
Nel 2019, Wopart punta sulla sezione più sperimentale, dedicata agli artisti emergenti e ai project space, a cura di giovani curatori preparati e coraggiosi, orientati a praticare linguaggi più arditi e non convenzionali, includendo anche collettivi indipendenti con il Laser print show. Questi laboratori offrono l’occasione, per un pubblico più vasto, di acquistare le opere riprodotte su carta di undici collettivi artistici, attraverso stampanti economiche allestite nei padiglioni, dove tutti possono scegliere un’opera e vedere la sua riproduzione dal vivo, formato A4, al costo di una simbolica offerta di 5 franchi, destinati all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Il presidente di Wopart, Alberto Rusconi, figlio dello storico editore, nato e cresciuto tra libri e carta, con questa fiera ha deciso di veicolare l’arte fuori dalle caste elitarie, mirando a diffondere la cultura artistica anche tra un pubblico più giovane. Una sfida condivisa con Paolo Manazza e con Mimmo Di Marzio, fondatori della Fiera. Che, come si può immaginare, è per tutte le tasche e aperta a diversi gusti e attitudini, con opere di grandi maestri riproducibili teoricamente all’infinito ma anche con disegni autografati e litografie, con un costo compreso tra i 300 e i 500 euro.
Per esempio, le silhouette di Pablo Picasso del 1967, riproposte dal collettivo Almanac che sovrappone al disegno originale versi di una poesia pop. Il disegno autografato da Picasso costa mille euro, quello riprodotto tecnicamente viene messo in vendita per beneficienza a meno di 5 euro. Tale velocità di riproduzione non poteva prevederla nemmeno Walter Benjamin, autore dell’epocale saggio L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, del 1935.
Tra pastelli inediti di Fernando Botero (tra i 60 e 250mila) e David Hockney (a 60mila), sketch di Christo, incantevoli disegni di Edgar Degas (200mila euro) e Mario Sironi, bozzetti dei Maestri delle Avanguardie storiche del secondo Novecento, sono una chicca alcune carte di Maria Lai e i paraventi giapponesi in carta di riso a foglia d’oro del periodo Edo (1603-1868), al costo di 15mila euro. Insomma, la carta resiste ai colpi della cultura digitale alla faccia della smaterializzazione perché, come il libro, la passione di un foglio tra le mani non morirà mai.
La carta, è il materiale democratico per eccellenza, povero, antico, transnazionale e sostenibile, che materializza segni, intuizioni, idee, immaginari e pensieri. I visitatori nel 2018 sono stati quasi 11mila, quest’anno si punta di catturare anche giovani collezionisti, tra i 20 e i 30 anni, che magari saranno attratti dalle serigrafie con la scimmietta firmata alla pop star Banksy, Laugh Now, di 80 e 100mila. Oppure, come è probabile, da altre opere a costi più accessibili.
Oltre alla virata democratica e social della fiera, sono accattivanti i work on paper dove l’arte si riproduce a tutto campo, per diffondere il piacere del profumo e del tatto della carta, sensazioni che stanno affascinando anche i millennials. Sul sito di Wopart scoprirete che il programma è davvero fin troppo vasto e in questo 2019 si prevede di superare le aspettative.
Un viaggio sul lago dorato svizzero, oltre che per la fiera organizzata da WopArt Executive Sagel, si consiglia anche per le sette esposizioni collettive all’interno del polo fieristico: “All’origine della carta, cinque papiri dal museo egizio di Firenze”, “Luigi Pericle (1916-2001), l’alchimista pittore”, “Il realismo visionario di Andrey Esinov”, “Courtesy of Clifford Chance- Arcus pride art exhibition, Milan 2019”; “I am”, “Gli orologi molli di Salvador Dalì”, “Love” di Bob Krieger.
Ultima chicca: di rara raffinatezza è “Geometrie sconnesse palpiti geometrici”, la mostra dedicata a Marisa Merz, recentemente scomparsa, con opere della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, in collaborazione con la Fondazione Merz. Una mostra unica per la qualità della selezione iconiche esposte in una collezione, parte integrante del circuito museale del Museo d’arte della Svizzera italiana (Masi Lugano), che trasuda di passione per la cultura dell’arte e comprende opere mozzafiato del XX e XXI secolo. Da vedere, fino al 12 gennaio 2020.
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