Sono in pieno svolgimenti i preparativi per la 14ma edizione di Manifesta, che si terrà nella città di Pristina, in Kosovo, nel 2022. E, considerando quanto sia fondamentale per la biennale nomade europea instaurare un dialogo diretto con il territorio di riferimento, possiamo immaginare quanto possa essere densa anche – e soprattutto – questa fase di preparazione. Nonostante le attuali restrizioni dovute alla pandemia, la Biennale ha iniziato ad attivarsi sia come think tank che come facilitatore locale, per creare modelli alternativi per esplorazioni urbanistiche, sociali e culturali cruciali nello Stato più giovane d’Europa. Infatti, in questi mesi che precederanno l’apertura ufficiale, l’organizzazione di Manifesta 14 ha incaricato due studi di architettura, tra cui l’italiano Carlo Ratti, di indagare il tessuto della capitale kosovara, le cui origini si perdono nel paleolitico e che, in epoca contemporanea, è stata uno dei crocevia delle vicende balcaniche.
D’altra parte, la stessa Manifesta ha avuto origine nei primi anni ’90, in risposta ai grandi cambiamenti politici, economici e sociali successivi alla fine della Guerra Fredda e coincidenti con i primi passi del nuova conformazione dell’Unione Europea. Una giuria presieduta da Sphend Ahmeti, sindaco di Pristina, e da Hedwig Fijen, fondatrice e direttrice di Manifesta, ha selezionato lo studio di architettura torinese Carlo Ratti Associati, che collaborerà con il Senseable City Lab del MIT per elaborare una urban vision della città. «Come ospiti di Manifesta, siamo felici di lavorare per portare avanti Manifesta 14 nel miglior modo possibile. Da diversi mesi abbiamo anche selezionato il noto architetto italiano Carlo Ratti per lavorare alla realizzazione di uno studio urbano per la nostra città», ha dichiarato Ahmeti. Oltre che in funzione di Manifesta 14, la urban vision servirà anche come piano a lungo termine per identificare possibili strategie di sviluppo urbanistiche, architettoniche e sociali.
«Lungi dal rendere le città obsolete, la pandemia di Covid-19 ha sbloccato un potenziale sempre più ampio di rinascita – ciò che l’economista Joseph Schumpeter ha chiamato notoriamente “distruzione creativa” su scala urbana», ha dichiarato Carlo Ratti, direttore del MIT Senseable City Lab di Boston e fondatore di Studio CRA – Carlo Ratti Associati. «La crisi ha lasciato ai governi poca scelta se non quella di adottare un approccio frenetico, per tentativi ed errori. Le straordinarie innovazioni emerse in materia di pedonalizzazione, spazio pubblico, alloggi a prezzi accessibili e zonizzazione dinamica, evidenziano il potere dei feedback dei cittadini. Siamo all’inizio di una nuova era di innovazione urbana partecipativa, che è al centro di ciò che esploreremo a Pristina con Manifesta 14», ha continuato Ratti.
Per la prima fase in presenza, ritardata a causa del lockdown, Manifesta, come da tradizione, aprirà la sua sede temporanea nella città ospitante, in questo caso negli spazi del Palazzo della Gioventù e dello Sport, un monumento risalente al periodo ex jugoslavo. Il Palazzo della Gioventù, come oggetto architettonico e come contributo culturale del suo tempo, occupa una posizione particolare nella memoria collettiva dei cittadini, influenzando e plasmando l’identità culturale e sociale della capitale. Oltre al Palazzo della Gioventù e dello Sport, il Comune di Pristina ha assegnato a Manifesta 14 l’edificio della Biblioteca Hivzi Sylejmani, da utilizzare come futura sede e spazio istituzionale permanente.
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