Carla Accardi, Melissa McGill, Rebecca Moccia e Marinella Senatore rappresentano la galleria Mazzoleni, London – Torino alla nuova edizione dell’Armory Show di New York. Vediamo, attraverso le parole della galleria, che cosa si può trovare nel Booth 340 allo Javits Center fino a domani, 11 settembre.
«Nel 1946 Carla Accardi si trasferisce a Roma, in un clima artistico in fermento e animato dal confronto tra sostenitori del realismo pittorico e i nuovi movimenti dell’Avanguardia. Firma, unica donna, il manifesto del gruppo Forma1 nel 1947, riconoscendosi e sostenendo la possibilità di una ricerca artistica strutturata ma non realistica, che dà importanza alla forma e al segno nel loro significato essenziale. “Ho sempre usato la pittura come un’ispirazione all’anti-pittura, è un desiderio di contraddizione”. Le opere presentate coprono l’intero arco della vita dell’artista, da Cobaltorosso del 1970 a Riflessi condizionati del 2013, e illustrano in particolare la ricerca di Accardi sul non-rappresentare, bensì sul mostrare, attraverso il segno pittorico e il colore, la propria espressione di impeto vitale», ha spiegato la galleria.
«Nel 1970, Carla Accardi – ha proseguito – fonda insieme alla scrittrice e attivista Carla Lonzi e alla giornalista Elvira Banotti il gruppo femminista Rivolta Femminile. Soggettività relazionale, gioia radicale, potenziale che si manifesta nella relazione tra gli esseri sono tra i temi del gruppo femminista che, resi contemporanei e nel ricco linguaggio proprio dell’artista, ritroviamo anche nella ricerca di Marinella Senatore. Dai più recenti Autoritratti, nei quali le mani dell’artista si protendono nello spazio trascendendo il limite materiale per cercare il contatto, così altre mani e corpi animano la serie di dipinti Un Corpo Unico, 2021 e Make it Shine, 2021. In particolare nella serie Make it Shine, nel caleidoscopio di luci compaiono frammenti di corpi, corpi reali dei partecipanti alle azioni della School of Narrative Dance, progetto della Senatore che nel 2022 arriva al suo 10° anno, con oltre 7 milioni di partecipanti in 23 paesi. Le sagome danzanti portano “la dimensione partecipativa e collettiva anche nel lavoro più intimo dell’artista, nello studio e nella pratica pittorica”, e trovano voce nelle citazioni di empowerment collettivo, femminile e radicale nelle sculture luminose quali l’acclamata Dance First Think Later tratta da Samuel Beckett».
«Melissa McGill è un’artista interdisciplinare newyorkese nota per i suoi ambiziosi progetti collaborativi di arte pubblica. Sottoforma di esperienze immersive site-specific, esplorano le velate conversazioni tra terra, acqua, tradizioni sostenibili e la simbiosi tra gli esseri viventi.
Al centro del suo lavoro c’è un focus sulla comunità, esperienze condivise e impatto nel lungo termine. Coprendo una varietà di media tra cui performance, fotografia, pittura, disegno, scultura, suono, luce, video e installazioni immersive, McGill presenta dal 1991 sia progetti di arte pubblica indipendente che mostre personali a livello nazionale e internazionale.
Il nuovo corpus di opere presentate continua la sua conversazione artistica con l’acqua: nell’osservazione e nella riflessione, le opere di McGill “sono traduzioni nel linguaggio delle onde“. Intricate e scintillanti, These Waters riflette sui dialoghi tra vento, luce, riflessione, trasparenza, ed effimera, mentre una nuova serie di dipinti realizzati con pigmento indaco organico su argilla caolino sprigionano vitalità, spirito ed energia con intricate tecniche a pennello che attingono da antichi gesti calligrafici. Le opere invitano alla contemplazione sulla preziosità dell’acqua, la nostra forza vitale, un ricordo dell’appartenenza dell’umanità alla sfera del mondo naturale, dalle increspature delle onde alla luce cosmica delle stelle».
«Vincitrice nel 2021 del Grant di ricerca internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council, Rebecca Moccia è presente con il progetto Ministero della Solitudine, realizzato in collaborazione con Outset England, Jupiter Woods, Magazzino Italian Art, Ambasciata Italiana a Tokyo, ICA Milano. Il lavoro prende le mosse dal punto di vista pratico e simbolico dal Ministero della solitudine, dicastero incaricato di far fronte ai problemi sociali e sanitari legati alla solitudine, istituitosi in Gran Bretagna nel 2018 e poi replicato in Canada e Giappone nel 2021. La solitudine secondo Moccia è una questione politica, un sentimento collettivo che pertiene allo stato di salute emotiva e comportamentale di una comunità intera più che di un singolo individuo. È questo l’assunto di partenza del’artista: “Soprattutto all’interno dell’attuale post-pandemic state of mind”, afferma, è necessario “trasformare il dolore in strumento di lotta”.
La ricerca è presentata attraverso le termo-fotografie della serie How cold as you are, riprese con la termocamera da Moccia in diversi contesti geografici: lo studio di Sigmund Freud, la tomba di Karl Marx ad Highgate Cemetery, il complesso residenziale brutalista Alexandra Road Estate, luoghi che rinviano al rapporto, materiale e simbolico, tra dimensione sociale e intima della salute emotiva, con l’aggiunta degli inediti appositamente prodotti negli Stati Uniti durante l’estate 2022», ha spiegato la galleria.
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