miart 2025 scalda i motori: una anteprima dalle sezioni della fiera

di - 24 Marzo 2025

Tutto pronto per la 29ma edizione di miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea che torna a Milano dal 4 al 6 aprile 2025, con preview il 3 aprile. Sotto la direzione artistica di Nicola Ricciardi, la manifestazione si svilupperà attorno al concetto di amicizia, intesa come sostegno reciproco e collaborazione, un tema che riecheggia nel titolo scelto per quest’anno, among friends, in omaggio a Robert Rauschenberg nel centenario della sua nascita. Con 179 gallerie provenienti da 31 paesi e cinque continenti, miart 2025 si articolerà in tre sezioni: Established, Emergent e Portal.

Apertura con le proposte di Emergent

All’ingresso di miart 2025, la sezione Emergent valorizzerà la nuova generazione di galleristi con 25 spazi dedicati alla ricerca sperimentale. Curata da Attilia Fattori Franchini, la selezione propone installazioni immersive, sculture site-specific e opere inedite.

Tra gli espositori, Matteo Cantarella (Copenhagen) esplora i limiti dei media con Sanna Helena Berger e Cecilie Norgaard, mentre Franz Kaka (Toronto) indaga i riferimenti storici nella pittura di Jennifer Carvalho. Brunette Coleman (Londra) riflette sulla memoria negli oggetti con Oscar Enberg e Brianna Leatherbury, mentre N.A.S.A.L. (Guayaquil, Città del Messico) analizza i meccanismi del desiderio con Luis Enrique Zela-Koort e Pablo Andino.

Le atmosfere cinematografiche emergono nei light box di Eva Gold e nei dipinti di Tasneem Sarkez da Rose Easton (Londra). MATTA (Milano) sfida la funzionalità con le sculture luminose di thebackstudio, mentre CITY GALERIE WIEN (Vienna) decostruisce la fotografia con Olivia Coen e Virginia Ariu. Suggestioni oniriche per Eliška Konečná e Mara Verhoogt da eastcontemporary (Milano).

miart 2023

miart 2025: la sezione Established

La sezione Established riunisce 144 gallerie con un’ampia selezione di maestri dell’arte moderna e pratiche contemporanee. Il dialogo tra generazioni di artisti è centrale, come mostrano gli accostamenti tra Stefan Bertalan e Anicka Yi da Esther Schipper (Berlino, Parigi, Seul), Chiara Camoni e Raymond Saunders da Andrew Kreps Gallery (New York) e David Musgrave e Simon Ling da greengrassi (Londra). Sadie Coles HQ e Sprovieri (Londra) condividono uno stand con riferimenti tra produzione recente e grandi artisti del Novecento. MASSIMODECARLO (Milano, Londra, Hong Kong, Parigi, Pechino) mette in relazione Elmgreen & Dragset, Paola Pivi e Skyler Chen, mentre Galerie Buchholz (Colonia, Berlino, New York) presenta Isa Genzken, Lutz Bacher e Wolfgang Tillmans. Numerosi i solo show, tra cui quelli di Reina Sugihara da Arcadia Missa (Londra) + MISAKO & ROSEN (Tokyo), Maria Hassabi da The Breeder (Atene) e Julien Meert da Lodovico Corsini (Bruxelles).

Tra i progetti a carattere museale, Avantgarde Gallery (Zagabria) esplora la neoavanguardia croata degli anni ’60, mentre Gió Marconi (Milano) si focalizza sulla Pop Art italiana con Valerio Adami. Galleria dello Scudo (Verona) propone la pittura del dopoguerra con Accardi, Sanfilippo e Vedova, Osart Gallery (Milano) presenta il Color Field e la Radical Painting della collezione Panza di Biumo, EXILE (Vienna) omaggia Kazuko Miyamoto, mentre Nuova Galleria Morone (Milano) riscopre la Mec-Art di Bruno Di Bello. Non mancano tributi alla net-art di Vuk Ćosić da MLZ Art Dep (Trieste) e alle forme surrealiste di Joan Miró da Tornabuoni Arte (Firenze, Milano, Forte dei Marmi, Crans Montana, Parigi, Roma).

Le proposte di Established si intrecciano con la Milano Art Week 2025: Cardi Gallery (Londra, Milano) dedica il proprio stand a Ugo Rondinone, protagonista di una mostra alla GAM; Ben Brown Fine Arts (Londra, Hong Kong, Venezia) espone opere di Candida Höfer, in dialogo con la collettiva Typologien alla Fondazione Prada. Thomas Brambilla (Bergamo) propone opere di John Giorno, in mostra anche alla Triennale di Milano, mentre 1 MIRA MADRID (Madrid) presenta LUCE (Lucas Oliete Rubio), già protagonista di un’esposizione in città. Adrian Paci, in mostra al MUDEC, compare nei progetti di kaufmann repetto (Milano, New York) e Galerie Peter Kilchmann (Zurigo, Parigi).

miart 2022

Il tema curatoriale among friends ispira molte partecipazioni: Victoria Miro (Londra, Venezia) gioca sui dittici e i dialoghi tra artisti in residenza; Corvi-Mora (Londra) presenta collaborazioni artistiche dal 1985 al 2016; Erica Ravenna (Roma) omaggia Vincenzo Agnetti e i suoi “interventi spontanei per gli amici”; Atipografia (Arzignano, Milano) propone Stellar Friendship, mentre LAMB Gallery (Londra) e Meyer Riegger (Berlino, Karlsruhe, Basilea, Seul) riflettono sulle connessioni artistiche e personali.

MAAB Gallery (Milano) racconta il lavoro collaborativo di Bob e Roberta Smith, mentre Enrico Astuni (Bologna) crea un dialogo tra cinque figure chiave dell’arte internazionale. Raffaella Cortese (Milano, Albissola) che celebra i trent’anni della galleria con il progetto Utopia, tra cui la performance You to Me di Monica Bonvicini.

Ampio spazio alla fotografia: Galleria Giampaolo Abbondio (Milano, Todi) omaggia Nan Goldin, VISTAMARE (Milano, Pescara) presenta Maria Loboda e Mimmo Jodice, Madragoa (Lisbona) e Dawid Radziszewski (Varsavia, Vienna) espongono gli scatti in bianco e nero di Joanna Piotrowska, mentre Mai 36 Galerie (Zurigo, Madrid) accosta la fotografia anticonformista di Jacopo Benassi ai poetici scatti di Luigi Ghirri.

Corsi e ricorsi di Portal

Curata da Alessio Antoniolli, direttore di Triangle Network e curatore della Fondazione Memmo, la sezione Portal riunisce dieci gallerie che invitano a mettere in discussione la nostra comprensione di geografie, linguaggi e temporalità fisse.

Tra i progetti, Santiago Yahuarcani, leader Uitoto, apre uno spaccato sulla storia indigena dell’Amazonia con Crisis (Lima), mentre APALAZZOGALLERY (Brescia) presenta il collettivo blaxTARLINES, nato nel 2015 alla Kumasi University in Ghana. Lucy Otter, da Galleria Franco Noero (Torino), mette in discussione tempo e autorialità, mentre Richard Saltoun Gallery (Londra, Roma, New York) espone Gino Marotta, che indaga il rapporto tra natura e estetiche ipermoderne.

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