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Nuove date per l’undicesima Biennale d’Arte di Berlino: epilogo a settembre
Fiere e manifestazioni
di redazione
Continua a delinearsi il calendario dell’arte contemporanea per l’ultimo scorcio di 2020. Dopo i dolorosi addii della Biennale di Architettura di Venezia e di Art Basel, solo per citare alcuni tra gli appuntamenti più importanti saltati per la pandemia, finalmente una notizia di una conferma, che fa il paio con Manifesta 13 Marsiglia. Questa volta si tratta dell’undicesima edizione della Biennale d’Arte Contemporanea di Berlino, la cui apertura, in origine, era prevista proprio per questi giorni: rimandata a causa del coronavirus, è stata però confermata e, alla fine, si terrà dal 5 settembre all’1 novembre 2020. «Nonostante la pandemia, abbiamo preso la decisione consapevole di non cancellare questo capitolo», spiegano dal team curatoriale, interamente composto da curatori sudamericani: María Berríos, Renata Cervetto, Lisette Lagnado e Agustín Pérez Rubio.
Sedi e temi della Biennale d’Arte Contemporanea di Berlino 2020
La Biennale d’Arte Contemporanea di Berlino 2020, promossa da Kulturstiftung des Bundes, dal Dipartimento del per la cultura del Governo e da BMW Group, organizzata da KUNST-WERKE BERLIN, sarà ospitata presso ExRotaprint, un project space ricavato in un’archeologia industriale, diretto da artisti che ha svolto la funzione di laboratorio di preparazione per la manifestazione, fin dallo scorso settembre. La Biennale è stata infatti preceduta da tre distinti capitoli, chiamati “esperienze”, che hanno coinvolto vari artisti e ricercatori e la mostra di settembre 2020, intitolata appunto “epilogo”, sarà solo il capitolo finale di questo percorso. «Momenti che hanno espresso diversi modi di solidarietà, fragilità e resistenza e che assumono un nuovo significato oggi, alla luce della pandemia e delle disuguaglianze sociali che continua a esporre», spiegano gli organizzatori. Ma la Biennale coinvolgerà anche altre tre sedi, nelle quali saranno esposti i risultati dagli incontri: Daadgalerie, Gropius Bau e KW Institute for Contemporary Art.
«Come ci prenderemo cura di quei mondi che ci separano e allo stesso tempo ci mettono insieme, preparandoci per nuove collisioni, per turbolenze che devono ancora venire? Contro le inquietudini e le crisi causate dalla paura e dall’odio, dalla violenza che ci circonda, di cui facciamo parte. La solidarietà tra le vulnerabilità fa avanzare molteplici tentativi di rivolta, incompleta di una rabbia meravigliosa», hanno scritto i curatori, spiegando il modo in cui il work in progress di questa edizione si è delineato nel corso dei mesi caratterizzati dalla pandemia, un evento che ha inevitabilmente segnato un prima e un dopo.