Entrare nel Complesso della Cavallerizza durante Paratissima da sempre l’impressione di immergersi in un mondo a sé. Gli oltre 15.000 mq. di aree espositive suddivisi su tre piani si riempiono di artisti, visitatori e curiosi che si muovono tra le piccole sale e gli stretti corridoi di questo speciale edifico mischiandosi e creando un clima di grande stimolo per chiunque ne entri a far parte anche solo per qualche ora.
Ecco che il pubblico non è solo spettatore, anzi, è parte attiva e fondamentale in questa manifestazione fieristica sui generis. Il tema di quest’anno infatti è Eye Contact – Match with Art e invita proprio il pubblico a tradurre quel contatto visivo che si crea tra due persone, al contatto tra persona e opera d’arte.
E quale migliore situazione per creare questo dialogo con il visitatore. L’arte in mostra, infatti, non usa il linguaggio verbale per esprimersi ma si ritrova in una situazione di costante mutabilità assumendo significati diversi in base all’interpretazione dello sguardo di che ne entra in contatto visivo.
Il visitatore si può trovare in un primo momento spaesato, gli può sembrare di muoversi tra tantissime opere di cui non ha una chiave di lettura, ma la volontà di Paratissima 2023 credo sia proprio questa, permetterci di capire che la chiave di lettura è nel nostro sguardo. Gli sguardi infatti possono assumere una quantità infinita di significati, essere fugaci, nascondere intenzioni e desideri ma anche perplessità.
Finamente l’arte si svincola così da quella necessità impellente di creare un dialogo, di dover raccontare per forza qualcosa. A Paratissima l’arte visiva si svincola da tutto ciò e costruisce un rapporto silenzioso ed intimo con lo sguardo dello spettatore, una relazione segreta ma complice.
Chi sono i protagonisti di questi cinque giorni di fiera? Più di 400 artisti suddivisi in 10 mostre curate per un totale di 20 curatori (di cui 6 del corso NICE – New Indipendent Curatorial Experience), più una sezione inedita al 3^ piano della Cavallerizza senza curatela.
Un percorso che si apre con tre Main Projects che quest’anno sono tre grandi installazioni che popolano gli spazi più suggestivi del Complesso. La prima è l’installazione video Sticky Eyes di Arthur Duff, visibile dalla facciata esterna della Cavallerizza da Via Fratelli Vasco. Si riferisce infatti ad “uno stato pubblico” esposto, in cui l’arte si trasforma in una pratica sociale e culturale dove il contesto in cui l’opera si sviluppa prende più importanza dell’artista stesso.
Addentrandoci nel galoppatoio del Complesso troviamo l’installazione AIR di IDEM Studio (Ruggero Baragliu, Samuele Pigliapochi e Angelo Spatola), a cura di Fabio Vito Lacertosa e Francesca Canfora. Un progetto realizzato in collaborazione con Castello di Rivara – Museo di Arte Contemporanea e la galleria Davide Paludetto Arte Contemporanea.
Chiude questa serie l’installazione nella Manica del Mosca di Beyond (Alberto Gentilin, Giulia Lazzaretto e Davide Briganti – con il supporto di Paola Meneghini) dal titolo Breathing Room. Un’opera site-specific che unisce reale e virtuale in un invito a sincronizzare il proprio respiro con l’ambiente circostante per provare a riconnettersi con esso.
Tante anche le mostre curate, tra cui spicca Liquida Photofestival – Winter Edition a cura di Laura Tota. L’ambientazione è del tutto nuova, ovvero lo “Spazio Arcate”, chiuso dal 2019 e accessibile dalla torretta con scala a chiocciola. Un’interessante sezione dedicata alla fotografia contemporanea che prova a restituire lo stato della ricerca attuale attraverso i lavori di giovani talenti emergenti.
Gli Special Project hanno quest’anno in comune una grande attenzione per tecnologia e sostenibilità. Abbiamo trovato particolarmente interessante la ricerca presentata dal gruppo multidisciplinare IPER-collettivo che indaga la relazione tra il territorio e le sue comunità con l’installazione Atterraggio, che «ha l’obiettivo di portare ‘a terra’ la Luna con materiale di scarto riciclato, dando a tutti la possibilità di esplorarla e di guardare il nostro stesso pianeta da una prospettiva diversa.»L’installazione diventa così uno spazio per socializzare e interagire con lo scopo di creare relazioni non solo con l’opera ma tra gli stessi visitatori.
Come negli anni precedenti la fiera si arrichisce di panel, incontri, talk e LIVE, in particolare la performance di Daniele Mahendra Riggiardi Bagno di Gong all’interno dell’installazione di BEYOND, due SoundViews rispettivamente di Baab e Ottodix e un talk con Farm Cultural Park per il ciclo “Arte Contemporanea per Rigenerazione Urbana”.
Un fitto programma durante la Torino Art Week che trovate qui.
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