05 novembre 2021

Per favore, non chiamateli eventi collaterali: Torino e le altre (fiere)

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Focus su quelle fiere che, dopo anni di gavetta, ormai sono ufficialmente diventate i “mai più senza” della Torino Art Week. Quest'anno di nuovo con un pubblico in presenza

Flashback, l’arte è tutta contemporanea, Torino 4 – 7 novembre 2021, ex Caserma Dogali (esterno), via Asti 22

Flashback: la fiera tre in uno

In lei c’è un po’ di Gino De Dominicis, maestro da cui prende a prestito il motto «L’arte è tutta contemporanea», incipit per un sistema di “larghe vedute” che ha sovvertito il concetto stesso di contemporaneo. Chiaramente stiamo parlando di Flashback, format fieristico senza limiti di tempo fondato e diretto da Stefania Poddighe e Ginevra Pucci, che finalmente torna dal 4 al 7 novembre 2021 per la sua nona edizione. Un format che potremmo definire “democratico” nell’adattarsi alle necessità del visitatore, come ad ogni edizione libero di potersi immergere nell’arte da cima a fondo, dall’antica fino a quella moderna e contemporanea.

Stessa spiaggia stesso mare? No grazie, è ora di cambiare. Per quest’anno Flashback avrà ancora più spazio, il doppio del solito, con una nuova sede di oltre 20mila mq. Il 2021 coincide infatti con un cambio casa, dalla sede dal Pala Alpitour alla più centrale Caserma Dogali – alias Caserma Alessandro La Marmora – di Via Asti 22. Un edificio di fine Ottocento dal fascino ecletticamente neo-medievale.

Più spazio vuol dire quindi un ritorno in presenza con tutte le attenzioni del caso, distanziamento e controllo dei flussi a prova di protocolli anti-Covid ovviamente inclusi. Ma anche la possibilità di “giocarsi” con un nuovo sprint la partita tra contenuto/contenitore, come anticipato in alcune righe del comunicato stampa ufficiale, che qui riportiamo pare pare: «L’allestimento degli spazi sarà a cura dell’architetto Carlo Alberto de Laugier e utilizzerà le quinte scenografiche della struttura in un inedito gioco di contrasti attivati dall’utilizzo del colore, caratteristica peculiare di Flashback».

Last but not least, da questo trasloco trarranno giovamento anche tutti quegli eventi “collaterali” cui la fiera ci ha abituato nel corso degli anni: Flashback special project, exhibition, lab, sound, storytelling, talk, video, food & drink.

Dama: la fiera indipendente

L’anno passato ha segnato una fase di stallo. Questa l’avete già sentita, vero? Quello che non avevate ancora sentito però è che il 2021 segna un effettivo riavvio dei progetti anche per DAMA, la cui sesta edizione è in programma dal 30 ottobre al 7 novembre. E per adattarsi ai tempi, la più indipendente delle fiere torinesi – diretta da Giorgio Galotti, col sostegno di Fondazione Compagnia San Paolo e Fondazione per l’arte moderna e contemporanea CRT – sarà una struttura articolata fondamentalmente in spazi all’aperto. Vale quindi la regola del sistema espositivo diffuso, scelta che andrà a coinvolgere pertanto in modo diretto e attivo tutti i soggetti parte dell’evento: dalla città di Torino al pubblico, dalle gallerie agli artisti. Ma se fin qui la narrazione dei fatti potrebbe apparire vagamente nebulosa, va aggiunto che al momento di andare in stampa il “dove e come” tutto questo accadrà è ancora top secret.

Così come ancora sconosciuto è il nome di chi curerà quest’edizione del Live Programme, e quindi di cosa ne sarà delle relative proposte performance e video, tra le impronte più caratterizzanti della fiera. La certezza invece è che l’impianto generale di DAMA 2021 sarà costruito a partire da un confronto generazionale tra artisti, rigorosamente tutti made in Italy, all’interno di spazi che regaleranno una più ampio lettura dal legame tra contemporaneo e passato.

Altra certezza è che il mix di questa sesta edizione includerà la collaborazione dello scrittore Gianluigi Ricuperati, chiamato a rendere parte della Torino Art Week tre librerie storiche della città e un bar di Torino.

The Others: l’alternativa costruttiva, provocatoria, eccentrica

E già, quest’anno sono addirittura 10! Nella Torino Art Week 2021 ci sarà anche The Others, la ormai decennale fiera con tutti gli aggettivi di cui sopra (e mica solo quelli, se non vi siete mai letti la sezione About del suo sito fatelo assolutamente).

In programma dal 4 al 7 novembre, dopo la “falsa partenza” dell’anno precedente (quando aprì al pubblico un laconico ed evocativo Padiglione 3 di Torino Esposizioni totalmente vuoto), la fiera creata da Roberto Casiraghi e Paola Rampini torna per davvero. Tutto riparte proprio da dove è iniziato l’anno scorso, sempre dal Padiglione 3 di Torino Esposizioni, con quella volontà di lavorare sull’architettura ospitante essendone un po’ parte integrante e un po’ corpo estraneo, con quell’accezione da “laboratorio per sperimentazioni” che l’ha contraddistinta in dieci anni di attività.

The Others è la fiera che se la conosci non eviti, di quelle dove una volta entrato non può più fare a meno di tornare. The Others è così, prendere o lasciare. Più amicona che bacchettona, concettualmente indirizzata senza imporre direttive fisse. Aperta ad espositori che possono essere gallerie come spazi indipendenti, ad artisti in fase di lancio, ad interventi nazionali ed internazionali. The Other è cittadina del Mondo, almeno quanto i suoi curatori 2021: il direttore Lorenzo Bruni, Elisa Carollo, Dobrilla Denegri, Kateryna Filyuk, Elda Oreto.

Ma visto che si torna in presenza è meglio farlo con un mix di stile e consapevolezza dei tempi, giacché pure espositivamente parlando The Others non rinuncerà a dire la sua: in cantiere dall’anno scorso c’è in pratica un mega asterisco, con un nucleo centrale attorno al quale di sviluppa una disposizione a raggi degli stand. Da provare, finalmente.

The Others, 2016

Paratissima: non (più) solo una fiera

Non ha fatto in tempo ad acquisire un nuovo direttore artistico in aprile, Olga Gambari, che ad inizio ottobre ha perso la sua (neo)presidente, Laura Milani. Torinese di nascita, bolognese e milanese d’adozione (con le edizioni Paratissima Bologna e Milano), dal 2005 ad oggi Paratissima è forse la fiera che nell’ultimo anno più di tutte ha cambiato pelle, mirando a diventare una specie di “network” del contemporaneo interno alla sua città natale.

Ne ha fatta di strada dagli originari sette artisti in quell’appartamento di 400 mq in via Po, sostenuta non a caso dai buoni numeri complessivamente ottenuti edizione dopo edizione. Un percorso di crescita, una naturale evoluzione della specie avviata nell’ultimo periodo attraverso una serie di spin-off. Come le esposizioni temporanee offerte nell’ambito del progetto Art In The City, dislocate in vari punti di Torino; oppure ARTiglieria, con la riqualificazione dell’ex Accademia Militare di via Verdi 5, che ha portato alla creazione di un luogo-ricettacolo di ricerca contemporanea. Un ambiente dove il posto per gli emergenti, fin da principio punto nodale di Paratissima, non manca; e pure per chi emergente proprio non è, tipo Peter Lindbergh con la sua mostra “Untold Stories”, conclusasi lo scorso 3 ottobre. Annesso non manca il Cortile dell’Artiglieria, dove la cultura contemporanea si fa piatto forte di un programma di appositi talk.

Evoluzione che non mina le fondamenta del progetto, pertanto ancora strettamente legato all’ambito fieristico/emergente, passato ora sotto il nome specifico di Paratissima Exhibit and Fair. Evento che per offerta si preannuncia già bello variegato, spaziando dalle proposte individuali a quelle di collettivi (sezione Collective projects); dai progetti speciali e site specific (sezioni Special projects e Think big), a quelli incentrati sulle potenzialità del linguaggio video (sezione Visioni). Le date previste in calendario sono 28 ottobre – 21 novembre.

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