Non ci sono ancora conferme ufficiali, ma ieri sera il quotidiano Milano Finanza ha riportato una notizia che ormai tutti si aspettavano, e che non ha l’aria di essere una fake news: il Salone del Mobile di Milano, ufficialmente posticipato alla metà di giugno, sarebbe cancellato e rimandato al 2021, a causa del Covid-19.
Ma il Salone del Mobile è solo una delle vittime del Covid-19, l’ultima manifestazione che paga lo scotto della pandemia e che dimostra come la vitalità del settore sia anche basata sull’unione: impossibilitati i collegamenti, gli spostamenti e gli assembramenti, con alcuni del Paesi più “partecipativi” alla kermesse che hanno appena iniziato la quarantena, questa era la fine che più o meno tutti si aspettavano per la manifestazione di quest’anno. In attesa di smentite che, purtroppo, non sono arrivate.
Per l’elenco completo di tutte le manifestazioni sospese in Italia, potete cliccare qui, mentre qui trovate la lista degli eventi più importanti rinviati in tutto il mondo.
Il Salone del Mobile di Milano è nato nel 1961 grazie al Cosmit – Comitato Organizzatore del Salone del Mobile Italiano, un gruppo di imprenditori e aziende che lanciano la prima edizione proprio alla fiera di Milano, a cui partecipano 328 aziende e 11mila visitatori.
Dal 2005 alla Fiera Campionaria di Rho Fiera progettata da Massimilano Fuksas, il Salone del Mobile è “l’evento” vero di Milano, a cui si associa anche la settimana di Euroluce, sempre alla Fiera di Rho, e il Fuori Salone che negli ultimi dieci anni ha visto la sua ascesa in quasi tutte le zone della metropoli.
Impossibile non parlare anche del danno economico per la città di Milano, notoriamente sold out in ogni angolo durante la Settimana del Salone del Mobile, con prezzi da capogiro per stanze di alberghi e AirBnB.
Il Salone il Mobile porta con sé un giro di affari da 120 milioni di euro, e se ne aggiungono altri 250 quando si parla di spostamento, accoglienza e sostentamento dei visitatori, che nel 2019 sono stati quasi 400mila.
Ora per dare qualche risposta si attenderà, come sta accadendo nell’arte, una risposta almeno “virtuale” a questa nuova terribile notizia per Milano, e non solo. Bocciata l’idea della piattaforma inglese Dezeen di fare un Milano Virtual Design Festival, speriamo che imprenditori e brand non mollino la presa con la scena.
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