Diretta da Ilaria Centola e curata da Valerio Dehò, Milano Scultura torna a Milano e inaugura la sua settima edizione (fino a domenica 22 ottobre, qui il programma) affermando la pratica della scultura in senso contemporaneo, come espressione non solo di una tradizione legata a materiali nobili – marmo, bronzo, alluminio – o tecnologici, come resine e fiberglass, ma anche come rapporto continuo tra le opere e lo spazio. Il titolo, The time line, spiega Dehò «identifica la contemporaneità, l’essere, appunto, allineati alla temporalità del momento, sempre un po’ complessa e non semplice da decifrare. Noi proviamo sempre a renderla più accessibile».
Gabriello Anselmi (107 Arte); Maxo Della Rocca, Maria Teresa Vittone, Emir Kamis (Accorsi Arte); Maria Lucia Albertini (Albertiniart); Cristiano Alviti (Alviti Art); Pietro Panza (Arcadia Art Gallery); Carlo Guzzi (Arteconi Arte Contemporanea); Dolores Previtali (Artedo Contemporary Art); Valeria Dardano, Andrea Famà (Arteutopia); Kuturi (Artezara); Rossella Fusi, Grazia Gabbini, Barbara Grossato (Arti<>sta); Moradi (B.East Gallery); Gaspare di Caro (Bleu-Up Art Studio); Mr. Savethewall, Marco Lodola, Daniele Fortuna (Deodato Arte); Anita Cerpelloni, Emilia Persenico, Paulo Jacobo Alonso Leon (Fiber Art And…); Lluis Cera (Galleria Immaginaria); Susanna De Angelis Gardel (Galleria Vittoria); Silvia Trappa & Cristina Fiorenza (Gilda Contemporary Art); Carlo Bacci (Il Forte Arte); Stefano Lorenzo Cavanè, Chiara Ricardi, Francesco Manlio Lodigiani, Ruggero Marrani, Gian Luigi Martelli, Dado Schapira + Simone Chiapasco, Urbansolid, Alberto Venegoni (Independent Artists); Angela Trapani (Magazzini dell’arte contemporanea); Emanuele Stifano (Stifano Porject); Alberto Pasquale, Angelo Brugnera, Pietro Colmellere (Studio61); Alessandra Cantamessa, Elia Alunni Tullini, Roberto Mora (Uncode – Uncode Project); Jeff Koons e Kaith Haring (Verosa): sono all’incirca 50 gli artisti e le gallerie che prendeno parte a Milano Scultura, che rimanca con fiera autorevolezza un’identità ibrida tra una manifestazioe fieristica e un’esposizione curata e profilata.
Jorgelina Alessandrelli, Sergio Colleoni, Daniele Compagnone, Silvano Cei, Antonio Cursano, Davide Ferraris, Igor Grigoletto, Sara Montani, Mauro Pinotti, Alessandro Lobino, R.E.M.I.D.A., Stefania Rosichetti e Fracesco Zavattaro Ardizzi sono i protagonisti di Limited, pensato all’interno della fiera come un terreno di incontro tra la scultura e l’ambiente. Da un punto di vista curatoriale è inteso come il tentativo di trasformare il limiti in qualità, ponendo il focus sulla capacità dell’opera di essere vita in sé e per sé, indipendentemente da qualunque condizione, ideale o favorevole, circostante.
Ampio spazio anche agli special Projects Faces, Esercizi di Luogo e Icore – ἰχώρ – L’immortale trasparenza dell’esistenza. Faces, spiega Valerio Dehò «è un percorso serrato tra scultura e pittura, uno studio sulle possibilità dell’espressione umana tra realtà e immaginazione a partire dall’opera di Henri Beaufour». Francese d’origine e ormai trapiantato in Toscana, a Massa, Beaufour ha indirizzato la sua ricerca, ossessiva, profonda e intensa, verso le mille forme degli atteggiamenti umani che passano attraverso le teste, i volti e gli occhi. Esercizi di luogo, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Urbino, è invece il primo step di un modulo di insegnamento che il Professor Marco Scifo, Docente di Scultura, ha concepito «uno dei momenti della didattica Outdoor, e a completamento di quella svolta quotidianamente nel nostro laboratorio di Urbino. La mia docenza ha sempre avuto l’ambizione di promuovere il linguaggio collettivo, connesso a livello nazionale ed internazionale, con luoghi di cultura, per poter stabilire forme di comunicazione ed esposizione». Nel percorso sono esposte le opere di Stella Candiotti, Elisa Ferretti, Lisa Treiani e Arianna Vicini.
Quirino Cipolla, protagonista di Icore racconta così il suo progetto: «all’artista non rimane che scarnificare corpi e ricordi fino all’anima di ferro, forte e trasparente, di un mondo che ci appare come nei ricordi, quelli si immortali, delle nostre vite: diafani, mutevoli, di profilo e sempre diversi a secondo della luce e dello sguardo di chi li attraversa. da questo nasce Icore, rappresentazione dell’universo intimo di ognuno: la sagoma di una persona amata la cui voce risuona solo dietro ai nostri occhi e che a volte sembra di intravedere; la moto rampante della nostra gioventù ribelle; la “macchina” della festa di una infanzia raccontata e lontana; il sogno di libertà di un arciere che punta a rompere il muro di un carcere».
Una serie di performance – Ernesto Jannini porta Embryo, Gloria Campriani mette in scena Or-dire e Giovanna Lacedra performa WHAT IS LOVE? If I know what love is, it is because of you – e un approfondito public program – che tra sabato 21 e domenica 22 farà dialogare giornalisti, curatori, professori d’accademia ed esponenti del mondo della cultura sui temi della scultura, ma anche, più in generale, su quelli relativi alla tutela, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio – completano la proposta di Milano Scultura che «si sviluppa con la città e per la città aprendo le porte ad un’aria nuova, in senso metaforico e non», dichiara Ilaria Centola. «La fiera – prosegue la Direttrice – diventa uno strumento per presentare un settore, quello della scultura, sempre in evoluzione che spesso si apre ad ambiti diversi ma contigui, si pensi all’arte pubblica o all’urbanistica, attraverso collaborazioni e connessioni sempre nuove: scultura non è solo decorazione, ma anche una forma d’arte che entra in rapporto diretto con la vita dei cittadini».
Che Milano Scultura abbia inizio!
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