Giovane, è alla sua terza edizione, e coraggiosa, è nata in piena pandemia, (un)fair torna a Milano dall’1 al 3 marzo, nella location del Superstudio Maxi, con un obiettivo: esaudire desideri, tanti e tutti diversi, benintesi in termini di aspirazione e sentimento di ricerca appassionata, con un modello originale, che consente di scoprire le ultime tendenze dell’arte contemporanea in maniera più esperienziale e invita i visitatori a lasciarsi risvegliare, stupire ed emozionare non solo da opere di qualità, ma anche attraverso attività coinvolgenti.
Nella direzione di questi intenti va la campagna visiva dell’artista Rooy Charlie Lana, scattata proprio nei bagni del Superstudio Maxi, che parla di identità, di corpo come atto performativo, di desideri nascosti. «La mia ricerca artistica – spiega Rooy Charlie Lana – esplora i nascondigli del desiderio. Per la campagna di comunicazione di (un)fair 2024 ho lavorato su un formato da manifesto pubblicitario che però riuscisse a ritrarre scene di cruising, di bagni pubblici dove abitano desideri nascosti. Sono incontri casuali ed eccitanti che mimano la produzione di piacere con oggetti gonfiabili. In questi scatti appare Transghost, un corpo-identità altro rispetto alle definizioni uomo/donna, etero/omo etc.., che è riconoscibile attraverso lo zentai verde, una tuta integrale e aderente, uno strato superficiale, epidermico capace di nascondere i tratti fisionomici distintivi quali il volto e il colore della pelle di un essere umano».
Ideata da Manuela Porcu e Laura Gabellotto, co-prodotta da Superstudio Events e realizzata con il supporto di un Comitato scientifico composto da esperti del mondo dell’arte e della comunicazione, la nuova edizione parla di una spinta che anima il collezionista e che accende la necessità di possesso di un’opera, di relazionarsi con le persone, ma anche di autodeterminazione e perché no di evasione. Come? Portando a Milano 60 gallerie, nazionali ed estere, rappresentanti di paesi come Giappone, Messico, Iran, Turchia, Ungheria, Spagna e Italia.
Quattro sono le sezioni. NEW MEDIA E NEW GENERATION ARTISTS, a cura di Luisa Ausenda, raccoglie una selezione di gallerie e iniziative sulle nuove tecnologie e nuovi linguaggi del contemporaneo, tra cui si segnala Humanverse, la performance in realtà virtuale (VR) dell’artista visivo italo-argentino Martin Romeo. CONTEMPORARY CRAFT E COLLECTIBLE DESIGN, a cura di Riccardo Sorani, di Esh Gallery, propone un focus sulla materiali delle opere. ILLUSTRAZIONE, a cura di Chiara Pozzi e Illustrazioni Seriali, unisce gallerie che presentano opere di artisti che, partendo proprio dal mondo dell’illustrazione, sono riusciti a ritagliarsi una rilevanza nel panorama dell’arte contemporanea. E, per finire, DIALOGHI EMPATICI è il programma di arti performative a cura di Alessio Vigni, costruito all’insegna del non-tradizionale che vedrà in fiera tre performance di altrettanti artisti che analizzeranno, decostruiranno e narreranno diverse sfaccettature delle relazioni tra gli esseri umani nel segno dell’empatia.
Qualche anticipazione su cosa si potrà scoprire in fiera ci svela la presenza della galleria Candy Snake con le opere di Naomi Gilon e i suoi anti-desideri, i lavori di Ilaria Fasoli, in cui qualcosa rimane misterioso per essere consegnato all’immaginazione dello spettatore, richiamando i meccanismi del desiderio e le pop immagini fluide di Mattia Sarti; la prima partecipazione di Big Eyes Art Gallery, che consentirà ai visitatori di entrare in contatto con la post digital art, declinata in diverse correnti artistiche come pop surrealism, pop art e figurativo contemporaneo, con gli artisti Elena Simoni, Marie Sugimoto, Margareta Senkova e Alberto Gagliardi; il ritorno di Marconcelli 12 con le opere di Daniel Goncalve; e la declinazione del desiderio adults only, con Erotika III di ClitSplash, collettivo femminista nato a Cuba che parla di liberazione e che vuole fornire diversità di prospettive nell’ambito sessualità attraverso azioni nel metaverso.
La Galleria Ferrero partecipa ad (un)fair con una significativa rappresentanza di Omar Hassan, di cui saranno esposti alcuni dei 121 quadri (121 sono i round che Omar Hassan ha disputato in carriera prima dello stop forzato), che compongono la serie di opere Breaking Through Black. La chiave che anima l’arte di Hassan sta tutta nel desiderio di rivalsa, dettata da un senso di mancanza da colmare: per realizzare le opere esposte l’artista colpisce materialmente le tele con i guantoni da boxe impregnati di vernice, facendo a pugni per catturare l’energia del gesto creativo: «Non colpisco per distruggere, ma per creare» è la sintesi del suo credo.
Insieme a talk e laboratori, dentro e oltre la fiera sarà protagonista 365 (un)fair, un progetto a cura di Mariacristina Ferraioli, finalizzato alla realizzazione di mostre, residenze, attività educative e progetti diffusi che nasce con l’obiettivo di coinvolgere diverse fasce di pubblico ed esplorare nuove connessioni al di fuori dei circuiti tradizionali dell’arte. È tutto pronto perché l’offerta artistica e culturale è dunque si espanda, con il desiderio di trasmettere al proprio pubblico emozioni forti, stimolando la curiosità, l’intelletto e la riflessione di ognuno.
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