La Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria compie 20 anni e torna in presenza, dopo un anno di stop a causa dell’emergenza sanitaria. Abbiamo fatto qualche domanda alla presidentessa, Annamaria Malato, che ci ha raccontato l’edizione 2021 diretta da Fabio Del Giudice con un programma a cura di Silvia Barbagallo.
Il tema scelto per quest’anno è la Libertà. Può raccontarci qualcosa su questa edizione e sulla scelta del tema?
Prima di tutto devo dire che è un grande traguardo per noi essere arrivati a vent’ anni. Quando siamo partiti, nel 2002, dedicare una fiera alla piccola e media editoria è sembrato quasi pionerisitico, dato che il settore rappresentava circa il 30% del mercato nazionale. Oggi siamo oltre il 50%, rappresentiamo una grande parte del mercato e per festeggiare il nostro ventennale volevamo un tema che fosse fortemente identitario della manifestazione. Un tema come quello della Libertà, Più Libri Più Liberi se lo porta anche nel nome naturalmente: basta pensare al concetto di libertà per un editore e all’offerta culturale data da tutto questo vasto e ricchissimo settore.
Allo stesso tempo libertà intesa anche come libertà di stampa, di informazione, di pensiero, di espressione, tematiche che sono state trattate in tutte le edizioni, dal 2002 ad oggi. Ci siamo occupati di tanti Paesi dove la libertà è ancora un’utopia, portandola come filo conduttore dell’intera manifestazione.
E poi c’è un ulteriore passaggio da sottolineare: mai come in questa difficile situazione dovuta alla pandemia, ci siamo accorti di quanto i libri siano uno strumento di libertà. Per questo abbiamo chiesto a tutti gli ospiti internazionali e non che partecipano ai cinquecento incontri di questa edizione, di portarci un libro che li ha liberati.
Tutti questi libri saranno destinati a luoghi dove la libertà è sospesa, le carceri. Ci siamo rivolti ai Ministero della Giustizia e con la Ministra Cartabria abbiamo individuato che sarebbe stato molto significativo destinarli ai diciassette Istituti per la Giustizia Minorile e di Comunità del territorio. Lì in questo momento ci sono circa 340 ragazzi, e ognuno di loro riceverà un libro. La cerimonia di consegna dei vari testi, moderata da Alessandra Sardoni con l’intervento di Gianrico Carofiglio, si svolgerà nel corso della Fiera e a ritirare simbolicamente i doni dei nostri ospiti sarà Gemma Tuccillo, Capo Dipartimento del Ministero. In Fiera saranno invitati anche i 17 direttori degli istituti, in rappresentanza dei ragazzi, che potranno seguire l’evento trasmesso in streaming sui nostri canali social.
A questo proposito volevo chiederle, qual è il libro che l’ha liberata?
Le potrà sembrare una scelta singolare, ma il libro che mi ha liberata è un libro dove la libertà è totalmente assente. Si tratta di 1984 di George Orwell: simboleggia come la perdita di libertà significhi perdita di umanità. E soprattutto per quanto mi riguarda, è il primo libro adulto che ho letto. Avevo quattordici anni, e tramite le pagine di Orwell ho scoperto come chi legge non si annoia mai. Chi legge ha un grado di autonomia e indipendenza, può aprire mondi e scoprire luoghi dove magari non potrà mai andare. Questa consapevolezza è stata una grande ricchezza che mi sono portata per tutta la vita. È grazie ad Orwell che ho scoperto la magia della letteratura.
Non sono stati due anni facili, ma in Italia la piccola e media editoria dà lavoro a 8.590 persone e, ad oggi è un settore in continua crescita. Quali sono secondo lei le previsioni per il futuro e le sfide da affrontare?
È una domanda complessa perché ha tante possibili risposte, ma cerchiamo di metterle in ordine. Intanto, un dato positivo. Sono stati anni difficilissimi, in cui c’è mancata molto la possibilità dell’incontro della comunità del libro. Però i dati di lettura sono positivi: in Italia sono aumentati, soprattutto in relazione alla piccola e media editoria. Siamo arrivati a 100 milioni di euro in più rispetto al 2019. Il valore del venduto a prezzi di copertina ha superato per la prima volta nel 2020 quota 600 milioni (600,6, in crescita dello 0,9% rispetto all’anno precedente). Questo è un dato molto importante. Ora, quali sono le sfide? Il mercato è cambiato tanto, se è vero che Amazon è arrivato al 44% di mercato vuol dire che bisogna intercettare i nostri lettori tramite canali diversi. Uno di questi ad esempio è il format dei podcast, che è uno degli strumenti di larga diffusione per coinvolgere la comunità dei lettori, così come lo sono gli audiolibri.
Non sempre i piccoli editori sono strutturati per questo, dunque manifestazioni come la nostra servono moltissimo a fare squadra. Abbiamo un programma professionale curato dal Gruppo piccoli editori dell’AIE, e dal suo presidente, Diego Guida, che organizza oltre 25 incontri durante le cinque giornate della manifestazione, mettendo a fuoco tutte queste problematiche, dove va il mercato, cosa possiamo fare ecc.
Per esempio sempre durante il lockdown c’è stato un forte sostegno delle istituzioni alla parte più fragile dell’editoria, cioè la nostra. Bisogna capire come rendere questo sostegno strutturale uscendo dall’emergenza, come mantenere un colloquio forte con il Ministero dei Beni Culturali, così da entrare nella legge quadro, la legge per il libro a cui si sta lavorando e che nei prossimi mesi dovrebbe trovare luce.
A firmare il manifesto dell’edizione 2021 è Lorenzo Mattotti. Come mai avete scelto lui?
Più che una scelta parlerei di privilegio, considero Lorenzo Mattotti uno dei più grandi illustratori che ci sono in questo momento. La sua interpretazione del tema di quest’anno è bellissima: ha immaginato una mongolfiera che ha la forma di una Nuvola, come quella che ospita la manifestazione, che prende due lettori e li solleva sopra il mondo, li eleva, li libera.
Sicuramente la scelta è avvenuta sulla base della grandissima professionalità di Mattotti, ma al tempo stesso la lettura del tema ci ha entusiasmati fin dalla prima presentazione che ci ha fatto di questa bellissima immagine.
Secondo i dati le donne pubblicate da ogni editore siano sempre in minoranza, idem per le percentuali di presenze nei festival letterari. Non è il caso di Più Libri più liberi. Qual è secondo lei il ruolo delle donne nell’editoria e come si pone la fiera rispetto a questo tema?
Una manifestazione la cui presidentessa è una donna non poteva non mostrare questa sensibilità. Però a me piace parlare di gender quality, non di gender gap. Credo che ci siano e ci siano state delle grandissime donne nell’editoria. Non solo, anche analizzando il pubblico dei lettori, emerge come sia più vasto il numero di donne.
Questa attenzione c’è sicuramente da parte di tutto lo staff della manifestazione e da parte curatrice del programma, Silvia Barbagallo. Abbiamo fatto sì che la presenza delle donne non fosse marginale, anche perché di donne brave e competenti è pieno, inutile dirlo. Però effettivamente credo sia importante che oggi continui ad esserci una spinta verso questa direzione. Segnalo a proposito la presentazione di una collana tutta al femminile, Mosche d’oro, che presenterà Nadia Terranova con Giulia Caminito, Melissa Panarello, Viola Lo Moro, Liza Ginzburg e Florinda Fiamma.
Secondo alcuni librai, la fiera non tutelerebbe il settore, anzi la scelta di inaugurarla nel mese di dicembre danneggerebbe il mercato editoriale. Cosa risponde Più libri Più liberi?
Siamo molto addolorati di questa cosa. Ci tengo a ricordare che questa è la fiera dell’AIE – Associazione Italiana Editori, non è una fiera organizzata da un ente perso come altre manifestazioni che propongono solo un evento culturale. Questa è la nostra casa e gli editori vivono del rapporto con le librerie: per noi le librerie sono un pezzo fondamentale della filiera del libro, c’è un grandissimo rispetto e una grandissima attenzione.
Abbiamo dialogato con le librerie nel corso di tutti questi venti anni, anche facendogli organizzare all’interno della manifestazione la Bibliolibreria, proponendogli incontri con autori e così via.
Per quanto riguarda il periodo, la data della manifestazione è fortemente identitaria per noi. C’è un accordo con l’Eur che ci pone in dicembre anche per i prossimi anni e che non ci permette di pensare a spostamenti. Crediamo che là dove c’è una proposta culturale forte, questa non va per sottrazione: rafforzare il pubblico dei lettori non serve a levare clienti ai librai, tant’è vero che anche i nostri studi dimostrano che la crescita di novembre e dicembre delle librerie romane non è diversa da quella che avviene in altre città come Milano o Bologna. Siamo fortemente convinti che le manifestazioni come questa servano ad accrescere, ad allargare il bacino dei lettori, non a togliere lettori ad altri.
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