“Questa è un po’ l’edizione zero“. Così esordisce
Suzy Shammah, non appena mi avvicino per chiederle un parere sulla XVI edizione di Miart. Siamo alle battute finali e l’atmosfera che si percepisce è tutto sommato positiva. “La selezione della selezione” ha prodotto buoni risultati: sono tornate le gallerie storiche milanesi – penso a Guenzani e Kaufmann – e il pubblico ha gremito l’ampio salone, nonostante le prime avvisaglie estive.
“Prima di cantar vittoria – mi ammonisce la Shammah,
bisogna però costruire ancora meglio la specificità di questa fiera rispetto alle altre già esistenti”. I galleristi non possono che ritenersi soddisfatti della scelta curatoriale. La cacciata di alcuni mercanti dal Tempio ha determinato in alcuni casi una conferma, in altri una promozione e, sicuramente, un allargamento degli spazi espositivi. Questa infinita reiterazione della scrematura a un certo punto si arresta.
“La fiera è stata organizzata facendo una buona distinzione – ricorda il gallerista Franco Toselli – e poi c’è la selezione della selezione. Che è un po’ il nostro lavoro. Uscire dalla selezione per entrare nell’arte”. Entriamo quindi nel vivo della fiera per vedere quale è stata l’offerta di questa edizione ridotta di Miart. Lo “Scalone d’Onore” che mette in comunicazione torrione e spazio espositivo, si immette nel primo corridoio, dedicato alla sezione giovani. La galleria di Brescia
A’Palazzo, prospiciente l’ingresso, espone graziosi ritagli e delicati collages dell’artista inglese
John Stezaker. Artista poco conosciuto, celebrato di recente alla
Whitechapel Gallery di Londra, in una grande mostra personale. Da più di vent’anni, l’artista londinese cataloga e incrocia immagini di ogni genere. Sono presenti altre sperimentazioni fotografiche dell’artista alla
Galleria Monica De Cardenas. Le sue quotazioni rimangono entro i 10.000 euro. Proseguendo nel corridoio della sezione giovani, due stand agli antipodi geografici ma entrambi orientati al mondo concettuale: la
Galleria dell’Arco di Palermo e
Francesca Minini di Milano. Da una parte, l’artista
Ettore Favini che gioca con il tempo e la memoria, rielaborando carte di archivio; dall’altra, il giovane artista
Giulio Frigo che nell’opera
Mimesi utilizza la grafite a denotante e denotato. I prezzi di questi giovani artisti rimangono sotto gli 8.000 Euro. La maggior parte delle gallerie giovani si dice entusiasta di partecipare e di avere maggiore spazio di azione. Le gallerie storiche continuano invece a prender parte alla manifestazione per uno spiccato senso di appartenenza alla città di Milano, dichiara la gallerista Carla Pellegrini. La
Galleria Milano propone due lavori della serie
Il sogno di Davide del 1968 del compositore e fotografo
Davide Mosconi. Sono fotografie retroilluminate che l’artista realizza dopo aver trascorso un lungo periodo in Messico. Le quotazioni di questi graziosi light box non superano i 10.000 euro. Lo stand della
Suzy Shammah propone l’artista finlandese
Esko Manniko e la sua serie di animali selvatici, colti in posizioni insolite. Da
Massimo De Carlo, due piccole magie di
Roland Flexner che ricordano le decalcomanie surrealiste di Dominguèz. Le opere a grafite di piccole dimensioni hanno quotazioni di 7.500 dollari. Un’altra segnalazione importante sono i lavori di
Pierpaolo Campanini alla galleria
Kaufmann Repetto. Artista che è ormai presente nelle collezioni
più importanti. I suoi lavori hanno prezzi che oscillano tra i 15.000 e i 20.000 Euro. La sezione di Arte Moderna non può che aprirsi con l’opera che in questi giorni ha riempito la stampa italiana:
Michelangelo Pistoletto,
Stracci d’Italia. Opera composta nel 2007, partendo da stracci dei tre colori del vessillo nazionale. L’opera entrerà forse a far parte di una collezione autorevole. Lo sguardo del Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha lasciato intendere un desiderio di acquisto. Sarà la Regione Lombardia disposta a investire 400.000 euro per il tricolore ridotto in pezzi? Sempre alla
Galleria Spirale un bel
Mimmo Rotella del ’53, con valore di mercato di 95.000 Euro. Il gallerista Massimo Ferrarroti si felicita e allo stesso tempo si rammarica per
“l’intento di qualificare 100 gallerie italiane ma anche di isolare la città di Milano a livello internazionale”. Le opere importanti – penso a
Bonalumi e
Castellani – saranno state probabilmente permutate per qualche altro lavoro. I collezionisti hanno preferito infatti artisti dello stesso periodo – come
Dadamaino, Scheggi e
Simeti – le cui opere hanno quotazioni inferiori, comprese tra i 20.000 e i 60.000 Euro. Gli acquisti degni di nota sono avvenuti nella serata conclusiva della fiera tramite scambi o permute. Si parlava di un gallerista catalano, pronto a permutare i suoi Picasso…Mah.