L’unione fa la forza, ed ecco che la fiera internazionale
Art
Forum Berlin,
alla sua 14esima edizione, si sdoppia e unisce le forze con
ABC – Art Berlin
Contemporary: oltre
sessanta le gallerie private in città ad aprire le porte a settembre, per un
totale di più di cento artisti che presentano progetti e idee per spazi
pubblici e privati. Anche l’Hamburger Bahnhof e la Neue Nationalgalerie aprono
per la stagione autunnale, e si accodano il KW Institute for Contemporary Art,
la Haus der Kulturen, l’Accademia delle Belle Arti e tanti altri spazi
pubblici.
È questo il clima da grande evento che si è respirato a
Berlino nei giorni della fiera, dove si fa davvero sistema e la riconosciuta
capacità organizzativa teutonica salta subito agli occhi.
La fiera consta di tre padiglioni, per un totale di 130
gallerie, suddivise nelle sezioni
Galerie,
Focus e
Plein air. Dopo una selezione su oltre trecento richieste, il
comitato ha suddiviso le “leading galleries” reputate più aderenti al programma
e provenienti da venti diverse nazioni.
La quota italiana si difende bene con nomi come
Perugi di Padova, che presenta in anteprima la nuova serie di lavori del giovane
Alex
Bellan, e
S.A.L.E.S. di Roma che, fra gli altri, espone superbi disegni di
Charles Avery. Ma ci sono anche
Franco
Soffiantino da Torino e
Zero… da Milano.
Nel settore
Focus sono presenti
Gentili di Prato,
Pianissimo di Milano e
Artericambi di Verona. Chiacchierato ma anche molto ben
recensito sui quotidiani locali l’artista della scuderia Artericambi
Giovanni
Morbin, per esser
rimasto per ben dodici ore, presso lo stand della galleria veronese, chiuso in
una scatola bianca. Spuntava solo la testa, fasciata con una calza color carne.
Le voci ufficiali parlano di 40mila presenze, anche se il
sole e la temperatura ancora estiva hanno forse frenato i meno appassionati. E
la crisi? La crisi c’è e si vede: lavori prudenti, alcuni dei quali già
abbondantemente esposti in altre fiere, rari i bollini rossi, adrenalina molto
bassa e soprattutto pochi i fuochi d’artificio americani, decisamente sotto
tono rispetto al solito.
Fra i più interessanti provenienti da oltre oceano, è
senz’altro da citare il “solo-stand” della newyorchese
Spencer Brownstone,
dedicato al lituano
Zilvinas Kempinas, che già aveva stupito a Volta 5 a Basilea con il lavoro
cinetico
Flux.
Una costellazione di belle fotografie riempie invece le pareti dello stand
della galleria tedesca
Barbara Gross: sono scatti della spagnola
Alicia
Framis, da vedere
prossimamente a Monaco in occasione della sua personale.
La novità più intrigante? Il premio per le associazioni
non profit che si occupano d’arte contemporanea. Quest’anno se l’è aggiudicato
la
Voltaire di Londra, per aver supportato i giovani artisti negli
ultimi quindici anni.
Anche il settore
Plein Air è una novità: una piattaforma
ideale per presentare in esterno, proprio dietro il Palais am Funkturm,
installazioni e sculture di artisti internazionali quali
Robert Barry,
Dora Garcia,
Michael Kienzer,
Thomas Kiesewetter,
Meuser, Wilhelm Mundt,
Ernesto Neto,
Claus Richter,
Gerwald Rockenschaub ed
Erik von Lieshout.