Fiere nuove continuano ad aggiungersi a fiere più affermate, che a loro volta assumono un ruolo sempre più importante, non solo indicando la via al mercato dell’arte ma anche stabilendo nuove tendenze.
Dal 21 al 24 aprile scorso ha avuto luogo la ventiquattresima edizione di ArtBrussels, visitata da oltre 32.000 persone. Attraverso un rigoroso processo di selezione, un comitato internazionale di esperti ha ammesso una galleria su tre, tra le candidate. Riducendo il numero dei partecipanti, ArtBrussels ha visibilmente alzato la qualità delle 168 gallerie (provenienti da 20 paesi e tre continenti).
Per quanto riguarda il pubblico, la fiera si giova della posizione centrale della capitale belga, facilmente raggiungibile con un veloce viaggio in treno da Londra, Amsterdam, Francoforte e Parigi. Un gallerista svizzero ha notato la forte presenza di belgi e francesi, individuando i fiamminghi come “i più interessanti, innovativi e pronti a correre rischi.” Altri galleristi hanno affermato che, rispetto agli altri anni e forse a causa di The Galleries Show, la nuova fiera di Anversa, c’erano meno collezionisti e curatori americani, e decisamente meno giornalisti internazionali.
Per questa edizione, ArtBrussels ha presentato una nuova zona espositiva, incorporando 11 gallerie di design moderno e contemporaneo e rinforzando il concetto di design non più visto come un’arte puramente decorativa ma, al contrario, come parte fondamentale della realtà contemporanea. La Francia, con ben sei gallerie di design (contro tre dal Belgio, una dalla Cina e una dalla Germania), si pone come il paese piú avanzato in questo campo.
Per assicurare una presenza giovane, la fiera ha presentato il settore First Call. Solo su invito, 14 nuove gallerie ne hanno preso parte, selezionate da un comitato speciale di collezionisti. Un’altra area è stata dedicata alle Young Galleries, 40 gallerie che esibivono opere di artisti promettenti ma poco conosciuti. In questa zona si è vista la presenza italiana con S.A.L.E.S. di Roma, insieme a Suzy Shammah e Manuela Klerkx di Milano.
In generale, le gallerie giovani hanno rischiato di più, soprattutto nelle scelte di allestimento, con un buon numero di installazioni e ambienti. Ad esempio, per vedere l’opera surreale di Matti Kallioinen (da Milliken) era necessario entrare in una stanza completamente buia; oppure, per contestualizzare artisti “urbani” si sono create sconografie di strada (da Alice).
Tra le nuove gallerie, c’è da notare la presenza di AP4-ART, dove erano in mostra le inquietanti eppure fantasiche vignettes di Jelena Tomasevic, vista anche alla Biennale di Venezia dove rappresentava il Montenegro. Virgil de Voldere, gallerista d’origine francese stabilitosi a New York, presenta giovani artisti molto interessanti: Xavier Deshoulières, che usa i due lati della tela per creare un’atmosfera di sogno nei quadri della realtá beirutina; Brody Condon, che basa le sue opere sul mondo dei videogiochi, e il taiwanese Tsui Kuang-Yu, autore di video performance.
ArtBrussels ha organizzato poi, com’è ormai consuetudine in ogni fiera che si rispetti, dibattiti e conferenze, visite guidate giornaliere e un programma OFF, con visite a musei della capitale belga e a collezioni privati ed aziendali.
Delle 105 gallerie già affermate, l’ottanta per cento era di provenienza non belga, tra cui cui nove presenze italiane. Perugi Artecontemporanea ha esposto i disegni di Fausto Gilberti, tecnicamente precisi e intensi, insieme alle opere di The Royal Art Lodge. Studio La Città presentava invece i lavori fotografici di Pablo Zuleta Zahir, e le sculture con componenti video di Tracey Snelling.
Le gallerie con obbligo di mensione, per la qualità del lavoro in mostra sono: Galerie Voss, con il realismo fotografico di Frank Bauer, allievo di Richter; Galerie Tanit; Alain Gutharc; Guy Bärtschi (che rappresenta artisti come Marina Abramovic, Per Barclay, Wim Delvoye e Jennifer & Kevin McCoy) e infine Chinese Contemporary, che come sempre si dimostra il migliore per l’arte contemporanea cinese.
In linea generale, i lavori fotografici e i video che mancavano a ArtParis hanno ritrovato la loro voce a Bruxelles: le fotografie verticali di Christopher Keller, il video in slow-motion e le foto pseudo-matrimoniali di Hans op de Beeck, il video della giovane artista cinese Cao Fei Hip Hop New York e le foto di forme geometriche inserite in spazi archittetonici di Georges Rousses.
clara patricia kauffman
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