Categorie: fiere e mercato

fiere_resoconti | Artelibro 2005 | Bologna, Palazzo Re Enzo

di - 12 Ottobre 2005

Cominciamo con le differenze piuttosto che con le ripetizioni. Guardando l’edizione dello scorso anno, se ne notano parecchie. In primo luogo la maggiore attenzione riservata all’arte contemporanea, senza per questo dover rinunziare al libro antico e/o da collezione. In secondo luogo, le gallerie bolognesi hanno superato lo scetticismo di dodici mesi fa, quando avevano fatto atto di presenza allestendo qualche opera qua e là negli spazi del Palazzo, senza però degnare la manifestazione di un supporto fattivo. Cosa che invece è avvenuta il sabato sera con un fuoco di fila di inaugurazioni (mentre venerdì è stata la volta di Ralph Gibson a Villa delle Rose), ed è già un bel passo in avanti per la città. È stato poi registrato un aumento del numero degli editori stranieri presenti alla fiera, ed è un altro dato che auspicavamo di fornire.
Aggirandosi fra le opere ancora una volta installate un po’ ovunque con un criterio imperscrutabile (dall’installazione di Caccioni per Otto Gallery alla “colonna” di Mario Nanni per la galleria di Paolo Nanni), ci si poteva accomodare nell’angolo lounge di Electa, che per l’occasione stuzzicava l’appetito con un 15% di sconto su tutti i volumi. La competizione sui metri quadri restava quella con Skira e Allemandi, mentre uno stand assai meno gigantesco aveva Postmediabooks, che oltretutto ospitava alcuni colleghi stranieri interessanti: Artimo, Onestar Press e JRP, oltre alla Fondazione Pitti. Fra i libri con prezzi di copertina stratosferici, alcuni gioielli proposti da Utet e dalla Zecca di Stato. Ben più abbordabile la nuova collana di 5 Continents, la “Galleria delle Arti”, e uno stand come di consueto molto curato per Photology, che ha evitato di portare come l’anno scorso le foto da appendere alle pareti, manco fossimo ad Artefiera. Ancora novità interessanti per la patinatissima Contrasto e i soliti deliziosi avanguardismi proposti da Laguna. Per restare nell’ambito di realtà medio-piccole, Sillabe sfoggiava l’ottimo catalogo dedicato a Ferragamo per la mostra “Lusso e autarchia”, mentre appartandosi un poco si poteva sfogliare l’ancora scottante Kibosh di Terry Richardson edito dalla bolognese Damiani, insieme alle novità fotografiche e al catalogo della mostra di Li Wei allestita a Pechino da Marella o al recentissimo volume dedicato a Phil Frost. Ancora una volta stand comune per alcuni editori d’oltralpe, che quest’anno hanno optato per una suddivisione Dewey anziché per editore, scelta per certi versi discutibile (ottima per il pubblico, meno per chi deve annotare le novità delle singole case editrici). Ma a potersi sfogliare con la dovuta calma i cataloghi del Pompidou tutto si acquieta, oppure leggendo qualche pagina dei classici editi da Macula. Non si è ben capito se Thames & Hudson fosse presente per propria volontà o per la benevolenza di Milano Libri, che peraltro aveva un nutritissimo parterre, con molte novità anche di Hatje Kantz. In ambito libreria si è visto anche Libri & Co., e ancora il piccolo Paparo con una bella monografia su Leperino, lo chiccosissimo Franco Cosimo Panini e l’antichista Giuseppe Solmi. Aguzzando lo sguardo e l’ingegno si potevano vedere capolavori della tipografia come il libro di Antonio Marras edito da Ilisso, che fra l’altro ha lanciato una collana a soli 7€, distribuita in Sardegna pure nelle edicole. E tuttavia, sarà per il nome e la storia, sarà per la cura con la quale stampa, localizza e distribuisce, Phaidon resta insuperabile. Fra i pochi editori a presentare con cognizione di causa le proprie novità e qualche antreprima: da Vitamin D a uno strepitoso Araki, dagli Arredi di Carlo Mollino alle versioni italiane di due testi della collana Temi e movimenti, dedicati rispettivamente al Minimalismo e ad Arte e femminismo.
Se l’anno scorso concludevamo testimoniando una certa delusione, ora la sensazione è quella di un radioso cammino verso il miglioramento.

Restano i grandi numeri dei visitatori, sia alla fiera che agli eventi collaterali (fra questi ultimi vanno almeno segnalati l’incontro promosso da Artelibro e UniCredit, “Un passaporto per l’arte contemporanea italiana: riflessioni e sviluppi”; una stimolante disputa sull’“arte della recensione” a Santa Lucia; e il dibattito curato da Federica Cimatti e coordinato da Gianni Romano sulla “nuova editoria d’Arte contemporanea internazionale”). E se ci auguravamo un maggior numero di editori e riviste straniere, queste ultime sono state sacrificate sull’altare di un aumento degli editori in genere, stranieri e italiani. Una scelta dettata dagli spazi nient’affatto funzionali di Palazzo Re Enzo. Allora ritorniamo alla “richesta” del 2004: abbandonare il centro storico, per votarsi alla funzionalità ed alla professionalità del quartiere fieristico. Dove forse –ma non è detto: lo insegna il Salone del libro per ragazzi- i numeri caleranno un poco, ma non si dovrà scegliere fra l’uno o l’altro soltanto a causa dello spazio ridotto. Un tale trasloco aiuterebbe anche a risolvere un dubbio che aleggiava in quei giorni. Ma Artelibro è un salone per il pubblico o per gli addetti ai lavori? È chiaro che non si tratta di un’alternativa manichea: Francoforte, dall’alto della sua importanza, coniuga perfettamente i due aspetti della questione. Forse si potrebbe pensare a una giornata (qualcosa è stato fatto, ma in uno spazio di tempo troppo breve per essere risolutivo) dedicata a chi, come quel simpatico professionista di Amburgo, è giunto fino a Bologna per avviare qualche trattativa commerciale e si è trovato di fronte uno stuolo di hostess che, seppur gentili, non avevano idea di quale fosse il catalogo della casa editrice di cui curavano lo stand, figuriamo dei costi dei diritti di traduzione…

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marco enrico giacomelli


Artelibro 2005. Festival del Libro d’Arte
Palazzo Re Enzo – Bologna – Ingresso libero
Info: www.artelibro.it


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