Una fiera
italiana senza brutture è di per sé una notizia. La presenza di opere
indimenticabili, che spicchino nell’immenso calderone degli stand è un’altra
cosa, ma i sussulti non sono mancati, così come le sorprese.
Cerchiamo
di fare ordine, per punti, ben sapendo che la completezza è velleitaria nel
resoconto di un evento che riunisce migliaia di opere senza un criterio
espositivo.
MAIN
SECTION
La sezione
principale, come detto, non affligge con nessuna opera meno che dignitosa, e
spesso gratifica con opere di grande qualità. Tra le gallerie italiane, bene De
Cardenas con Elizabeth Neel, Maurizio Anzeri, John Stezaker e Lorcan O’Neill con uno stand che è quasi una
piccola personale di Kiki Smith,
convincente come sempre ma un po’ più decorativa del solito.
Cardi Black box proclama orgogliosa il nuovo contratto di rappresentanza con Gianni Piacentino: nello stand alcune
sue ottime e non molto viste opere d’epoca fanno compagnia a un cappotto
gigante di Bayrle e a un lavoro di Tom Sachs. John Stezaker è protagonista anche da A Palazzo di Brescia,
e da Artiaco non può mancare (per fortuna!) Carl Andre.
Da Luger
un obelisco di Michael Aerts
affianca il sempre entusiasmante Di
Matteo, da Pinksummer Trevisani
si intreccia letteralmente con Saraceno
(stand poco leggibile e affollato, ma alta qualità delle opere). I nuovi video
di Masbedo e di AES+F sono il punto forte di Noire, mentre Lia Rumma
propone come sempre uno stand con ottimi nomi, con l’unica defezione di Marzia Migliora, che porta un’opera
troppo approssimativa per il tema pesante che tratta.
Da Raffaella
Cortese sempre meglio i collage di Maloberti,
presenti con i lavori sulle vetrine di Martha
Rosler e un video di William E.
Jones. Paolo Chiasera fa la
solita ottima figura da Francesca Minini e da De Carlo spicca Matthew Monahan.
straniere, Maureen Paley di Londra apre bene le danze, vicino
all’ingresso, con un ottimo Liam Gillick
(presenza costante in vari stand) e con Tillmans,
fra gli altri. In situ di Parigi può fregiarsi di un’ottima e ampia
opera di Mark Dion, la berlinese Opdahl
propone una scultura a parete di Jimmie
Durham e Dorothy Iannone, grande
artista pop troppo trascurata, si riaffaccia da Air de Paris.
Interessante il
rinnovamento della poetica di Haluk
Akakçe, esposto da Alison Jacques di Londra assieme a un’ottima Hannah Wilke. Tra le opere di maggior
impatto, quella perturbante di Elmgreen
& Dragset (da Wallner, Copenhagen): un neoclassico, straniante
pastore con la canottiera.
NEW ENTRIES
Disseminate tra
quelle della sezione principale, 29 gallerie fondate dopo il 2005 esordiscono
ad Artissima. Meritato il Premio Guido Carbone (che elegge il
migliore stand della sezione) alla galleria Raebervonstenglin di Zurigo.
Buone le opere di Födinger e Wagner, e soprattutto interpretato alla
perfezione l’allestimento dello stand, che mette in questione la presenza del
visitatore e contestare la classica disposizione “da bancarella” delle fiere.
Tra le altre buone novità, anche Spazio A di Pistoia, con ottime opere
di Bazzana, Carone e Nasuti Wood.
PRESENT FUTURE
15 gallerie,
anch’esse alla prima presenza, presentano mini-personali di giovani artisti.
Sezione un po’ scialba nel complesso, ma con qualche sorpresa. Il protagonista
assoluto è Clément Rodzielski,
proposto da Chantal Crousel di Parigi, con le sue riviste ritagliate,
ottima idea (e stile quasi a punto) per un approccio nuovo al collage.
Interessante ma non abbastanza formalizzata l’idea di Sophye Nis (galleria Greta Meert, Bruxelles), che indaga il
concetto di pubblico ludibrio, sotto tono Giorgio
Andreotta Calò da Zero… e poco significativi molti degli altri
artisti.
Il Premio Illy al miglior progetto della
sezione è andato a Melanie Gilligan,
presentata da Franco Soffiantino con un video di non facile fruizione in
fiera.
BACK TO THE
FUTURE
È la grande idea
dell’edizione numero 17. Dare spazio ai precursori del postmoderno,
protagonisti o maestri dimenticati degli anni ‘60 e ‘70, con stand monografici.
Il risultato è un po’ confuso, ma riserva picchi notevoli. Difficile dare
un’idea di lavori in maggioranza concettuali nei pochi metri di uno stand, e in
alcuni casi le opere sono minori.
Notevolissima
comunque la presenza di artisti come Anna
Maria Maiolino (Raffaella Cortese), Gianfranco Baruchello (Janssen), Maria Lai (Bortolozzi), Nanni
Balestrini (Guidi & MG, ottima selezione di opere) e
l’architetto-artista Gianni Pettena
(da Enrico Fornello, lo stand più ludico della fiera, con il suo
groviglio di carta che imbriglia chi ci entra).
Una sezione da
riproporre l’anno prossimo, ma con alcuni accorgimenti. Altrimenti meglio
tornare al tradizionale e suggestivo Constellations,
con grandi installazioni di nomi altisonanti.
APPUNTI SPARSI
(SORPRESE, RISCOPERTE, NOMI RICORRENTI)
La proposta
quest’anno è stata varia, e non sono molti gli artisti che ricorrono da uno
stand all’altro. Forse la sola eccezione è Liam
Gillick, esposto tra gli altri da Maureen Paley e Air de Paris.
Doppia presenza per John Stezaker,
finalmente riscoperto anche in Italia, proposto sia da De Cardenas che
da A Palazzo, e per l’interessantissima marocchina Latifah Echakhch (si poteva acquistare da Kaufmann Repetto e
da Mennour di Parigi).
Tra le piacevoli
riscoperte, spiccano i già citati John
Stezaker e Dorothy Iannone. Ed
ecco qualche novità da seguire: Maurizio
Anzeri da De Cardenas, autore di straordinari cuciti su fotografia; Sergia Avveduti, rigorosa contestatrice
dall’interno del Modernismo e del design (da Antonio Colombo); il
pittore Paul P. da Maureen Paley;
il duo di fotografi Gioberto Noro da
Peola, da tenere d’occhio.
LA SEDE
È una delle
novità del 2010, e non delude affatto. L’Oval è affascinante e funzionale, con
corridoi spaziosi e un aspetto accogliente. L’effetto cattedrale nel deserto è
parte del suo fascino. Solita nota stonata, i servizi. Nei bar si mangia
malissimo a cifre esorbitanti (e a pensare che a un chilometro e mezzo c’è
Eataly la rabbia aumenta…), e non ci sono nemmeno i classici punti d’appoggio
in piedi. La cosiddetta area fumatori esiste solo nelle insegne: bisogna uscire
al gelo. Per non parlare di bancomat e taxi, non pervenuti.
IL CATALOGO
Era un’idea più
che stimolante. Ma la realizzazione è stata fallimentare. Al posto del
tradizionale catalogo, un raccoglitore ad anelli in cui riunire il materiale
proposto dalle gallerie. Risultato: fotocopie in bianco e nero con poche o
nessuna informazione, la scomodità di cercare lo stampato sui tavoli degli
stand, una visita ancora più convulsa per i completisti che volevano conservare
traccia di tutti gli stand. Per fortuna c’era anche l’agendina, più tradizionale
raccolta degli indirizzi delle gallerie (anche qui, senza una foto) e Palinsesto, terzo volume del composito
catalogo che però si concentra, pur con buona dovizia di particolari, sulle
sezioni collaterali alla principale.
stefano castelli
dal 4 al 7 novembre 2010
Artissima 17
direzione: Francesco Manacorda
Oval – Lingotto Fiere
Via Nizza, 294 (zona Lingotto) – 10126 Torino
Orario: 4 novembre dalle ore 18 su invito; dal 5 al 7 novembre ore 12-20
Ingresso: intero € 15; ridotto €10
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 01119744106; fax +39 01119746106; info@artissima.it; www.artissima.it
[exibart]
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l'opera della Migliora era vergognosa, un tema del genere tattato con una leggerezza imbarazzante. vergogna vergogna vergogna. vergogna a chi permette che si realizzino pagliacciate così e irrispettose.
solo per cercare di fare colpo su chi? sulla critica dell'arte? sul pubblico senza cultura? provocazione che non funziona più e che la Migliora farebbe bene a prendersi una pausa di riflessione. visto che segue le mode del sistema dell'arte in base a dove funzionano di più non sarà difficile per le tentare una nuova strada.
Solo un mesetto per questa recensione .....
Bravi