La fiera, anche se più grande e con un maggiore numero di gallerie partecipanti rispetto alla scorsa edizione, è stata un flop a detta degli stessi galleristi. Nonostante sia aumentato vertiginosamente il numero dei visitatori, è diminuito considerevolmente il numero delle vendite.
Il clamore e la curiosità per le grandi opere attese, sia cinesi che straniere (primo fra tutti il famosissimo Mao di Warhol), hanno portato al World Trade Center di Pechino studenti di belle arti provenienti da tutta la Cina, i quali, con tanto di macchina fotografica digitale in mano, andavano in giro, immortalando le opere fino a quel momento viste solo sui libri. Altra grande presenza sono stati gli artisti sconosciuti, che, visto il successo delle edizioni precedenti, hanno assaltato gli stand delle gallerie straniere, forti del potere dell’arte cinese contemporanea all’estero, proponendosi per mostre e collaborazioni, con book fotografici, CD e DVD. A questi si è aggiunto popolo trendy di Pechino, che non poteva mancare ad un avvenimento così importante per la vita artistica della città.
Costante, rispetto allo scorso anno, è rimasto il numero dei collezionisti presenti all’evento, che però, dato il trend internazionale, ha posto la sua maggiore attenzione sugli artisti cinesi. Questa è infatti la “croce e delizia” della Beijing Art Fair: essere un evento basato solo e (quasi) esclusivamente sulla Cina. Da una parte, chi cerca arte cinese sa dove trovarla, dall’altra, ad una visione generale e obiettiva dei padiglioni, la CIGE di quest’anno (così come gli anni passati) è stata abbastanza monotematica.
Un tripudio di Feng Zhengjie e Yang Shaobing, Ma Liu Ming e Yue Mingjun a go-go: questi gli autori più presenti tra gli stand e che hanno venduto di più. Chi è andato peggio sono state, quindi, le grandi gallerie estere, che hanno partecipato alla manifestazione con autori stranieri.
Queste hanno visto snobbate le proprie opere, in favore dei celeberrimi e ormai un po’ ripetitivi autori mainland.
A questo va aggiunta la mancanza di commissione di selezione delle opere presenti, che ha portato ad una grande eterogeneità di lavori, alcuni anche di dubbio valore.
Grandi sono stati i problemi dal punto di vista organizzativo, tali da far saltare la partecipazione di due tra le più famose gallerie internazionali presenti lo scorso anno: la Gagosian di New York e la Krinzinger di Vienna. Altre sono state costrette a rinunciare all’ultimo momento. Un altro dato negativo è la sparizione, o comunque la considerevole diminuzione, delle piccole gallerie pechinesi, che nella scorsa edizione della fiera avevano fatto la parte del leone, non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche per la sferzata di arte fresca e nomi nuovi che proponevano.
Ma veniamo alle gallerie. Fra le italiane erano presenti: Marella, con una vasta collezione di autori cinesi, fra cui Bai Yiluo, Li Wei e He Sen; insieme alla Galleria Continua, con opere di Daniel Buren, Chen Zhen e Loris Cecchini (la cui personale è tuttora in corso nella sede cinese della galleria). Oltre a queste due, ormai già stabili a Pechino, nella mitica 798, hanno partecipato all’esposizione anche la Enrico Fornello di Prato, con una vasta collezione di scatti vintage di Luigi Ghirri, autore molto vicino ai canoni estetici del gusto cinese; e la Berengo di Murano.
Tra le gallerie cinesi sono da ricordare la Shanghart di Shanghai, con un enorme stand semivuoto e autori quali Zhou TieHai e Zeng Fanzhi; la Beijing Art Now Gallery, con nomi quali Xin Haizhou, Lu Hao, Song Yonghong e il giovanissimo e già apprezzatissimo Zhang Fazhi; e la F2. Quest’ultima presente con una parte di una ben più ampia mostra (in corso nella sede centrale, nell’East Village di Pechino) dal titolo Body on the Site, sul tema dell’autoritratto d’autore.
link correlati
www.cige-bj.com
www.galleriacontinua.com
www.enricofornello.it
www.raab-galerie.de
www.artbeautus.com
www.marella.com
www.artnow.cn
www.soka-art.com
www.f2gallery.com
www.shanghartgallery.com
www.berengo.com
www.markhm.com
www.ieum.org
maria adele scotto di cesare
[exibart]
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