E’ una fiera giovane e fresca MACO, artisti emergenti ed opere a basso costo, ma con un’identità propria. Giovani gli artisti, ma giovanissimi anche galleristi e collezionisti, a disegnare uno scenario che ha voglia di emergere, anche attraverso iniziative propositive ed autogestite nel tessuto urbano. E giovani persino la direttrice, l’avvenente Zelika Garcia, e il presidente della fiera, quell’Enrique Rubio che sta a capo della popolare rivista di arte e moda Spot, a conferma che il sodalizio fiere-mercato ed editoria è sempre più di moda di la e di qua dell’Atlantico.
Il Messico, decima economia mondiale e mercato più importante dell’America Latina, si presenta così, con tanta voglia di mettersi alle spalle crisi politiche ed economiche ed offrire opportunità alle giovani generazioni di mettersi in gioco sul libero mercato.
55 gallerie internazionali, dunque una tipica kermesse contemporanea, selezionata e specializzata, con rappresentanti dall’America e dall’Europa, oltre alla scontata e prevalente rappresentanza sudamericana. Il comitato selezionatore è composto da Luis Adelantado, della nota galleria valenciana,
La prima sorpresa viene proprio dalle strutture messicane, con ottimi stand di Art & Idea, Garash, praticamente la fucina dei migliori talenti messicani non ancora trentenni, e La Estaciòn di Chihuahua, a fianco della storica Kurimanzutto, che vanta Orozco tra i fondatori e Tiravanija, Amorales, Cuevas, Guzman ed Ortega tra gli artisti di punta.
Tra le altre, delusione per la newyorkese Maccarone Inc., in tono dimesso con la personale di Olav Westphalen mentre a tener alta la bandiera dell’Italia la padovana Perugi (grande interesse per la vespa di cartone di Chris Gilmour e i Kellog’s giganti dipinti da Antonio De Pascale), Massimo Vitali, artista-fotografo a cui Hilger di Vienna ha dedicato una bella personale e, tra le riviste, unica presenza per la romana Crudelia.
Ma gli artisti messicani? Due esempi per tutti: c’è Diego Teo (n. 1978) che applica le Lezioni Americane di Italo Calvino e, associando alla “leggerezza” i concetti di precisione e determinazione, indaga la realtà e gli oggetti che lo circondano, sviluppando una sorta di archeologia dell’epoca del consumismo. Così, ad esempio, restaurare una bottiglia di Coca Cola in frantumi, diventa un modo di investigare il
E che dire di Miguel Calderòn, sorta di Damien Hirst messicano piazzato già nella scuderia newyorkese di Andrea Rosen, sfacciato ed ironico picconatore della cultura globalizzata e del miraggio americano? Calderòn ha fondato uno spazio per artisti, la Panaderia, un paio di gruppo punk (Mazinger Z e Intestino Grueso) e ben rappresenta una linea di ricerca delle nuove generazioni del suo paese, alle prese con le contraddizioni identitarie indotte dalla Frontera. Divertente anche l’iniziativa di un gruppo di giovani artisti, impegnati a riprodurre in scala le opere più apprezzate, una sorta di souvenir on demand.
Da segnalare, a margine, che la fiera è anche la logica conseguenza dell’impegno nel contemporaneo d’intraprese come la fondazione Jumex, voluta nel ‘97 dal magnate di una nota marca di succhi di frutta messicani Eugenio Lopez Alonso. Jumex promuove progetti con giovani artisti e implementa una collezione stabile di respiro internazionale, la più importante latinoamericana, che consta di circa 1200 pezzi. Recentemente presentata anche al Festival d’arte contemporanea e visiva di Glasgow conta su nomi come Aitken, Alys, Cuevas, Kelley, Santiago Sierra ed Anri Sala.
Nel complesso MACO una cosa importante l’ha detta: che la corrente influenzata dai cartoons, dai fumetti e dai nuovi media, spesso espressa attraverso il disegno e narrazioni approssimative mai risolte, surreali eppure emozionalmente efficaci, è ben più che una moda passeggera ed attraversa ormai i continenti e le culture, dal Giappone all’Europa, dagli USA al Canada fino ai paesi Sudamericani. Una piattaforma di dialogo comune, una koiné attraverso la quale si esprimono identità ma anche l’appartenenza ad una cultura trasversale, qualcuno direbbe globalizzata.
E le vendite? Beh, non è certo in fiere come questa che circolano i fiumi di denaro. Ben più importante, in questo caso, è l’occasione di confronto, di autodeterminazione e di dialogo paritario all’interno del sistema. Ma ciò che conta è soprattutto il progetto di un’internazionalizzazione della cultura
link correlati
www.macomexico.com
www.lapanaderia.org
www.lacoleccionjumex.org
le gallerie messicane
www.kurimanzutto.com
www.art-idea.com
www.garashgaleria.com
www.ramisbarquet.com
www.arcauteartecontemporaneo.com
www.arenamexico.com
www.mytogallery.com
www.galeriaomr.com
alfredo sigolo
[exibart]
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Gentile Sigolo, oh Dio non so mai come impostare una lettera formale, facciamo che uso il tu.
Alfredo, posso chiederti gentilmente un commento sulla galleria Enrique Guerrero al MACO? seguo il loro lavoro con attenzione e stimo molto il gallerista e ci tenevo a sapere le loro ultime evoluzioni,
grazie in anticipo