06 aprile 2010

fiere_resoconti Market Stoccolma 2010

 
Galeotta fu la fiera d’arte più nota della Scandinavia per esplorare mercato e tendenze del nord Europa. Siamo andati a conoscere alcuni dei suoi galleristi e a vedere su cosa si scommette...

di

Per quanto l’atmosfera da mercato d’auto usate non
abbia contribuito alla riuscita di un tanto atteso evento, e tantomeno
l’assoluta incompetenza e gioiosa inconsapevolezza del personale di sala, Market
ha lanciato raminghe
esche meritevoli di esser seguite in contesto post-fieristico.
Compatto il fronte scandinavo nel non correre
rischi. Locale il pubblico, locali gli artisti. Neppure lo sforzo di un
comunicato stampa in inglese. Ci sarebbe quasi da congratularsi per un tanto
smaliante esempio di autarchia, se non fosse per la povertà delle proposte in
mostra, tra cui hanno brillato come pericolosamente deludenti i giovani
selezionati da Magnus Karlsson, gallerista di punta in Svezia, unico a
presenziare a fiere internazionali con artisti come Mamma Andersson
e Tommy Hilding, e marchio di successo
indiscusso della piazza locale, che ha presentato l’opera confusa, piatta e
monumentale della giovanissima Sara-Vide Ericson.
Le aperture, poche, vengono però da un gruppo di
gallerie se non giovanissime, trasversali e seriamente divertenti. Bella la
serie Alone with Others
di Joakim Eneroth, non a caso molto amato fuori dai
confini nazionali e presentato da Christian Larsen.
Paradigma composto della
protettiva sterilità nordica, con le casette da favola trasfigurate in trappole
geometriche, questi incantevoli scatti richiamano, se non citano, le più note
fotografie di Massimo Vitali
, ma lo fanno sussurrando che le tracce umane sono più
rivelatrici degli umani stessi per chi voglia dedicarsi all’etnografia.
Peter Ern - The hotel - 2008 - courtesy Alp Peter Bergman, Stoccolma
Sempre sul versante Stoccolma, relativamente
indipendenti sono Gallery Niklas Belenius
e Crystal Palace, la prima ancora in cerca
di se stessa, ma procedendo per validi tentativi, la seconda manifestamente
immolata a un pop anni ’80 che oggi non è una cattiva idea, ma potrebbe non
reggere al tempo.
Ottimo esempio di coerenza è ALP Peter Bergman,
scandinava per lo più ma anche abile pescatrice di bravi e rinomati stranieri (Paul
Housley
).
Le sculture di Daniel Jensen
, già protagoniste di Zoo lo scorso ottobre a Londra,
tornano a farsi giustamente notare come caricature buone, se non malconce,
della cattiveria. Gli fanno da contrappeso i quandri più classicamente nordici
e silenziosissimi di Peter Ern
, ombrosi ma privi di pressione, di male di vivere.
Pesci rossi
nella boccia. Ma tanti sono gli artisti di ALP, legati da un filo conduttore
grottesco e fanciullesco, non votato alla critica o al rigetto. Necessita
ulteriore esplorazione la galleria, perché riunisce i personaggi di Pinocchio
o ancor meglio di Collodoro di Salvatore Niffoi, ma come rigenerati,
distanti, compiuti e candidamente felici.
Joakim Enehort - Alone with Others #2 - 2007 - courtesy Christian Larsen, Stoccolma
La più gradita delle sorprese viene però da un
angoletto in basso a destra, una galleria emergente danese, Beaver Projects,
che sembra
essere nell’anno più bello della vita e aver capito tutto. Colorata e
irresponsabile, non si vergogna di non mostrarsi preoccupata. Orchestra artisti
di carta e stoffa, spiritosi e naturali, che guardano la realta incantati e
così la vedono e così ne fanno cose preziose e complicate, come i paesaggi
tridimensionali di Tanja K Jensen
o i saggi ricami di Gudrun Hasle. Se ne consiglia
caldamente la visita nel caso si passi da Copenaghen.

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dal 19 al 21 febbraio 2010
Market 2010
Info: www.market-art.se

[exibart]

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