La scorsa settimana si è svolta
Mint, la Milano International Antiques and Modern Art Fair, con quaranta
gallerie che hanno trovato posto ai Giardini di Porta Venezia. La bianca
tensostruttura che ha ospitato la fiera ha accolto intenditori, curiosi e
mercanti d’arti scelte. Bologna, Verona, Torino, Udine e persino Cannes hanno messo
in mostra vetrine d’eccellenza.
De Pisis assieme a
Scheggi, Farsetti Arte
con Bacarelli Antichità, e piccoli Scheggi con piccoli
Chagall dialogano tutti,
incondizionatamente, tra di loro. Mettendo al bando codici e linguaggi
eccessivamente rigidi.
All’interno del padiglione di Mint,
fra stand e ali di corridoio, i confini variano, mischiando discipline e
pratiche artistiche. Alla sua quarta edizione, la fiera riunisce antiquari e
galleristi che propongono confronti diretti fra capolavori del passato e
creazioni d’arte moderna. Solo in questo modo emerge la vera dialettica del contemporaneo
che, tra una
Maddalena di
Guido Reni e oggetti di
designer, mostra come rivalutare, anche in tempi di
débâcle economiche,
pezzi unici o in serie limitata.
“
Una fiera che”, sostiene
l’assessore alla cultura Finazzer Flory, “
deve creare implicazioni per il
pubblico. Deve cioè creare rapporti. Deve mettere in mostra e in vendita
oggetti come veri protagonisti; soggetti di dialogo tra cultura e storia, opere
che vadano ad aggiungere vita alla vita già esistente del mercato dell’arte. Ma
il bello non produce solo diversità, l’eccellenza determina obiettivi e cultura
del progresso, instaurando, proprio come in occasione di Mint, vere e proprie
piattaforme di comunicazione urbana”
. Infine, l’assessore
si domanda: “
Perché non conferire all’antico la stessa portata provocatoria
del contemporaneo? E dunque perché non ‘farci più antichi’ e dunque accogliere
una kermesse che porti il passato fino al centro di Milano?”.
Ecco dunque,
per non venir meno alle parole,
Mint Experience. Dunque, per
il 2009 l’immagine-vessillo
di questa fiera-mercato è la maschera. Antico simbolo artistico, raffigurato a
partire dall’età preistorica nelle grotte francesi di Lascaux, che attraverso
la pittura, la letteratura, la musica e il teatro è stata oggetto e soggetto di
grandi capolavori. Mint 2009 vuole giocare con la maschera, che in questo caso
svela l’arte e non la nasconde, divulgandola
e avvicinandola a chi la desidera.
Mint
Experience, sotto questo segno, presenta sette nuovi ambienti
allestitivi (tra
LaChapelle e
Giò Ponti), disposti
negli spazi di Villa Reale e del Pac (che, peraltro, anticipa per pochi
l’inaugurazione della mostra di
Yayoi Kusama). Nonostante
l’apparente sovrapposizione di epoche e sapori, l’intento è quello di dar nuova
voce al cosiddetto Distretto Palestro. Lo spostamento di Mint in una
posizione ancor più centrale, adiacente al quadrilatero della moda, intende
sottolineare, secondo Finazzer Flory, l’importanza del polo museale civico
esistente in questa zona.
Qui il pubblico potrà visitare le
istituzioni dedicate all’arte moderna e contemporanea – la Galleria d’Arte
Moderna a Villa Reale, il Pac, le Case Museo Boschi Di Stefano e Villa Necchi
Campiglio -, le esposizioni temporanee alla Permanente, allo Spazio Oberdan e
nel ritrovato Palazzo Dugnani, proseguendo con il Museo del Cinema, sempre a
Palazzo Dugnani, e la Biblioteca di Via Senato, sino alle sedi della ricerca
scientifica come il Museo di Storia Naturale e il Planetario Ulrico Hoepli.
Mint, nel 2009, si propone dunque
come spazio espositivo raffinato, organizzato per attrarre conoscitori,
appassionati e collezionisti, senza escludere chi ama vivere accostando stili
che fondono valori della tradizione e parte dell’avanguardia contemporanea. Proiettando
entrambi i registri, ci si augura, verso il futuro.
Visualizza commenti
recensite artissima, altrochè il mint...