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fiere_resoconto SAF – Sardegna Arte Fiera 2005 Cagliari, Il Lido
fiere e mercato
Si è chiusa la prima edizione di Sardegna Arte Fiera. Manifestazione d’arti visive caratterizzata da incontri, concerti, rappresentazioni teatrali. Nella cornice di uno stabilimento balneare...
“…SAF. Non è una malattia, ma speriamo sia contagiosa…”, recita la frase in cima all’invito della manifestazione. E il contagio di sicuro c’è stato, forse animato proprio dalla speranza che l’esordio di Sardegna Arte Fiera, ideata dall’artista Mauro Cossu, ha lasciato sia nell’animo di chi ha cercato di dare vita all’operazione, sia di chi ha guardato con attenzione o di chi ha frettolosamente curiosato e, infine, giudicato. Un progetto che, per la prima volta a Cagliari, in uno scenario estemporaneo, è riuscito a coinvolgere artisti, critici e numerosi altri operatori del settore in un’apparentemente disordinata, ma pur sempre tanto attesa, rassegna d’arte contemporanea. Settemila presenze in appena cinque giorni. Curiosità o meno, un’affluenza simile sembra aver svegliato dal sonno chi finora aveva dormito e, a ben vedere, chi avrebbe dovuto contribuire almeno in minima parte alla struttura operativa. Lo sanno bene artisti e organizzatori che, provati dalla fatica e spesso poco sostenuti, hanno accolto nel migliore dei modi le promesse fatte, anche se arrivate l’ultimo giorno. Una cadenza annuale in questo senso potrebbe essere il giusto pretesto per un miglioramento della forma e del contenuto. Per ora, la pubblicazione di un catalogo ad ampia diffusione sembra essere l’unica certezza. Tuttavia, tra i molteplici linguaggi espressivi (un centinaio di artisti) quali video, installazione, performance, fotografia, pittura e scultura, emergono alcune proposte interessanti.
Assume un valore ben preciso se considerato in relazione alle cabine del Lido, il progetto Spazi Altri curato da Roberta Vanali per la Galleria La Bacheca dove all’interno del concetto di Eterotopia vige la giustapposizione in uno spazio reale di diversi spazi di per se incompatibili. Nella cabina con gli allestimenti di Angelo Liberati, Maria Grazia Oppo e Primo Pantoli, lo specchio è l’elemento che mette in comunicazione il mondo reale e quello illusorio. La donna è il punto di forza che unisce le tre proposte, ma l’aspetto raccapricciante è quello legato al simbolo di donna-oggetto di consumo. Spazi altri anche per Stefano Cozzolino, Simone Dulcis ed Elisabetta Falqui che, tappezzando la loro cabina con grandi tele dipinte, sono riusciti a trasformarla in un capiente contenitore di idee che si confrontano nella loro distinta diversità. Proseguendo con le iniziative di gruppo, degni di nota gli interventi di Gianluca Melis e Paolo Caddeo, allievi del corso di Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari che, insieme a quella di Torino, il Museo Man di Nuoro, la Fondazione Bartoli Felter –al quale si deve il merito di aver dato un minimo di respiro alle tendenze nazionali con opere di Bonomi, Di Piazza, Globalgroove, Gruppo CrakingArt e Laboratorio Saccardi– e la Galleria Comunale di Cagliari, hanno rappresentato l’adesione delle istituzioni artistiche isolane.
Di indubbio interesse il progetto presentato dai ragazzi del dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari che hanno interagito sia con lo spazio, grazie al singolare allestimento-rivestimento delle cabine, sia a livello concettuale attraverso una doppia installazione video. Notevole l’impatto visivo dei lavori multimediali presentati dalla coppia Dario Caria e Marina Scardacciu, accompagnati dal testo critico a cura di Nanni Campus. Grazie a cubi fluorescenti, trapezi fosforescenti, inter e iper-testi “Il nostro essere – nel – mondo, diventa essere – nella – rete, all’interno di essa ci muoviamo come in un nuovo mondo, con lo stupore degli esploratori smarriti”. Della Galleria Sottopiano solo le opere pittoriche di Silvia Idili e quelle fotografiche di Franco Casu sembrano condurre una ricerca contemporanea, in quanto i tentativi degli altri giovani tendono a fare il verso a modelli locali mancando di originalità.
Hanno senza dubbio contribuito ad arricchire la qualità dell’operazione iniziative personali come quelle di Giannetto Casula e Paolo Ollano. Accanto all’esposizione di Alessandro Biggio curata da Alessandra Menesini, prende posto il progetto di Anna Maria Janin, Feed-Back: profonda l’ispirazione poetica trasmessa dall’installazione di Josephine Sassu accanto a quella di Antonello Dessì carica di comunicazione simbolico-antropologica. Seguono, all’interno dello stesso progetto, le proposte di Marilena Pitturru, Maria Caboni e Marta Fontana. Altre iniziative, purtroppo, si sono rivelate spesso aride e inconcludenti. Alcune, infatti, hanno palesemente dimostrato di risentire della mancanza di un filo conduttore, favorendo una frequente dispersione tematica e un disorientamento generale.
Per quanto riguarda la fotografia, eccetto mere ripetizioni sia dal punto di vista tecnico che concettuale, spiccano senz’altro per originalità alcuni lavori tra cui quelli neorealisti di Francesco Maria Giusti, le “urlate” realizzazioni in digital art di Paolo Carta, le ambigue foto di SiiS e le sintetiche e algide rappresentazioni di Serafino Deriu. Visite didattiche, attività creative, concerti, performance e interventi teatrali si sono alternati nel corso delle cinque giornate a completare il quadro della SAF.
erica olmetto
fiera visitata l’8 ottobre 2005
Sardegna Arte Fiera
A cura dell’Associazione Culturale Arte Giovane
Cagliari, stabilimento balneare il Lido
6 – 11 ottobre 2005
www.sardegnaartefiera.it
[exibart]
Complimenti a chi ha scritto l’articolo
Complimenti!! Adesso mi rendo conto di quanto sia stata bella la fiera della Sardegna.
Grazie di tutte le emozioni che mi avete donato.