La leggera flessione dei visitatori, 50.000 rispetto al record (55.000) dello scorso anno, non preoccuperà molto gli organizzatori di un evento che scoppia di salute. Lo dimostrano le ca. 900 candidature tra le quali l’Art Committee ha selezionato le 268 gallerie espositrici, le numerose sezioni nelle quali si articola la fiera per offrire un panorama il più possibile ampio, lo dimostrano soprattutto la qualità delle opere, sempre altissima, ed i buoni affari. Art Galleries ha proposto quanto di meglio le gallerie private offrono al collezionismo moderno, nella sezione Art Statements sono stati allestiti 17
A questo proposito val forse la pena di insinuare un piccolo dubbio: non so chi abbia preceduto chi, ma c’è da restare sbalorditi di fronte ad artisti d’oltrefrontiera la cui ricerca estetica sembra muoversi sugli stessi binari di Bianco – Valente, Toderi, Tesi, Marco Neri, Paola De Pietri, con una versione fotografica perfino di Guaitamacchi. Nè, d’altro canto e per amor di giustizia, è da trascurare il fatto che, in un’epoca che rifiuta le novità, sono innumerevoli i figliocci di Gursky e i cugini di Katz, per non dire dei “maestri” (e mai definizione fu più azzeccata) del ‘900, a cominciare da Warhol , protagonista indiscusso della fiera, quello vero, e non solo per numero di gallerie che lo rappresentavano (almeno 25) ma soprattutto per la disponibilità di opere di chiara qualità. Artisti molto rappresentati sono stati anche
Il Baloise Art Prize della sezione Art Statements ha premiato quest’anno John Pilson (Nicole Klagsbrun, NY) e Cathy Wilkes (The Modern Institute, Glasgow) con 25.000 franchi ciascuno. Nel luogo del mercato e del lusso, sponsorizzata da 8 anni dalla U.B.S., ci sta pure l’iniziativa, forse un po’ ipocrituccia e salvacoscienze, ma alla fine lodevole, per raccogliere fondi per la Art for tropical forests foundation , che si prefigge di contribuire con le associazioni ambientaliste per la salvaguardia delle foreste tropicali.
Da ultimo vorrei, una volta tanto, dar cenno della professionalità e dell’organizzazione dell’evento svizzero, veramente all’avanguardia in questo campo: dall’accoglienza per visitatori e stampa, ai numerosi punti di rinfresco mai affollati, ai servizi per portatori di handicap fino all’Asilo infantile allestito al Padiglione 2.0.
Il giro delle gallerie
Cominciando dalle italiane, Casoli (Mi) ha puntato suo opere di qualità di Fontana e Manzoni esponendo un curioso tavolino del primo e la celebre Merde d’artiste del secondo; indovinata è stata la scelta de Lo Scudo (Vr) della personale di Marino Marini, mentre De Carlo (Mi) ha proposto un originale allestimento nel quale spiccava una grande foto della celebre installazione Hollywood di Cattelan. Coraggioso Minini (Bs), a Basel anche in qualità di Ambassador per l’Italia, sia per aver dato spazio agli italiani (Mezzaqui, Beecroft, Chiasera), sia per esser stato forse l’unico a portare un certo numero di video, la cui assenza, in questa edizione, è stata quantomeno eclatante, a meno di non considerare la sezione Art Unlimited di cui diremo oltre. Buone anche le proposte di Dara Friedman e Marina Abramovic, addirittura ottima la qualità dei pezzi Ryan Mendoza, ormai partenopeo d’adozione, sia nel grande che nel piccolo formato, proposti anche da Kluser (D). Artiaco (Na) ha presentato l’ultima produzione di LeWitt: stante l’importanza dell’iniziativa (gratificata dall’interesse dei collezionisti), appare quantomeno discutibile la direzione intrapresa dallo storico maestro, già recensita su Exibart. Studio la Città (Vr) ha anticipato la personale di Calzolari, artista di valore che meriterebbe senza dubbio maggior credito internazionale. A testimoniare la convincente partecipazione italiana và senza dubbio segnalata la proposta di De Cardenas (Mi) di un Alex Katz che rinuncia alla figura umana, per solito assoluta protagonista nella sua pittura, mostrando tutta la genialità di un lavoro sempre di qualità eccelse.
Venendo alle gallerie straniere, Regen (U.S.A.) ha presentato ottimi lavori di un moderno caposcuola, quel Raymond Pettibon cui tutta la generazione che lavora ispirandosi all’illustrazione e al fumetto deve qualcosa, ivi compresi i canadesi imitatissimi della Royal Art Lodge, in chiara ascesa, come dimostrano non solo l’apprezzata personale dedicata dalla connazionale Artcore (Canada) in seno alla sezione Statements, ma anche la presenza da solista in gallerie di spicco del maggiore, dei suoi espoenenti, Marcel Dzama. Marconi (Mi) ha sfruttato l’opportunità offertagli da Art Statements per celebrare quel Francesco Vezzoli ormai entrato a pieno diritto nel novero delle poche star internazionali del panorama italiano.
Dopo le battute d’arresto seguite alla frettolosa euforia teleguidata intorno alla Young British Art, l’arte inglese sta ora vivendo un periodo di assestamento produttivo, all’insegna della selezione: in questo senso è apparsa convincente la scelta di Jopling/White Cube (UK) con Gary Hume, Antony Gormley e Tracey Emin .
Un allestimento spettacolare, degno di un museo, ha caratterizzato le svizzere Beyeler, con una poeticissima stele di Jenny Holzer e poi
GRANDE ASSORTIMENTO DI FOTO NELL’ARCHIVIO FOTOGRAFICO
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Alf sei il mio mito!!! (dico veramente)
Gagosian a Roma???? WOW WOW WOW WOW
Grazie, anche per aver sopportato alcuni errori dettati dalla fretta. Ah, le note di gossip sono del Tonelli ("date a Cesare..."), io proprio non ce la faccio a tenermi aggiornato su quelle cose.
Mi fa piacere leggere la professionalità e l'organizzazione dell'evento svizzero che ha pensato anche ai servizi per i portatori di handicap, cosa spesso trascurata.
Art 33 Basel è una fiera importante per l'Arte Contemporanea.
Articolo ben curato da Alfredo Sigolo.