Giunta alla 26esima edizione la fiera bolognese sembra ogni anno sentire di più gli acciacchi della vecchiaia senza essere riuscita nell’intento di accreditarsi in modo convincente sul panorama internazionale: nonostante le 250 gallerie selezionate, la rappresentanza di quelle straniere rimane ancora piuttosto limitata, come pure appare evidente l’incapacità di promuovere adeguatamente le nuove generazioni e la ricerca d’avanguardia che invece sembrano attirare sempre più il collezionismo minore in forte espansione e sul quale varrebbe la pena di investire.
Inevitabilmente ci corre l’obbligo di confermare le critiche dell’anno passato: un evento così dispersivo che pretende di raccogliere il meglio dell’arte moderna e contemporanea finisce per penalizzare in modo determinare lo spirito di ricerca delle gallerie italiane; e ciò non solo per l’arte delle ultime generazioni, nei riguardi della quale le gallerie private svolgono un ruolo promozionale di primissimo piano in un paese in cui gli spazi pubblici per l’arte contemporanea sono pochissimi (e oggi ancor meno dopo i guai delle Papesse), ma anche per l’arte del ‘900 storico, e qui basti segnalare che un paese che ha ospitato movimenti come Futurismo, Metafisica, Spazialismo, Arte povera e Transavanguardia ha visto, salvo poche eccezioni, ben poche gratificazioni dal mercato internazionale rispetto al numero e alla qualità di esponenti e movimenti, molti dei quali relegati ingiustamente nell’oblìo.
La fiera di Bologna, facendo il verso, da un lato, alla ormai ben più aggiornata ARTissima di Torino e, dall’altro, allineandosi alle sole indicazioni del ristretto mercato italiano per l’arte storicizzata, rinuncia di fatto all’opportunità di straordinaria di fare di un evento di mercato un grande evento culturale. Artefiera è un appuntamento che và ripensato, riorganizzato e reinventato urgentemente.
Scendendo nel dettaglio, per l’arte moderna va sottolineato il fatto che, recentemente, molte battute d’asta hanno premiato alcuni dei nostri grandi maestri: Burri, Pistoletto, Campigli e Marino Marini, per citarne alcuni, ma sono da ricordare soprattutto i record assoluti, tra ottobre e novembre da Sotheby’s, di Santomaso, Boetti e Fontana, quest’ultimo rappresentatissimo ad Artefiera. A Bologna si offrivano a mo’ di gadget piccole opere di Boetti, mentre invece si sono viste ottime cose di Santomaso, per solito assai trascurato, e degli artisti a lui vicini nella ricerca come Guttuso, Birolli e Morlotti, mentre finalmente sono tornati i Licini di qualità. E se il buon numero di opere di Castellani, anche di qualità zoppicante, testimonia del valore di un artista che gode di grande prestigio internazionale, il suo compagno nella breve avventura dello spazio milanese Azimut, Agostino Bonalumi, quest’anno gli ha tenuto testa per numero di opere, sull’onda della vittoria del Premio Presidente della Repubblica 2001.
Venendo ai padiglioni dedicati all’arte contemporanea, si potrebbero confermare, almeno in parte, le sensazioni di ARTissima di Torino, con la fotografia sugli scudi per numero di artisti di qualità. Assente ingiustificata la video arte, la pittura risulta a Bologna maggiormente rappresentata rispetto a Torino, negli esponenti delle non poche correnti attuali che si muovono tra un rinnovato espressionismo e il concettuale ironico, tra la figurazione bidimensionale e minimale e istanze neo-pop che trovano nuove ispirazioni nella cultura underground giovanile.
Tra le cose più interessanti possiamo citare le ninfe inzaccherate di Ousmane Ndiaye Dago da Franco Riccardo (Na), la trasognata Sissi di Biagiotti (Fi), le nuove cascate blob colorate di Sabrina Torelli da Luigi Franco (To). E se hanno impressionato gli animali poco convalescenti (perché imbalsamati) della “Sèrie accident de chasse” di Pascal Bernier da Alain le Gaillard (F), ci sentiamo di segnalare il deciso salto di qualità della galleria padovana Perugi che ha presentato i disegnini e le bamboline di pezza dei disincantati artisti canadesi della Royal Art Lodge e la bella Fiat 500 di cartone a grandezza naturale quasi funzionante di Chris Gilmour, che faceva il paio con il cartone da clochard dipinto con i colori Ferrari da Goy da Artinprogress (D).
Tuttavia è da chiedersi: dov’erano i nostri giovani artisti di punta? Dov’erano, tanto per citarne alcuni, Vezzoli, Lambri, Galegati, Tesi, Benassi, Pivi, Manzelli, Toderi? Luca Pignatelli, per contro, lo si poteva trovare sia tra gli artisti moderni che tra quelli contemporanei (e stava più a suo agio tra i primi). Pintaldi in fiera s’è visto poco, ma ha tuttavia fatto parlare di sé per la personale in corso alla galleria No Code di Bologna: celebrato dal Grande Fratello, il Nostro ha reso il favore celebrando lo show televisivo; Tati e compagni sono raffigurati dall’artista sullo sfondo dei suoi ben noti “Occhi”. Pintaldi dipinge Pintaldi: una trappola diabolica dalla quale si spera che l’artista sappia uscire in fretta.
Da ultimo un cenno sugli allestimenti, spesso penalizzati dalla scelta dei galleristi di richiamare l’attenzione dei visitatori con tutta la propria scuderia schierata: talvolta destinare uno spazio per promuovere adeguatamente l’opera di un artista può rivelarsi scelta più indovinata, e allora citeremo ad esempio la bella personale di Francesco Bocchini alla galleria L’Affiche. Una segnalazione meritano anche le gallerie Infinito (con l’affascinante mostra di Gianluigi Toccafondo) e la raffinata Lipanjepuntin.
Di qualità le iniziative a latere di Artefiera, anche se dobbiamo segnalare tra le più interessanti le inaugurazioni delle personali dei bravissimi Piero Cattani e Marco Di Giovanni, rispettivamente alla Neon e all’Interno&DumDum, 2 gallerie, forse non a caso, non presenti alla kermesse bolognese.
articoli correlati
Artefiera 2002: le gallerie londinesi
Artissima 2001
Artefiera 2001
link correlati
www.artefiera.bolognafiere.it
alfredo sigolo
Un ponte tra Italia e Stati Uniti: c'è tempo fino al 30 gennaio 2025 per partecipare alla nuova open call…
Ci lascia uno dei riferimenti dell’astrazione in Campania, con il suo minimalismo, rigorosamente geometrico, potentemente aggettante nella spazialità e nell’oggettualità.…
Una mostra interattiva per scoprire il proprio potenziale e il valore della condivisione: la Casa di The Human Safety Net…
Al Museo Nazionale di Monaco, la mostra dedicata all’artista portoghese Francisco Tropa indaga il desiderio recondito dell’arte, tra sculture, proiezioni…
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Visualizza commenti
caro LucaCordero, l'hai padellata alla grande!
non vedo l'ora che lo trovi quel compagno di viaggio: Andan perché non ti metti insieme ad Alf?
(non è una proposta oscena!)
Andan hai ragione, ma insisto sul fatto che si fa troppo poco nel campo della ricerca sul '900 italiano. E non parlo solo di artisti, ma anche di gruppi, gallerie, premi, collezionismo, critica e quant'altro. Se avessi un po' più di tempo e qualche valido compagno di viaggio mi piacerebbe proporre una rubrica su Ex per la riscoperta del '900 sepolto. Penso sarebbe perfino divertente.
Come direbbe qualcuno :mi consenta....forse alla non esatta valorizzazione in campo internazionale degli artisti del nostro Novecento più che Artefiera 2000 contribuiscono nell'ordine 1)la legge che non permette l'esportazione di opere "datate" se non con autorizzazione, 2)cataloghi ragionati poco "ragionati", 3)abbondanza di falsi o di opere poco garantite. Detto questo sono convinto che un De Chirico Metafisico NON valga meno di un Picasso Cubista. Saluti
Peccato.
Cordiali saluti anche a lei.
Gentile Tableaunoir,ho talmente poca esperienza nel campo che,credo,nel viaggio,sarei solo d'impaccio per Alf.In ogni caso la ringrazio per la fiducia.Saluti cordiali.
c'e' qualcuno che puo' dirmi qualcosa di piu' di Sissi...mi sembra IN GAMBA........GIGLIO 95
Rispondo a Giorgia:
Sissy è una giovane artista della post-trans-avanguardia che sposa il concetto con il Koinos, implementa la materia in una sorta di reverie immaginifica e onirica. Notevole il lavoro dal titolo Il Lampadario di Scoubidou.
Sentiremo spesso parlare di Lei.
A presto