Bologna è nella sua settimana d’oro. Ogni anno, da trent’anni, la città richiama in questi giorni tutti gli addetti ai lavori del settore e gli appassionati d’arte da ogni angolo della penisola. Arte Fiera, col suo slogan Art First, è una vera forza carismatica, che trascina l’intera città in una miriade di eventi. Chiunque si trovi nel circuito dell’arte bolognese sa che è il momento di alzare le maniche e di dare il meglio. E così hanno fatto tutte le realtà, di tutti i livelli e dimensioni, della città. Seppur non coordinate a dovere…
Ma partiamo proprio dalla Fiera, che quest’anno presenta almeno tre novità degne di nota. La prima è l’apertura del padiglione L’Esprit Nouveau (quello su Piazza della Costituzione, al di fuori del quartiere fieristico), interamente dedicato a giovani gallerie di vari Paesi che seguono artisti emergenti e che generalmente non hanno la possibilità di partecipare ad importanti fiere internazionali. La seconda novità è quello di uno stand dedicato ad un critico, che parte quest’anno con Achille Bonito Oliva e che –nelle intenzioni dell’organizzazione– potrebbe divenire un’iniziativa fissa della fiera. Infine, quest’anno Arte Fiera salta oltre i confini dei padiglioni e di Piazza della Costituzione e arriva in centro con l’iniziativa Bologna Art First. Per un mese (dal 27 gennaio al 26 febbraio) alcuni tra i più suggestivi luoghi storici della città saranno lo scenario di installazioni realizzate da artisti. Al Museo Civico Archeologico è esposta l’opera Tel Aviv Man Vi di Jaume Plensa, Il Museo Ebraico ospita Robert Gligorov, nel cortile di Palazzo Re Enzo possiamo vedere un’opera di Chris Gilmour, solo per citarne alcune.
Prima di allontanarci troppo dal centro fieristico è doveroso passare dalla GAM, a pochissimi metri dalla Fiera. Qui, già da un paio di mesi, è aperta la mostra Drive, che indaga il rapporto tra l’arte contemporanea e le automobili ed è anche la prima curata dal neo-direttore Gianfranco Maraniello. Il tema è più giustificato dal fatto che, se il 2006 fa compiere trent’anni ad ArteFiera, il 2005 è stato il trentennale del Motorshow, l’altra grande fiera di Bologna. Al tema delle macchine è stata dedicata anche la mostra Mito Auto Moto 2, che terminerà il 30 gennaio ed è visitabile presso la Sala d’Ercole di Palazzo D’Accursio, sede del Comune, in Piazza Maggiore.
Proprio nella piazza simbolo della città si trovano alcuni tra gli eventi collaterali più importanti. Il primo è Netmage, festival internazionale dedicato alle arti elettroniche che ci aggiorna sui nuovi scenari della ricerca audiovisiva, nella storica sede del Palazzo Re Enzo. Accanto troviamo Exit 10 che da dieci anni cerca di fotografare la situazione dell’arte italiana attraverso il confronto di decine di giovani artisti. A pochissimi metri di distanza, nella sotterranea galleria comunale D’Accursio, si continua a parlare di nuove tecniche con Media.06_l’arte della città digitale, una mostra che si interroga su come la tecnologia abbia cambiato il modo di fare arte e il suo significato.
In questo clima giovane e di tendenza fa la sua apparizione anche la collettiva Invisible Traces, all’Una Hotel, proprio davanti la stazione ferroviaria, che espone cinque emergenti alle prese con il concetto di spazio; cercheranno in ogni modo di stravolgere quello sofisticato e patinato dell’Hotel. Ma la sede più giovane in assoluto –e lo è durante tutto l’anno– rimane il Sesto Senso, a metà tra il circolo culturale e il locale di tendenza, che presenta l’ultima tappa di una piccola mostra itinerante, Reclame, un’indagine critica sulla comunicazione contemporanea.
Veramente attiva si dimostra la Fondazione Carisbo, che apre le porte a ben quattro mostre sulla sua ricca collezione. La più interessante è BonOmnia, a Palazzo Fava, in cui sono riuniti più di trenta artisti contemporanei bolognesi.
Passiamo ora alle gallerie private. Le uniche tre che si buttano al di fuori dei confini nazionali sono Agenzia04, St’Art e Studio G7.
La gallerista di Agenzia04, dopo un anno di soggiorno a New York, ci porta il meglio dei giovani artisti emergenti d’oltreoceano. I nomi sono tre: Rebecca Chamberlain, Elizabeth Huey e Megan Whitmarsh. Insieme rappresentano a grandi linee le tendenze pittoriche che dalla Grande Mela si allargano a macchia d’olio a tutto il mondo dell’arte e che possiamo sintetizzare come una “fantasia narrativa eccentrica”. St’Art presenta invece le opere del pittore catalano Joaquim Falcò, in cui oggetti di uso comune sono immersi nei colori della tela e sembrano fluttuare velocemente e in modo armonico. La G7 sta per chiudere una mostra di Sol LeWitt aperta ormai da ottobre. Da segnalare anche a Capo di Lucca, ma solo per due giorni, una piccola personale di Angel Ortiz, un graffitista newyorkese amico di Keith Haring e influenzato, in una certa misura, dal suo lavoro.
Alla Galleria Artsinergy è esposto un progetto di Paolo Consorti, che in tele di grandi dimensioni reinventa lo spazio cittadino, immaginandolo secondo i propri imprevedibili impulsi. E l’agenzia per l’arte Desia dedica una personale all’artista Mario Sasso con un lavoro sull’idea del viaggio, come metafora del percorso della conoscenza.
Decisamente più classiche la Galleria De Foscherari, che ha commissionato al pop Cesare Tacchi copie di vecchi lavori ormai non più disponibili, la Galleria Spazia che espone un terzetto composto da Alviani, Costa e Massironi, e la Otto Gallery con la personale di Arcangelo sugli spazi intimi e la dimensione del silenzio.
Infine, parliamo di cinema. Come ogni anno il Lumiere organizza un suo programma dedicato all’arte, il cui fulcro è la sera del 27 gennaio, intitolata Dejavu e che vede protagonista la videoarte di Paolo Chiasera, Inger Lise Hansen, Patrick Jolley, Annika Larsson, Anri Sala, Rebecca Trost e Salla Tykka. Purtroppo gli appassionati dell’immagine in movimento dovranno dividersi, perché la stessa sera si terrà un incontro con Roberto Benigni presso il Cinema Medica Palace. Il motivo? La presenza nel suo ultimo film (La Tigre e la Neve) di un’opera di Alfredo Pirri. A questo artista viene inaugurata la stessa sera una mostra presso Villa Guastavillani con la proiezione del film alle ore 20.30.
Arrivederci, dunque, con la recensione –di Alfredo Sigolo, naturalmente- dell’evento fieristico. E intanto: buon compleanno Artefiera!
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carolina lio
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