06 ottobre 2004

TTT. Triste Telenovela Torinese

 
Speravamo di non doverci tornar più sopra. Avevamo denunziato –con un reportage che aveva alzato un vespaio- il comportamento scorretto della fiera Artissima che dopo molti anni ci rifiutava uno stand solo perché avevamo osato criticarne la passata, disastrosa edizione. Ma il direttore della fiera, pressato da istituzioni e da galleristi, ha pensato bene di rispondere alla nostra inchiesta. Con una lettera zeppa di menzogne. Sbugiardate da una telefonata registrata…

di

I lettori ci dovranno scusare, ma non possiamo esimerci dal ritornare sull’affaire Artissima. Il riassunto della prima puntata (ma chi non l’avesse letta è obbligato a farlo cliccando qui) è presto fatto: Exibart, come spesso accade, ha criticato –motivando ogni singolo attacco- l’edizione di una fiera d’arte, segnatamente Artissima 10 (2003) di Torino; per tutta risposta, dopo anni di collaborazione, la direzione della fiera decide di impedire la presenza di Exibart all’edizione numero 11 a mo’ di ripicca per le critiche subìte; noi, dal canto nostro, comunichiamo l’accaduto ai nostri lettori con un compatto reportage dove spieghiamo loro perché non ci troveranno come ogni anno a Torino. Nel capoluogo piemontese si alza, comprensibilmente, un vespaio a diversi livelli…

Alla fine del reportage chiedevamo a gran voce un segnale da parte degli enti pubblici che da quest’anno sono proprietari di Artissima (Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino). Sollecitavamo la posizione degli organi istituzionali che impegnano i denari dei cittadini piemontesi per realizzare la kermesse: è giusto gestire gli inviti ad una fiera escludendo gli antipatici e invitando gli amici? O è meglio guardare alla qualità? E’ normale che il direttore di una fiera punisca una testata solo perché l’ha criticato? Non è forse questo un messaggio indiretto alle altre testate presenti: “se mi criticate io vi caccio”? Non è tale scelta una violenza alla libertà di stampa? Non è una violenza anche ai visitatori –paganti!- della fiera che non troveranno una delle riviste più popolari, diffuse ed autorevoli del paese?

Il nostro articolo è stato letto da tutte le istituzioni (oltre che da diverse migliaia di lettori ed addetti ai lavori; non esclusi i rappresentanti ‘artistici’ dei quotidiani locali che ci hanno appoggiato in privato, ma “purtroppo non mi permettono di pubblicare niente”), ma a queste ed a molte altre questioni nessuno si è azzardato a replicare. Ed essendo i nostri interrogativi assolutamente retorici, le non risposte di presidenti, politici ed assessori non potevano essere più significative. Invece –i casi della vita!- una risposta è arrivata. Quella sbagliata, però. Giunta con una missiva datata 29 settembre, proveniente da Torino, ed indirizzata al sottoscritto, Massimiliano Tonelli. Da chi? Naturalmente dal direttore di Artissima, ovvero dalla persona che ha deciso di escludere Exibart dagli espositori della fiera. E c’è da divertirsi…

Eravamo certi dell’inattaccabilità della nostra inchiesta, ma mai ci saremmo immaginati che –messa alle strette dai propri enti proprietari e dai propri clienti, ovvero dai galleristi che acquistano gli spazi espositivi in fiera- Artissima avrebbe risposto snocciolando delle clamorose, vergognose bugie. Mai ci saremmo sognati che una situazione fangosa come quella in cui già versava Roberto Casiraghi, direttore della fiera, potesse sprofondare ancor più. Si vede che alla melma del ridicolo non c’è limite.

Con questa nota tengo a precisare che la mancata partecipazione di Exibart all’edizione 2004 di Artissima è dovuta esclusivamente alla negativa combinazione del periodo nel quale ci è stato comunicato il vostro interesse ad essere presenti in Fiera con la sopravvenuta indisponibilità di un conseguente, idoneo spazio espositivo”. Così esordisce l’innocente Casiraghi; dunque la colpa non è di nessuno, semplicemente Exibart ha chiesto di partecipare troppo tardi, quando tutto era ormai occupato. Ma andiamo avanti. “L’elenco sottoposto al Consiglio Direttivo della Fiera relativo alle testate di settore che avevano presentato richiesta di partecipazione purtroppo risultava privo di Exibart” già… ‘purtroppo’… “L’invito a voi diretto per la partecipazione alla fiera risulta essere stato spedito in data 29 marzo”.
Dunque non solo Artissima si rammarica della nostra non-presenza, ma c’informa che eravamo stati addirittura invitati. Peccato, però, che nessun invito ci è pervenuto. E allora viene lecito chiedersi –ed in effetti lo chiediamo- come gestisce, il dottor Casiraghi, gli inviti alla sua fiera. Inserisce un messaggio in una bottiglia e lo dà alle correnti del Po, incarica un piccione viaggiatore, spedisce una missiva con una diligenza postale? La risposta proviamo –senza eccessivi sforzi di fantasia- ad anticiparvela: “abbiamo inviato una e-mail e non avete risposto”. Ma speriamo di aver anticipato male. Artissima non vorrà farci credere che invita gli espositori affidandosi esclusivamente all’inaffidabile posta elettronica, lesinando una telefonata o un fax in caso di non risposta, o cosa che sarebbe ancor più appropriata una lettera con ricevuta di rirorno. La verità naturalmente è un’altra: non è stato rivolto nessun invito ad Exibart. “Mi dispiace che questo disguido abbia potuto generare considerazioni e valutazioni come quelle da voi pubblicate, tenuto conto che da sempre seguiamo Exibart. A questo proposito ci auguriamo vivamente che, come nel passato, nelle prossime edizioni di Artissima si possa garantire la vostra presenza in Fiera”. E così il direttore conclude la sua, nella speranza di aver salvato capra e cavoli, nell’illusione che dichiarare il falso (li abbiamo invitati, noi, ma loro non hanno risposto) possa fungere da risposta per le pressanti domande di istituzioni, visitatori e galleristi allarmati o almeno sorpresi dalla mancanza di Exibart in fiera. E di fatti abbiamo saputo –e questo davvero ci ha mandato il sangue al cervello- che con questa assurda menzogna Casiraghi liquida la questione con chi gli chiede conto: ce l’hanno confermato galleristi amici da diverse città del paese. A questi colleghi confermiamo: il direttore di Artissima non ha detto il vero, la persona cui pagate migliaia di euro in cambio di uno stand liquida le vostre domande non dicendo come stanno realmente le cose!
Artissima 11

Ma identificare un’affermazione come falsità è operazione difficile, ammenoché non si possegga una prova inconfutabile. E le prove, come vedremo, a noi non mancano. Nella prima puntata di quest’inchiesta affermavamo, senza tema di smentita e senza dare inutili spiegazioni, di essere stati contattati dalla direzione di Artissima che ci comunicava la nostra esclusione per aver criticato troppo pesantemente la passata edizione della fiera. Oggi il direttore della manifestazione torinese dice che no, non è affatto vero, che anzi è dispiaciuto della nostra assenza e che ci aveva anche invitato a partecipare. Dunque o Exibart ha visto un complotto dove non c’era, oppure Artissima si è resa conto di avere fatto un pasticcio e, impossibilitata dal perseguire quella linea, risponde ufficialmente alla nostra inchiesta negando tutto e rigirando goffamente la frittata. Insomma arrampicandosi sugli specchi come fa –profeticamente- l’uomo della campagna pubblicitaria di questa edizione della fiera.
Non ci sarebbe motivo, caro Casiraghi, di credere all’una o all’altra parte se non fosse per il fatto che Exibart è in possesso della registrazione (eh, l’esperienza!) nitida e chiarissima della telefonata (7 minuti primi e 27 minuti secondi) in cui l’addetta commerciale (Laura Pongiluppi), parlando per conto del direttor Casiraghi e rivolgendosi ad Antoine Carlier (direttore commerciale di Exibart), non solo non fa benché minimo accenno al fantomatico “invito partito il 29 marzo”, ma limpidamente blatera frasi come: “Le cose che avete scritto sono state molto pesanti, dunque il direttore ha deciso di escludervi. Anzi, guardi, se vuole tra un po’ ha finito e glielo passo…” (ed anche altre affermazioni molto, molto più inquietanti). I lunghi minuti di noiosa telefonata sono tracciati un file audio (wav audio, 720 kb… manco tanto!) ad eventuale disposizione. Anche del dottor Casiraghi, che evidentemente dopo così pochi giorni già deve rinfrescarsi la memoria sugli accadimenti.

Insomma, caro Casiraghi, vuole continuare ancora per molto a prendersi gioco dei nostri lettori, dei suoi datori di lavoro (Regione Piemonte, Comune di Torino e Provincia di Torino) che impiegano soldi dei contribuenti per realizzare in città una fiera seria, onesta ed internazionale? Vuole persistere a mortificare un’istituzione che da quest’anno è pubblica e che rappresenta –nel mondo dell’arte- l’eccellente ingegno della Prima Capitale d’Italia? Vuole seguitare a contar balle ai suoi clienti (i galleristi) che pagano fior di milaeuro per presenziare in una manifestazione impeccabile e completa? Vuole accreditare questa falsità ai visitatori della prossima Artissima che, a differenza degli scorsi anni, non avranno gratuitamente la loro copia di Exibart.onpaper? Oppure vuole ammettere di aver abusato del suo potere per censurare chi aveva messo con durezza in evidenza le profonde piaghe della sua gestione 2003?

Non abbiamo nessuna voglia di stravincere. O, meglio, di sparare sulla croce rossa. E la cosa, seppur gravissima e unica nel suo genere, per noi era finita lì, con il primo articolo. Ma ricevere una lettera di bugie, e sapere che queste fandonie sono utilizzate dalla direzione di Artissima per giustificarsi con i propri clienti/galleristi, è stato troppo.

Così troppo da spingerci ad affermare che in un paese normale una persona che ha un incarico di responsabilità e che commette gli errori che ha commesso il Dottor Casiraghi è vincolato a due scelte: dimettersi di propria iniziativa o dimettersi a seguito di un invito formale di provenienza superiore.
Casiraghi porti a termine nel miglior modo possibile (glielo auguriamo sinceramente) l’imminente edizione di Artissima 11 e poi abbia il rispetto di se stesso, della meravigliosa città in cui lavora, della importante manifestazione che dirige e rassegni le proprie dimissioni esattamente un istante dopo la chiusura dei battenti della kermesse. Nel caso non avesse il buon gusto di operare in tal senso, i prestigiosi enti pubblici che sono proprietari di Artissima ne prendano atto e procedano d’ufficio. Non per dar retta ai brontoloni di Exibart, ma per rispetto ai milioni di cittadini piemontesi che rappresentano.

massimiliano tonelli

[exibart]

26 Commenti

  1. Non vi fornirò il file per il semplice motivo che era una conversazione privata tra me e Laura Pongilupi. Riportava principalmente le motivazioni dell’esclusione di Exibart. Il rispetto è dovuto, ma posso riportare ogni suo contenuto… per scritto . Cioè, in caso di litigio (e visto che mi occupo dell’economia di Exibart, evito i litigi), la potrei presentare a un giudice, non di parte, per accettarla agli atti!!! Se non avete capito, mi sono sentito offeso e voglio rimanere elegante.
    Poi potete fidarvi della parola di Tonelli … non è solo opinione.

  2. Questo Casiraghi si è comportato proprio come un pover’uomo, mi fa pena.
    Bisogna ringraziare i “furbi” come lui se l’Italia è così male considerata all’estero.

  3. Nello scontro dei due direttori, quello della fiera e quello della rivista esclusa, quello di Artissima e quello di Exibart, il secondo ha “messo nel sacco” il primo. E Casiraghi, per dirla tutta, mi fa un pò pena, perchè in un mondo come quello dell’arte, dove ognuno in un modo o nell’altro tira l’acqua al suo mulino, è l’unico a essersi fatto incastrare con un metodo da film poliziesco. Forse non aveva capito che quando le proprie scelte non possono mostrarsi alla luce del sole bisogna usare mezzi più raffinati per imbrogliare le carte e che bisogna ben soppesare ogni singola parola e azione. Insomma, il mio giudizio è che sia stato troppo ingenuo e poco preparato alla battaglia per non riportare ferite. Ci sono decine di persone da cui potrebbe imparare metodi più sicuri per rimanere a galla con una falsa area di rispettabilità addosso. Speriamo che Exibart smacheri anche tutti questi altri “volponi” e che alla fine del mondo dell’arte ci rimanga ancora qualcosa.

    Carolina Lio

  4. e’ normale per un percorso libero avere questo ostruzionismo..
    se e’ ripetitivo questo modo di raffrontarsi con la realta’ del mercato Arte Contemporanea evidentemente e’ il segno che c’e’ un percorso..c’e’ una chiave di lettura e comparazione autonoma con la politica del mercato Arte Contemporanea.
    Sia chiaro che il 90% dei giovani artisti lavorano al nero per un mercato di mecenati che guadagnano 5 volte tanto facendo passare valute attraverso il riciclaggio da altri settori economici..in maniera sistematica e non unatantum, in un sistema che svilisce nelle camere in affitto le sane intenzioni dei tanti giovani col sacro fuoco dell’arte..sopratutto e’la coercizione psicologica di renderli in qualche modo accreditati “eroi” di nuove vie culturali…esaltandoli fino a che il business si sgonfia..
    il dubbio e la domanda al di la’ delle contestazioni scandalistiche a cui si casca per esaurimento e’ se un percorso sia a qualche maniera rappresentativo di anime critiche, sia raffigurazione della giovane arte dei giovani che si sposano prima ad un’ attivita’ e poi ad un mercato che si sa’ gia’, come gli altri settori della societa’, essere pieno di mafia, pieno di rapporti di forza economica e di travaso dagli altri settori della societa’, che veleggia molto su consenziente galleggiamento di mutuo silenzio tra operatori statali e galleristi privati…tra potere statale ammanicato e ottusamente arrogante e ignorante e la qualita’ alta della ricerca culturale..che non passa mai bene le maglie delle strutture istituzionali perfettissime, la riflessione e’che attraverso il fare arte per se stessi o gli altri ci si possa porre su un piano di visione libera, sia a qualche maniera elevazione autonoma…quindi il problema non e’ tanto l’accreditamento presso qualcuno o qualcosa che dica “sei un grande artista”..
    ma il percorso ad una coscenza da uomini.
    aime’ mi appare a volte piu’ appagata la signorina del Mc’Donald con le spillette che il bardato ragazzo hip hop che entra nell’economia subdola del giro bene lui si…grande artista.

    auguri
    fPI

  5. registrate le telefonate?…addirittura!!! aahhhh è per farle ascoltare a tutti… ma và!!NON SONO PAROLE DEL DIRETTORE PER CUI NON CONTANO!!!!!!!!

  6. Da semplice “fruitore” d’arte quale sono, è triste venire a conoscenza di episodi simili. Non siamo ai livelli degli scandali del mondo del calcio (che occupa impunemente 1/3 di ogni telegiornale), né di quelli politici (di cui i telegiornali non parlano), ma notizie come questa non possono che riempimi di tristezza.
    Epsrimo la mia solidarietà ad Exibart, ed invito la redazione a continuare ad informarci ma senza avvelenarsi troppo il sangue: se questa è l’organizzazione e questi sono i risultati, valeva davvero la pena di partecipare?

  7. In riferimento all’intervento di Carolina Lio : Casiraghi non è ingenuo, è solo un impunito inserito all’interno di un sistema, quello dell’arte contemporanea torinese, che si è lentamente tramutato in un autentico regime. In quale altro luogo un direttore artistico che causa il fallimento economico di una Fiera viene mantenuto in sella grazie al denaro pubblico? O un altro direttore, Castagnoli della GAM, dopo aver passato sei anni a scaldare la sedia ed a gestire l’ordinaria amministrazione viene fatto passare per un eroe?

  8. Caro X, condivido totalmente la tua posizione. Ribadisco che non difendo affatto Casiraghi. Il mio intervento intendeva sottolineare che non solo il suo comportamento è stato scorretto, ma anche poco intelligente.

  9. Per Carolina : avevo capito che non lo difendevi. Il fatto che il Vaso di Pandora torinese si stia finalmente scoperchiando mi fa un immenso piacere ….

  10. cari ragazzi, ma il problema non è che gli altarini si scoprano, perchè per chi vive questo settore non sono certo novità…ammetto che la volgarità del comportamento nei confronti della testata che ci ospita mi ha sorpreso, in fondo l’esercizio del potere avviene anche attraverso la capacità di lasciar giocare i bambini (direttore non è una critica a te, ma in certi circoli exibart viene trattato come poco più di un ritrovo di studenti)…IL VERO PROBLEMA E’ CHE TUTTO QUESTO AVVIENE ALLA LUCE DEL SOLE PERCHE’ NESSUNO LI FERMA E HANNO IL SUPPORTO DI UNA BANDA DI “COLLEZIONISTI” CHE COMPRANO SOLO LE ULTIME MODE CHE SANDRETTO, SOZZANI, NOERO E COMPAGNI DI MERENDE VARI GLI SMERCIANO!!!(maiuscolo voluto)meditate gente, meditate…

  11. di sicuro i denari previsti per la visita ad artissima, l’acquisto di qualche piccola opera era già in preventivo, quest’anno vedrò bene di re-investirli in altro.
    complimenti e povera torino.

  12. e dire che Casarighi dichiarava per Artissima 10 “Grande festa afferma il direttore Roberto Casiraghi – Ma devo anche dire un percorso difficile che si è snodato attraverso dieci anni. Solo negli ultimi due la fiera ha raggiunto l’eccellenza, perché si è indirizzata verso l’arte contemporanea, internazionale e di qualità. Tanto è stato difficile arrivare all’eccellenza, quanto sarà complicato mantenerla, perché per questo è necessario il concorso di tutta la città. I nostri competitori sono le grandi città del mondo come Londra, New York, Berlino e Miami”. E in questo senso – prosegue Casiraghi “è auspicabile un significativo coinvolgimento dei mezzi di comunicazioni e dei servizi che può offrire il territorio. Malgrado tutto il nostro sforzo è spiacevole segnalare come il reperimento di spazi espositivi rappresenti una delle incertezze nel programmare e organizzare la fiera. Ad esempio ci siamo dovuti spostare da Torino Esposizioni al Lingotto Fiere, cambiando inoltre la data di apertura”

    http://www.lastampa-nordovest.it/speciali/archivio/novembre2003/torinoartissima03/

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