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Banksy e la ragazza del Bataclan: il documentario in prima visione su Rai 5
Film e serie tv
Art Night si tinge di giallo con il nuovo documentario Banksy e la ragazza del Bataclan, in prima visione mercoledì, 8 novembre, alle 21:15, su Rai 5. Tra scena artistica contemporanea e fatti di cronaca, l’opera di uno dei più famosi street artist diventa la protagonista di un crime movie che valica i confini territoriali. Tutto ha inizio nel giugno del 2018, quando Banksy, per commemorare le vittime dell’attentato di Parigi del 13 novembre 2015 rivendicato dall’Isis, realizza il celebre stencil della ragazza dal volto velato e con il capo tristemente reclinato, sull’uscita di sicurezza del Bataclan.
Sette mesi dopo, nella notte del 26 gennaio 2019, alcuni uomini incappucciati, sfruttando l’oscurità, tagliano con una smerigliatrice la porta, facendola scomparire nel nulla. L’anno seguente, nel giugno del 2020, le indagini conducono a 1.500 km da Parigi, in un anonimo casolare in provincia di Teramo, dove i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale rinvengono la porta del Bataclan, sepolta alla bell’è meglio tra le braccia di un lenzuolo.
Il lungo viaggio transalpino de La Ragazza Triste viene ricostruito attraverso diverse testimonianze: i comandanti della polizia francese e italiana, un esperto di street art e di Banksy, una sociologa della street art e storica dell’architettura urbana, un avvocato esperto di copyright e il battitore d’asta di opere di street art dell’Artcurial di Parigi, andando a completare il puzzle con il principale sospettato di essere il committente del furto e le dichiarazioni di uno dei sequestratori dell’opera.
Non solo semplice narrazione dei fatti ma anche «Una storia molto più grande, una storia universale che non riguarda solo il Bataclan, né solo l’Italia e la Francia, ma che parla di noi come società e del nostro rapporto con gli spazi pubblici delle nostre città», ci ha raccontato Gioia Avvantaggiato, produttrice del progetto: « L’arte ha da sempre connotato gli spazi pubblici delle città, ma a partire dagli anni ’80 l’arte di strada ha dato vita a qualcosa di nuovo, tanto da dare inizio a un fenomeno socio-culturale unico nella creatività e nella comunicazione contemporanea. La vicenda della “Ragazza triste” di Banksy rappresenta probabilmente l’emblema del ruolo che la street art ha nella nostra società e nel racconto delle nostre città. Grazie a pochi tratti di bomboletta spray Banksy è riuscito a dimostrare, pur con tutte le contraddizioni del caso, che una singola opera di street art può arrivare a cristallizzare il sentimento di una intera comunità, tanto da spingere due polizie nazionali a indagare per ritrovarla e a suscitare un interesse internazionale attorno al suo ritrovamento». La somma di questi ingredienti crea un insieme eterogeneo il cui cuore, come Avvantaggiato suggerisce, «è racchiuso in una domanda: qual è il ruolo della street art nella società contemporanea?».
Il documentario, presentato da Neri Marcorè nell’ambito di Art Night, è diretto da Edoardo Anselmi, prodotto da GA&A Productions e Guilhène Iop per Tinkerland, in coproduzione con ARTE G.E.I.E., RAI Cultura e Luce Cinecittà, in collaborazione con RAI Teche e in associazione con RTS e RTBF, scritto dal regista con Claudio Centioni.