La National Gallery di Londra celebra i suoi 200 anni di storia con una riflessione sul potere dell’arte e sulla sua capacità di toccare le vite di chi la osserva. In occasione di questo importante anniversario, il 22 e 23 ottobre arriva nelle sale cinematografiche italiane National Gallery 200, un documentario diretto da Ali Ray e Phil Grabsky. Questo film apre la nuova stagione de La Grande Arte al Cinema di Nexo Studios e offre uno sguardo intimo su uno dei musei più prestigiosi del mondo.
Diretta dal 2015 dallo storico dell’arte inglese con cittadinanza italiana Gabriele Maria Finaldi, la National Gallery venne fondata nel 1824 e ha le sue radici nell’acquisizione, da parte del Governo britannico, di una collezione di 38 dipinti appartenenti al banchiere John Julius Angerstein. A dare una spinta decisiva all’ampliamento della collezione fu il primo direttore ufficiale della National Gallery, Sir Charles Lock Eastlake, che contribuì a trasformare il museo in un punto di riferimento internazionale. Da quel momento, la crescita della National Gallery è stata inarrestabile, diventando oggi, con la sua sede sul lato nord di Trafalgar Square – la terza della sua storia -, una delle più grandi istituzioni culturali del pianeta, con una collezione di oltre 2300 opere che spaziano dal XIII al XX secolo, dalla grande pittura rinascimentale italiana alle innovazioni dell’arte europea del XIX secolo, con capolavori di maestri come Leonardo da Vinci, Vincent van Gogh, Rembrandt e Turner.
Il documentario National Gallery 200 propone una narrazione corale, che attraversa i secoli di storia della galleria e si interroga sul significato profondo dell’arte per i suoi visitatori. Celebrità britanniche come Claudia Winkleman, Michael Palin, Terry Gilliam e la principessa Eugenie condividono il loro rapporto personale con alcune delle opere più iconiche della collezione, raccontando come la visione di questi dipinti abbia influito sulle loro vite. Accanto a loro, le testimonianze di membri dello staff, come guardie di sicurezza o curatori, tracciano una prospettiva più intima, svelando la quotidianità e la complessità che si celano dietro le quinte di questo grande tempio della cultura.
Prodotto da Phil Grabsky con Exhibition on Screen, tassello dopo tassello il film cerca di mostrare come l’arte possa parlare a tutti e come tutti i visitatori possano, a loro volta, confrontarsi con le singole opere, senza sentirsi intimidite dalla loro storia e dal loro prestigio. Il tentativo dei due registi è quello di incoraggiare il pubblico a guardare coi propri occhi quadri e sculture, senza perdersi dietro la fotografia affrettata e senza rinunciare a creare un contatto personale con l’opera che hanno di fronte, per capire se ha qualcosa da raccontare che possa – in qualche modo – essere connessa alla nostra vita.
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