Siamo appena a ottobre e già si sente l’atmosfera natalizia? In questo caso, però, è il Natale del 2047 e, ormai, siamo alle soglie della fine del mondo. Ci sono il Mago, il Gigante e il Cantante e un club che li ha visti protagonisti di tanti show natalizi. Così inizia Natale Fuori Orario, il nuovo film di Gianfranco Firriolo scritto da Vinicio Capossela, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle e dopo, la tappa al Teatro Olimpico, in proiezione il 22 ottobre al Cinema Aquila. Con la produzione esecutiva di Solares Fondazione delle Arti e distribuito dalla Cineteca di Bologna, il film vede protagonisti Christopher Wonder, Marco Cervetti e Franco Bassi, oltre allo stesso Vinicio Capossela.
Natale Fuori Orario rende omaggio alla tradizione, cominciata nel 1999, dei “concerti per le feste” di Vinicio Capossela al Fuori Orario, storico locale affacciato ai binari della ferrovia a Taneto di Gattatico. Da allora, l’artista ha continuato ogni dicembre a dare vita a concerti strabordanti, che hanno glorificato la festa e l’hanno realizzata. Concerti grazie ai quali si sono create una comunità e una tradizione, celebrata nell’album del cantautore SCIUSTEN FESTE N. 1965, in uscita il 25 ottobre per Warner Music Italy, e in questo film documentario costruito sulle riprese effettuate da Gianfranco Firriolo durante i concerti per le feste dal 2007 al 2023.
«Il titolo si riferisce non soltanto al nome dello storico locale, ma anche all’andare a spasso nel tempo a mezzo di quella mina vagante nel calendario che è la Festa», racconta Capossela. «La narrazione immagina la storia di una festa nel momento in cui il mondo ha perduto la festa e volge al suo tramonto. È una storia collettiva di amicizia, musica, partecipazione in quel mistero di plastificazione e insieme redenzione dell’umano che è il Natale. Nelle lucine delle feste si trova infatti sia la paccottiglia natalizia del consumo obbligatorio, sia quell’innocenza perduta che spesso è evocata nelle canzoni di Natale», continua il cantautore.
Si sviluppa così una sorta di fanta road movie che si muove in una continua alternanza fra sospensione dell’incredulità e “realtà”, tra narrazione immaginifica e repertori “reali”, materiali d’archivio che hanno ruolo di “ricordi” dei personaggi, rivissuti tramite flashback ma anche tramite medium tecnologici quali la realtà virtuale. «Le dodici notti del periodo natalizio, tempo franco di libera circolazione di vivi e morti, animali e umani, possono celebrare anche figure come il licantropo, Shane MacGowan, Santo Nicola e altri disgraziati portatori di doni. Tra tutti questi ci infiliamo noi, la nostra piccola compagnia composta da un Gigante, un Mago, un Krampus lucano, un gestore crioconservato, Dum Dum e Tony Benzina, il Cantante, una banda di musicisti e di artiste del burlesque e le centinaia di persone che, sera dopo sera sono finite inzuppate e tramortite; tutti insieme, anno dopo anno, spazzati via come i bicchieri e i coriandoli dalla grande mareggiata della Festa. La Festa, la più arcana invenzione dell’uomo per esorcizzare la morte».
«Nella sua voluta leggerezza il film sfiora ironicamente diverse tematiche molto serie e d’attualità», conclude Firriolo. «Le realtà virtuali e le loro indotte dipendenze; le catastrofi indotte dalla stupidità umana; il fenomeno crescente degli umani “crioconservati” e poi soprattutto una riflessione sul rito delle feste e della musica “in presenza”, la loro funzione vitale anche in momenti di buio. Il tono ironico del documentario è diretta estensione del linguaggio di Vinicio, in costante bilico tra il sentimentale e una spregiudicata ironia, tra delicatezza e visceralità».
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