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Nel fantastico mondo dell’arte, avere un’idea ispirata rimane ancora la cosa più importante del mondo ma, oggi, non è l’unica che conta. Perché senza un preciso metodo di lavoro, senza capacità specifiche e competenze aggiornate, potrebbe risultare piuttosto difficile metterla in pratica. E poi, in realtà aumentata viene meglio, no? Insomma, per evitare di far cadere troppa polvere sulla propria intuizione, meglio credere nella formazione e prepararsi a dovere sugli strumenti che la tecnologia più avanzata ci mette a disposizione, senza avere paura di crashare tra IA e AI. Magari con il supporto degli esperti del settore, che racconteranno le loro esperienze sul campo e trasmetteranno tutte le proprie conoscenze agli studenti del Master in Visual Arts for the Digital Age di IED – Istituto Europeo di Design, in partenza a novembre 2020 presso la sede di Milano e dedicato, in particolare, alla progettazione, creazione e comunicazione nei settori delle arti performative, dell’exhibition design e dell’edutainment, attraverso l’utilizzo dei nuovi media.
«Questo Master approfondisce la pratica artistica, metodologica e progettuale, con una forte declinazione tecnologica verso la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale. Chi ha idee ma non strumenti, o viceversa, in questo corso troverà la guida e il supporto da parte di professionisti del settore: vi accompagneremo nell’individuazione dell’idea, nella selezione del corretto materiale, per poi plasmare il progetto. Il vostro obiettivo diventa anche il nostro», così Martin Romeo, visual artist, interaction designer e nuovo coordinatore didattico del Master in Visual Arts for the Digital Age dello IED.
Il caso di Nature, Just Human Nature
Un luogo in cui non c’è separatezza tra studio e lavoro, dove linguaggi e competenze si incontrano armoniosamente, apprendendo i segreti dei Maestri e mettendosi alla prova. È una bottega rinascimentale 2.0? Quasi, ma tecnicamente il termine più adatto è quello di laboratorio aperto alla sperimentazione, in cui profili artistici, tecnici e umanistici entrano in dialogo propositivo perché, anche se intorno alla tecnologia aleggia quell’aura ancora un po’ misteriosa dell’immaterialità, poi però l’idea bisogna realizzarla davvero.
Per esempio, nella scorsa edizione del Master in Visual Arts for the Digital Age, gli studenti hanno avuto modo di tastare con mano – e mouse e tastiera, ovviamente – cosa vuol dire, oggi, immaginare, progettare e allestire una mostra temporanea. “Nature, Just Human Nature” era il titolo della mostra che ha restituito al pubblico il percorso di ricerca compiuto degli studenti nell’ambito del corso di Progettazione multimediale. Curata da Kamilia Kard e in esposizione allo Spazio Teatro di IED Moda Milano, la collettiva era scandita da una serie di installazioni interattive in realtà virtuale e aumentata, opere di net art e performance partecipate, tra archeologia futura e device quotidiani, per esplorare tutte le varie declinazioni della dimensione dell’umano nell’epoca contemporanea.
«La grande varietà delle esperienze intellettuali si concretizza nella pratica, nell’ideazione, nello sviluppo e nella conduzione di iniziative dove è necessaria la capacità di armonizzare diversi apporti e ingredienti», spiega Azalea Seratoni, storica dell’arte e curatrice, docente del Master insieme a Paolo Antonini, Luca Coppola, Paolo Ranieri, Leonardo Sangiorgi, Vinicio Bordin, Marco Cadioli, Rino Stefano Tagliafierro, Roberta Tenconi, mentre Camilla Levi è il tutor didattico. Tra i partner del corso, inoltre, Karmachina, AUT Design Collective e Studio Azzurro, realtà tra le più accreditate nell’ambito dei progetti visual multimediali in ambito museale ed espositivo, che costituiscono il contesto più adatto per sperimentare le reali dinamiche operative del settore.
Le quattro aree del Master in Visual Arts
Il Master in Visual Arts for the Digital Age, il cui coordinamento scientifico è affidato a Valeria Cantoni Mamiani, co-fondatrice e presidente di ArtsFor, società di consulenza, progettazione culturale e formazione, è suddiviso in quattro macro aree, che affrontano tutti gli aspetti dell’ideazione, dello sviluppo e della promozione di un progetto espositivo o di un evento artistico.
Tra i Moduli caratterizzanti, troviamo argomenti come Metodologia della progettazione, Storia e cultura delle arti applicate e il Communication Lab, concentrato sulla progettazione editoriale. Nelle Attività specifiche avremo modo di approfondire le estetiche e le tecniche dei new media, dalla fenomenologia delle arti contemporanee al laboratorio di montaggio, post produzione e mapping.
L’area della Progettazione è ripartita in Progettazione Multimediale, in cui far conoscenza di Arduino e delle funzioni delle interfacce interattive, Tecniche performative per le arti visive, con focus su AR, VR, MR, 2D e 3D, senza dimenticare il Management per l’arte, per capire come sviluppare un intervento di exhibition design nelle mostre e nei musei di terza generazione.
Parte integrante e fondamentale del Master è infine lo Stage Curriculare, il cui tirocinio può essere svolto presso studi di progettazione, laboratori artistici, musei, centri di produzione multimediale, agenzie di comunicazione e di event design, oppure presso IED nella forma del field project, in collaborazione con un’azienda committente.