POLI.design, fondato dal Politecnico di Milano, nel 1999, insieme alla Scuola del Design del Politecnico di Milano e al Dipartimento di Design forma il Sistema Design del Politecnico, «un aggregato di risorse, competenze, strutture e laboratori, tra i più importanti al mondo».
In prima linea nell’intercettare le più innovative e urgenti tematiche legate a design e contemporaneità, Poli.Design offre percorsi di alta formazione per chi vuole confrontarsi con le sfide più attuali.
In questo contesto sta per partire la seconda edizione del master “Design, creatività e pratiche sociali. Prosperità sostenibile per le organizzazioni”, organizzato dal Politecnico di Milano, gestito da POLI.design e realizzato in collaborazione con l‘Accademia Unidee, l’accademia della Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, che ha assunto «l’Arte come motore fondamentale del cambiamento» per un futuro di in cui venga condivisa «una cultura di equilibrio tra natura e artificio umano».
“Design, creatività e pratiche sociali. Prosperità sostenibile per le organizzazioni” è un master executive, dedicato ai professionisti che vogliono confrontarsi con nuovi punti di vista, metodologie e prospettive per il futuro, per «portare innovazione all’interno del proprio ambito lavorativo o aprire nuove prospettive imprenditoriali», ha ricordato POLI.design.
È possibile iscriversi al Master entro l’8 febbraio 2021 e il percorso partirà il 26 febbraio 2021, per concludersi a giugno 2022. Le lezioni si svolgeranno a Biella, a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto (qui potete trovare tutte le informazioni).
Abbiamo approfondito struttura, finalità del corso e metodologie del corso con Marina Parente, Direttore scientifico Master Design, creatività e pratiche sociali Politecnico di Milano e con Michele Cerruti Brut, Coordinatore Accademico dell’Accademia Unidee.
Michele Cerruti But: «Il master è dedicato a chi intenda trasformare l’urgenza di sostenibilità in un’opportunità. Non a caso il sottotitolo del master parla di “prosperità”: è slancio verso il futuro, un futuro affidabile e solido per tutti, in cui il progetto consapevole ha un ruolo fondamentale. Per questo il master si rivolge anzitutto a persone che lavorano: fornisce gli strumenti per operare questo cambio di prospettiva, da urgenza a opportunità, in tutte le organizzazioni. E, proprio per questo, si svolge in moduli dal venerdi alla domenica, circa uno al mese: cerchiamo la massima disponibilità dei partecipanti, ma anche un’alleanza con le organizzazioni da cui provengono».
Marina Parente: «Il master ha tre grandi aree, continuamente intrecciate tra loro: la prima metodologica sul design e l’arte per l’impatto sociale; la seconda economica, di management e creazione di impresa; la terza di osservazione delle dinamiche sociali e dei fenomeni emergenti.
Ciascun ambito si relaziona con gli altri sia attraverso un continuo richiamo teorico-critico, sia per la complementarietà di strumenti e metodologie per le diverse fasi del progetto: l’ascolto del territorio e delle comunità, la definizione dei valori, la formulazione di progetti sociali e sostenibili anche dal punto di vista economico e ambientale, la definizione e la misurazione degli impatti attesi. Per tutto questo sono necessari grande trasversalità e dialogo tra discipline diverse».
Il master è svolto in collaborazione tra Politecnico di Milano e Cittadellarte-Fondazione Pistoletto. Come è nata la decisione di collaborare?
Michele Cerruti But: «Dal riconoscimento. Dall’osservare, cioè, che le pratiche artistiche impegnate che si studiano in Fondazione, con il loro portato di innovazione e di alta considerazione dell’impatto generato e della sua valutazione, sono molto vicine per strumenti, obiettivi e codici al design strategico e per l’innovazione sociale, studiati dal Politecnico di Milano. Ci si è riconosciuti all’interno dello stesso campo, e in questo riconoscimento si è scoperta la possibilità che arte e design si potenzino attraverso un dialogo generativo: un equilibrio dinamico tra creazione e progetto che ha nell’innovazione e nella sostenibilità la sua chiave».
Marina Parente: «Il Politecnico mette a disposizione le competenze nel campo del design thinking, del design strategico e della comunicazione applicate ai contesti territoriali, sociali e imprenditoriali. E una metodologia che integra la conoscenza con il fare, attraverso numerose esperienze applicative, arricchite da best practices e testimonianze di esperti. A queste si sommano le competenze in area economica, che contribuiscono al master per gli aspetti di Management, di Corporate Social Responsibility, ma anche di innovazione sociale e imprenditorialità guidata dall’innovazione digitale».
Michele Cerruti But: «Cittadellarte studia la Socially Engaged Art da oltre ventanni. È proprio in questo lungo lavoro che si sono sperimentati strumenti di indagine e sperimentazione, pratiche di implementazione, valutazione e scalabilità, sguardi radicali. Di un’arte che persegue l’unione di estetica ed etica: un’arte “utile”, per dirlo in modo semplice. E, guardando il mondo dal punto di vista dell’arte, che si fonda sull’atto creativo (un atto – direbbe Michelangelo Pistoletto – che si definisce nella sua capacità di cercare nuove sintesi), invitiamo ogni studente a riconoscersi come homo artisticus, ovvero in grado di “creare” un futuro sostenibile».
Marina Parente: «Oltre ai docenti del Politecnico di Milano provenienti dai Dipartimenti di Design e di Ingegneria Gestionale, il master è arricchito dalla partecipazione di esperti e professionisti nel campo dell’innovazione sociale e delle sue intersezioni con l’arte, il design e l’economia. Esperti, ad esempio come Ezio Manzini, ideatore della rete internazionale DESIS sul Design per l’Innovazione Sociale o provenienti da SocialFare, primo centro per l’Innovazione Sociale in Italia. Artisti che lavorano con le comunità e i territori, come Caretto&Spagna o Cesare Pietroiusti. Critici, come Silvia Franceschini o Matteo Lucchetti. Innovatori sociali, come Annibale D’Elia. Esperti di Economia della cultura o di Strategia d’impresa e Innovazione sociale, come Pierluigi Sacco e Mario Calderini».
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