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Not An Artist: le voci degli Alumni IED, per esperienze da tutto il mondo
Formazione
di redazione
Una nuova tappa nel nostro viaggio alla scoperta dell’universo parallelo dell’arte, quello delle professioni altamente specializzate e “di supporto” agli artisti e ai designer, raccontato attraverso le molteplici esperienze di NOT AN ARTIST, progetto di ricerca e di formazione condotto da IED – Istituto Europeo di Design, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como, nell’ambito di un ampio e costante aggiornamento dell’offerta didattica. Dopo aver raccolto le testimonianze delle personalità più influenti del settore, portavoce dell’ampia platea di competenze necessarie a favorire la creazione, la fruizione e la diffusione dell’opera d’arte secondo le necessità più attuali e avanzate, questa volta tocca agli alumni IED. Il lancio della piattaforma IED Alumni, una community globale formata da più di 100mila ex studenti IED provenienti da più di 100 Paesi diversi, ci dà infatti la possibilità di ascoltare le voci dei giovanissimi professionisti, per scoprire i loro primi passi nel mondo lavorativo dell’arte e della cultura e osservare, da un punto di vista privilegiato, come ci si muove sul campo, alle prese con le più svariate situazioni e occasioni.
«Sii curioso, assorbi il più possibile dai tuoi professori, dai tuoi compagni di gruppo e dall’ambiente stesso», sono i consigli di Anna Shvets, che nel 2010 ho conseguito il Master IED Arts Management a Venezia, Firenze e Roma. Originaria di Mosca, Shvets ha avuto l’opportunità di studiare in tre delle città più importanti al mondo dal punto di vista della cultura e, attualmente, vive a Quito, in Ecuador, lavorando come CEO di Tatchers’ Art Management, azienda produttrice di progetti internazionali di Art&Science e Digital Art.
«Il Master IED Art Management ha rafforzato la mia carriera di art strategist, mi ha dato una profonda conoscenza del sistema culturale europeo, ispirazione e connessioni utili per i futuri grandi progetti artistici», continua Shvets. «Tra i nostri progetti recenti: la Biennale Antartica, di cui sono stata curatrice e produttrice, e la spedizione Dark Paradise Art&Science alle Isole Galapagos».
Ma prima di queste avventure, un proficuo percorso di studi, dalle nostre parti: «Quando studiavo trascorrevamo ogni semestre in una città unica: Venezia, Firenze e Roma. Naturalmente, nella scelta di un corso, era altrettanto importante il luogo, dove avrei vissuto e studiato per circa due anni. Venezia, Firenze, Roma: cosa c’è di meglio quando si studia cultura? Non c’era nessun altro corso con una tale combinazione di luoghi. È incredibile imparare in classe e nei musei, nelle biennali, nelle gallerie e nelle fondazioni, vedendo le collezioni così come le strade di queste perle d’arte europee».
Tanti ed eterogenei i soggetti e le istituzioni che hanno collaborato con IED nell’ambito di progetti di natura diversa e di corsi, come Fondazione Pinault, Fondazione La Biennale di Venezia, Peggy Guggenheim Collection, Fondazione Prada, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, La Quadriennale di Roma, MUVE Fondazione Musei Civici Venezia, Istanbul Museum of Modern Art, Courtauld Institute of Art, Centro Pecci per l’Arte Contemporanea, Galleria d’Arte Moderna di Roma, Fondazione Palazzo Strozzi, MART – Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto, Christie’s, Bologna Artefiera, MAXXI, Associazione Arte Continua/Galleria Continua.
«Quando ho scelto IED e in particolare il Master in Arts Management – ha ricordato Joya Sfeir – sono stata più che altro tentata dal suo aspetto internazionale e dall’accostamento tra materia creativa e management. Tutte le mie aspettative relative all’esperienza culturale e artistica che avrei avuto sono state ampiamente soddisfatte».
«Provenendo dal Medio Oriente, dove l’Arte non è necessariamente una priorità culturale, e dove nonostante le iniziative siano tante soprattutto in Libano, è stato bello sperimentare le politiche culturali europee e l’interesse che lo Stato italiano pone alla conservazione del proprio patrimonio culturale ma, soprattutto, Ho compreso la responsabilità che la nostra generazione ha nel rafforzare questo interesse anche nei nostri Paesi, ma anche puntando sulla sua contemporaneità e sul suo futuro in un mondo meno ristretto dai confini tra nazioni e culture», ha continuato Sfeir che, attualmente, lavora come Program Manager presso Ettijahat – Independent Culture, un’istituzione che promuove la cultura indipendente in Siria e nella Regione.
Durante il percorso di studi, «Abbiamo avuto la possibilità di organizzare una mostra a Firenze, “ART You Mine”, e un evento artistico a Roma, “The F Word”. Inoltre, abbiamo tenuto un workshop alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Tutto ciò mi ha portato dove sono oggi e sono grata per la mia esperienza italiana», ha concluso Sfeir.
Chi invece ha messo radici in Italia ma con uno sguardo diffuso e un pensiero al di là dei localismi è A.TOPOS, collettivo curatoriale femminile fondato da Fernanda Andrade, originaria del Brasile, dalla libanese Yasmine Helou e dall’italiana Lucia Trevisan, provenienti dal Master in Curatorial Practice dello IED. Con un approccio transdisciplinare e intersezionale, A.TOPOS lavora come acceleratore della scena artistica, proponendo un serrato programma di mostre e progetti, facilitando le connessioni e il libero scambio di idee.
Per leggere altre esperienze e approfondire i temi e i contenuti del progetto, potete dare un’occhiata qui.